Aggiornamento al 20 ottobre 2025, in testa ancora il centro‑destra, sinistra in stallo

Nel quadro politico italiano, la nuova rilevazione condotta dall’istituto SWG per La7 restituisce un panorama segnato da continuità al vertice, ma con dinamiche interne in rapido mutamento. Sebbene la lettura analitica risulti complicata da un recente rallentamento nelle pubblicazioni ufficiali, l’elaborazione dei principali dati disponibili (aggiornamenti fino ai primi di ottobre) consente di delineare alcune tendenze significative.
– Il primo partito resta al momento Fratelli d’Italia, saldamente sopra il 30 % (intorno al 31%) nella rilevazione della terza settimana di ottobre.
– Partito Democratico appare in evoluzione: intorno al 22,1% nella stessa rilevazione, con un andamento complessivo in leggera crescita
– Il Movimento 5 Stelle registra un consenso intorno al 13 %: pur stabile rispetto a mesi precedenti, non riesce a invertire la tendenza verso il fondo della coalizione di centrosinistra.
– La Lega continua a oscillare intorno al 8–9 %, confermando lo stallo nell’area moderata del centro‑destra.
– Forza Italia avanza poco, attestandosi intorno all’8 % o poco meno.
– Le forze minori (Alleanza Verdi e Sinistra, Azione, Italia Viva, +Europa) navigano tra il 2 % e il 6,6%, non riuscendo al momento a scalare posizioni decisive.
Le coalizioni: un confronto complessivo
Analizzando le intenzioni di voto aggregandole per schieramenti, emerge un quadro più sfumato:
Il centro‑destra, sommando Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e altre liste minori, appare largamente in testa, con un margine più netto rispetto al centrosinistra.
Il centrosinistra, che comprende il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle (se considerato in questo campo) e le forze minori di sinistra, resta indietro, fatica a mobilitare verso l’alto e mostra una distanza relativamente stabile dal blocco opposto.
Il Movimento 5 Stelle, pur formalmente collocabile nell’area del “terzo polo” o come forza autonoma, riconferma la propria debolezza strutturale: non riesce a diventare davvero ago della bilancia.
Il vantaggio del centro‑destra non è più soltanto quantitativo ma sempre più strutturale. Il partito leader del blocco di governo detiene un consenso superiore al 30 %, offrendo un margine di manovra superiore.
Il campo progressista non solo è distante, ma non mostra al momento strumenti credibili di rilancio: il Partito Democratico è stagnante, il Movimento 5 Stelle non cresce e le forze minori non sono in grado di produrre slancio.
La Lega e Forza Italia restano su valori inferiori, subendo forse l’effetto di un elettorato che preferisce puntare direttamente sul partito trainante. Le forze minori sono marginali.
Una tendenza di bipolarizzazione rafforzata – Se il centro‑destra confermasse questo vantaggio nei mesi a venire, lo scenario politico potrebbe polarizzarsi ulteriormente, rendendo più difficile il gioco delle alleanze variabili o dei “terzi poli”.
Il ruolo degli indecisi e l’astensionismo: entrambi, nelle rilevazioni più recenti, appaiono comunque significativi nell’influenzare la dinamica finale.
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