9:27 am, 17 Ottobre 25 calendario

Jolanda Renga minacciata da estortore online

Di: Redazione Metrotoday
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Un caso di revenge porn digitale

Un tentativo di estorsione online ha coinvolto Jolanda Renga, figlia dell’attrice Ambra Angiolini e del cantante Francesco Renga. La giovane, 21 anni, ha denunciato pubblicamente di aver ricevuto un messaggio anonimo contenente minacce di pubblicazione di presunte foto intime in cambio di 10.000 dollari. Il messaggio recitava: “Pubblicherò a mezzanotte le foto che ho di te nuda. Dì pure ad Ambra che se non riceverò 10.000 dollari ti rovinerò la vita“.

Il messaggio minatorio è stato ricevuto sul cellulare di Jolanda Renga e successivamente condiviso dalla giovane sui suoi profili social, in particolare su Instagram. Nel messaggio, l’anonimo minacciava di diffondere presunte foto intime della ragazza se non avesse ricevuto una somma di denaro. La minaccia includeva anche il nome della madre, Ambra Angiolini, indicando un tentativo di coinvolgere la famiglia nella pressione psicologica.

Nonostante il contenuto minaccioso del messaggio, Jolanda Renga ha reagito con determinazione. Ha deciso di rendere pubblico l’accaduto per sensibilizzare l’opinione pubblica e mettere in guardia altre persone da simili tentativi di estorsione online. La giovane ha sporto denuncia alle autorità competenti, che hanno avviato un’indagine per identificare l’autore del ricatto.

Il fenomeno del revenge porn digitale

Il caso di Jolanda Renga si inserisce in un contesto più ampio di crescente preoccupazione riguardo al revenge porn digitale. Questo fenomeno comprende la diffusione non consensuale di immagini intime, spesso modificate o create artificialmente, con l‘intento di danneggiare la reputazione della vittima o di estorcere denaro. Le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, hanno reso più facile la creazione di contenuti falsificati, aumentando la difficoltà nel distinguere tra materiale autentico e manipolato.

In Italia, il revenge porn è punito severamente dalla legge. L’articolo 612-quater del Codice Penale prevede pene detentive per chiunque diffonda, senza il consenso della persona interessata, immagini o video a contenuto sessualmente esplicito. Anche la creazione e diffusione di contenuti falsificati tramite intelligenza artificiale rientra in queste disposizioni, con sanzioni che possono arrivare fino a cinque anni di reclusione.

Il caso di Jolanda Renga ha suscitato una vasta solidarietà da parte del pubblico e delle istituzioni. Numerosi utenti dei social media hanno espresso il loro sostegno alla giovane, condividendo esperienze simili e incoraggiando altre vittime a denunciare. Anche figure pubbliche hanno preso posizione, sottolineando l‘importanza di combattere il fenomeno del revenge porn e di proteggere la privacy e la dignità delle persone.

Il tentativo di estorsione subito da Jolanda Renga evidenzia le nuove sfide legate alla protezione della privacy nell’era digitale. La diffusione di contenuti intimi, reali o falsificati, rappresenta una minaccia crescente per la sicurezza e il benessere delle persone. È fondamentale che le vittime si sentano supportate e incoraggiate a denunciare tali episodi, affinché le autorità possano intervenire tempestivamente. E’ necessario un impegno collettivo per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere una cultura del rispetto e della responsabilità online.

17 Ottobre 2025
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