8:18 pm, 19 Ottobre 25 calendario

Rilanciare Roma come nodo strategico dell’arte

Di: Redazione Metrotoday
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In arrivo la quinta edizione della fiera Roma Arte in Nuvola. L’ideatore e direttore del progetto, Alessandro Nicosia, e la direttrice artistica, Adriana Polveroni, hanno tracciato un profilo dell’evento che più ambizioso non si può: un faro per l’arte moderna e contemporanea nel cuore della capitale, con l’intento dichiarato di superare la mera dimensione commerciale per divenire una vera e propria piattaforma culturale. Alla base c’è la ferma intenzione di rilanciare Roma come nodo strategico della rete mediterranea dell’arte, e non più soltanto come tappa collaterale al circuito milanese o veneziano.

Dal 21 al 23 novembre 2025, gli spazi della Roma Convention Center – La Nuvola accoglieranno oltre 140 espositori provenienti dall’Italia e dall’estero e inviteranno il visitatore a un viaggio fra linguaggi, generazioni e visioni: installazioni, talk, performance, mostre monografiche.

Questa quinta edizione si contraddistingue per un deciso salto in qualità e in ampiezza: si amplia il numero degli espositori, si rafforza la componente culturale (mostre curate, prestiti istituzionali, paese ospite), e si consolida la fiera come piattaforma di relazioni — tra istituzioni, artisti, pubblico e collezionisti.

«L’obiettivo primario era creare un contenitore diverso, una mostra “nazional-popolare” che valorizzasse il contemporaneo con attenzione e rispetto per le gallerie», ha dichiarato Nicosia durante la conferenza stampa, sottolineando l’intento di rompere gli schemi tradizionali delle fiere d’arte.

Polveroni ha aggiunto che «non si tratta solo di vendere arte, ma di offrire uno spazio di dialogo e produzione culturale, dove le generazioni si incrociano e le istituzioni dialogano con le nuove forme espressive».

Tre mostre focus e un’indagine fotografica

Il cuore curatoriale dell’edizione è affidato a quattro progetti principali:

Gino Marotta. Universo Naturale–Artificiale, a cura di Andrea Viliani in collaborazione con l’Archivio Marotta: un omaggio ai rilievi e ai metacrilati, che interroga il confine tra materia naturale e artificiale.

Mario Airò. Tra acqua e luce, a cura di Adriana Polveroni, che presenta opere luminose (da Aurora 2003 a Ottava di Cadmio) fino a un grande laser, includendo Modellare l’acqua in prestito dalla Fondazione Menegaz.

Fabrizio Clerici. Ultra Memoriam. L’immaginario fantastico tra Archivi e Collezioni, a cura di Giulia Tulino insieme all’Archivio Clerici: un viaggio tra sogno, memoria, visioni sospese.

Immagini Impossibili, a cura di Arianna Catania: oltre cinquanta opere di trentatré autori che sperimentano la fotografia «oltre il documento», dove l’immagine diventa spazio di meraviglia e trasgressione.

Questi progetti, hanno spiegato i curatori, rappresentano un’offerta pensata non solo per il collezionista e l’addetto al settore, ma per il pubblico più ampio che vuole «entrare nella macchina dell’arte», come ha affermato Polveroni, parlando di un’esperienza che si estende oltre lo stand e diventa passeggiata culturale, riflessione e scoperta

Paese ospite: la Repubblica di Corea

Un’altra importante novità: la scelta del paese ospite. La Corea del Sud sarà protagonista con il progetto Fever State, frutto dell’Anno degli Scambi Culturali Corea–Italia 2024-2025 e del 140° anniversario delle relazioni diplomatiche fra i due paesi. In esposizione pratiche artistiche che uniscono tradizione e contemporaneità, materia e digitale: nomi come Yun Choi, Jongwan Jang, Minhoon Kim, Yuja Kim, Yanghee Lee e Kai Oh porteranno a Roma un focus sull’arte coreana come ponte tra Oriente e Occidente.

La scelta non è casuale: è un segnale di apertura internazionale e di diplomatico‐culturale, che vuole posizionare Roma come hub mediterraneo dell’arte contemporanea, non più reliquia del passato ma piattaforma viva per lo scambio globale.

Talk, performance, presenza attiva

Anche l’offerta di incontri e performance si fa più articolata: fra i talk spicca Today is not Today: esperienze immersive d’artista per visore VR con Marco Senaldi e Valerio Borgonuovo, e un confronto dedicato ai giovani collezionisti. Sul versante performativo sono previsti interventi di Sonia Andresano (Landfall), Marilisa Cosello (Try), a cura di Polveroni; Filippo Riniolo (Missione Space Y) in dialogo con il giornalista Corrado Formigli; e Alix Boillot (L’Eternità), a cura di Isabella Vitale.

In sostanza, un programma “in movimento”, che alterna platea e palco, riflessione e azione, artisti e pubblico. Il tutto nella convinzione che una fiera d’arte — oggi — debba essere anche spettacolo, esperienza, dialogo.

Un altro elemento che rafforza questa edizione: il dialogo istituzionale. La fiera conferma la propria vocazione “pubblico-privato” con il sostegno del Ministero della Cultura (attraverso la DGA e l’Istituto Centrale per la Grafica), la presenza del MAXXI (con contributi di Giulio Paolini e Mario Airò), della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (con Emilio Isgrò), del MAECI (con Fausto Melotti) e del MUCIV, che porta una vetrina storica e un omaggio a Gino Marotta. È un mosaico di collaborazioni che non limita la fiera al mercato, ma la fa diventare un laboratorio istituzionale di cultura.

Questo schema di “sistema integrato” consente di innalzare l’evento al di sopra della logica esclusivamente commerciale: sì, ci sono espositori e opere in vendita, ma c’è anche produzione culturale e senso di comunità artistica.

La prima edizione di Roma Arte in Nuvola risale al 2021, ospitata negli spazi della Nuvola di Fuksas nel quartiere EUR. Qui nasceva un progetto ambizioso: riempire un vuoto nel panorama romano, offrendo una fiera moderna e contemporanea con ambizione nazionale.

Nelle edizioni successive la manifestazione è cresciuta: nel 2022 la seconda edizione, nel 2023 la terza (che presentava l’Australia come Paese ospite) e nel 2024 la quarta, che registrava circa 40.000 presenze.

In questi anni il modello si è consolidato: stand allestiti con ordine, una divisione tra arte moderna e contemporanea (primo piano e secondo piano degli spazi) e una forte attenzione alle exibition collaterali. Oltre ai 140 espositori annunciati, saranno misurabili la qualità delle presenze, la produttività delle vendite e soprattutto il grado di coinvolgimento del pubblico “non specializzato”. Il ruolo “urbano” della fiera — Roma città, capitale culturale — è ormai centrale.

L’annuncio di oltre 140 espositori è un buon segnale quantitativo, ma la selezione e il posizionamento rimangono chiave. In un mercato dell’arte sempre più competitivo, la distinzione tra “fiera bella” e “fiera rilevante” fa la differenza.

Fino ad ora Roma ha faticato a essere percepita come “mercato” forte quanto Milano o Venezia. Riuscirà questa edizione a incidere davvero sulle vendite, attrarre collezionisti internazionali, generare occasioni di acquisizione?

La volontà dichiarata è aprire al pubblico non specializzato, rendere la fiera luogo di scoperta e non solo di transazione. Il successo dipenderà anche dalla comunicazione e dall’accessibilità reale (orari, costi, coinvolgimento digitale, magari fuori fiera).

La fiera torna ogni anno, ma è necessario che possa crescere in modo organico, evitare fluttuazioni brusche e consolidare relazioni con istituzioni, sponsor e pubblico.

Roma come città dell’arte contemporanea: affiancando musei, gallerie e spazi indipendenti, Roma ha l’opportunità di costruire un ecosistema forte. Ma serve coerenza, sinergia urbana e risorse pubbliche e private.

La fiera Roma Arte in Nuvola ha lanciato un chiaro messaggio: «Non siamo più una comparsa, vogliamo essere protagonisti». La quinta edizione rappresenta una tappa significativa in questo percorso. Roma è capitale dell’arte non solo per il passato che custodisce, ma per il futuro che vuole costruire. Questa fiera — con le mostre curate, i talk, l’internazionalità, la sede architettonica — ha il potenziale per essere fulcro di un cambiamento culturale, per ambizione, visione e concretezza.

19 Ottobre 2025
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