Primo morto in Italia per i ‘nitazeni’, la droga più potente del fentanyl

Un ragazzo di venticinque anni è morto in Lombardia, vittima dei nitazeni, potenti derivati del fentanyl ancora poco noti in Italia ma già definiti dagli esperti “tra le sostanze più letali mai circolate sul mercato della droga”. La notizia, confermata dalle autorità sanitarie e dai carabinieri, segna il primo caso accertato di decesso legato a questa nuova classe di oppioidi sintetici nel nostro Paese. L’allarme era già stato lanciato dall’Osservatorio Europeo sulle Droghe e le Tossicodipendenze, che da mesi monitora l’espansione dei nitazeni in vari paesi europei, con particolare diffusione negli Stati Uniti, dove sono stati collegati a centinaia di morti in pochi anni. Ora, l’Italia entra nella lista dei Paesi colpiti da questo fenomeno, aprendo un fronte inedito nella lotta alle droghe sintetiche ultra-potenti.
Cosa sono i nitazeni e perché sono così pericolosi
I nitazeni appartengono alla stessa famiglia del fentanyl, noto per essere 50-100 volte più potente della morfina, ma i nitazeni, sviluppati inizialmente in laboratorio per uso medico, presentano una potenza ancora maggiore: alcune varianti risultano fino a 1.000 volte più forti della morfina, rendendo letali dosaggi microscopici.
Si tratta di sostanze spesso vendute sul mercato nero come eroina o come “fentanyl light”, ma la minima quantità può causare depressione respiratoria immediata e morte quasi istantanea. Per questo motivo, le autorità sanitarie italiane e internazionali le definiscono “killer silenziosi”.
Il caso lombardo evidenzia il rischio concreto che il giovane, secondo quanto ricostruito dai sanitari, abbia consumato la droga senza rendersi conto della sua reale composizione, subendo un arresto respiratorio fulminante prima dell’arrivo dei soccorsi.
La diffusione globale dei nitazeni
Negli Stati Uniti, i nitazeni sono già una delle principali cause di overdose legate agli oppioidi sintetici. La loro produzione è concentrata in laboratori clandestini in Asia, in particolare in Cina, da dove arrivano via corrieri postali o rotte commerciali camuffate da prodotti chimici legali.
In Europa, i casi erano fino ad oggi limitati a rilevazioni in laboratorio o sequestri marginali, senza decessi confermati. Il ritrovamento della sostanza e la morte in Italia rappresentano quindi un punto di svolta: le droghe sintetiche ultra-potenti non sono più un problema confinato oltreoceano, ma una minaccia reale per i consumatori europei.
Le difficoltà dei servizi sanitari
I nitazeni pongono sfide straordinarie ai servizi sanitari e alle autorità giudiziarie. La diagnosi di overdose richiede test tossicologici sofisticati, spesso assenti nei pronto soccorso italiani, e l’identificazione post mortem può richiedere settimane.
Il trattamento dell’overdose è complicato: anche l’naloxone, l’antidoto standard contro gli oppioidi, può non essere sufficiente o richiedere dosi molto più elevate rispetto al fentanyl. Questo ha già provocato situazioni drammatiche negli Stati Uniti, dove molti operatori sanitari hanno dovuto somministrare più fiale per salvare la vita di pazienti che avevano assunto nitazeni.
Il fentanyl come campanello d’allarme
Per comprendere l’allarme attuale, basta guardare alla storia recente del fentanyl. Negli anni 2010-2020, gli Stati Uniti hanno vissuto un’epidemia di overdose legata al fentanyl, con decine di migliaia di morti ogni anno. In Italia, il fentanyl è stato finora utilizzato principalmente in ambito medico e ospedaliero, e le morti accidentalmente collegate sono state poche.
I nitazeni, però, rappresentano un salto di qualità: più potenti, più difficili da rilevare e più facilmente letali. Secondo esperti, la circolazione di queste sostanze nel mercato clandestino europeo potrebbe provocare una crescita significativa delle morti per overdose nei prossimi anni se non verranno attivate strategie di prevenzione e controllo.
Dopo il primo decesso, il Ministero della Salute ha diffuso un allarme nazionale, invitando ospedali, carabinieri e laboratori tossicologici a prestare attenzione. Alcuni punti chiave del protocollo di emergenza includono:
ignoranza e rischio
Un elemento comune nei casi di overdose da nitazeni è la scarsa consapevolezza dei consumatori. Molti ragazzi credono di assumere eroina “tradizionale” o microdosi di fentanyl, senza rendersi conto che la sostanza è fino a 100 volte più potente.
Gli esperti sottolineano che basta un milligrammo di nitazeni, invisibile a occhio nudo, per causare la morte di un adulto. Questo spiega perché i decessi spesso avvengono a casa, in solitudine, prima che il soccorso possa intervenire.
Il caso lombardo segna un momento di svolta nella lotta alle droghe sintetiche in Italia. Gli esperti avvertono che, se i nitazeni dovessero diffondersi come negli Stati Uniti, il numero di morti potrebbe crescere rapidamente.
Secondo alcuni studi, i nitazeni potrebbero diventare la droga dominante tra gli oppioidi sintetici in Europa nei prossimi 5 anni. Il messaggio delle autorità è chiaro: prevenire è oggi l’unica strategia possibile, perché intervenire dopo la diffusione sarebbe troppo tardi.
Il primo morto italiano per nitazeni è un campanello d’allarme destinato a scuotere istituzioni, operatori sanitari e opinione pubblica. La lezione è drammatica: non esistono droghe sicure quando si tratta di oppioidi sintetici ultra-potenti, e la minima quantità può costare la vita.
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