1:15 pm, 16 Ottobre 25 calendario

Quando un topo irrompe sul campo e interrompe il gioco

Di: Redazione Metrotoday
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Il caso Cardiff e la reazione di Courtois

Una serata che doveva essere dedicata alla tensione sportiva, alla speranza di qualificazione, al talento dei giocatori in campo, è stata segnata da un intruso inaspettato.

L’evento: il match di qualificazione mondiale tra Galles e Belgio, disputato allo stadio di Cardiff, che si è fermato per qualche istante quando un topo — o un ratto, secondo le cronache — ha fatto irruzione sul prato. In quei minuti sospesi, il protagonista, suo malgrado, è diventato Thibaut Courtois, il portiere belga, che ha tentato di “catturare” l’invasore, prima di rinunciare di fronte alla velocità del roditore.

Dietro quell’episodio divertente ma poco usuale, si nasconde però un tableau dove si intrecciano ambienti urbani, gestione degli stadi, responsabilità strutturali e il senso di ciò che il pubblico vuole vedere in uno stadio: il bello del calcio… non i topi.

Cardiff, minuto 66, il topo in campo

La scintilla avviene intorno al 66° minuto: il match è momentaneamente fermo per un infortunio subito da un giocatore del Belgio. In quel breve intervallo, le telecamere scoprono un animale che si muove sul prato, nei pressi della zona difensiva belga. È un topo (o ratto): nessuna certezza biologica definitiva, ma abbastanza grande da essere evidente agli spettatori e ai giocatori.

Courtois, da buon portiere professionista, non resiste e prova a raggiungerlo, con un estremo tentativo che però fallisce. Il roditore zigzaga sull’erba, schiva l’intervento del portiere, e continua la sua esplorazione. A quel punto, entra in scena Brennan Johnson, attaccante gallese subentrato, che con una certa dose di humor istituzionale scorta il topo verso la linea del campo, finché non esce — scivolando oltre un ragazzo delle linee (ball boy) e scomparendo dietro il monitor del VAR. La partita riprende quasi subito, ma l’episodio resta vivido negli occhi e nelle tastiere dei social.

Courtois, con ironia, ha ammesso di aver “voluto fermarlo”, anche se non ce l’ha fatta: se l’avesse catturato, ha detto, lo avrebbe restituito dietro le quinte, senza fargli nulla. Quella battuta, semplice ma efficace, è stata presa al volo dalle redazioni e dai meme online.

Nel post partita, lo stadio ha reagito con imbarazzo curioso. Wayne Nash, capo dell’operativo del Cardiff City Stadium e responsabile della sicurezza per l’associazione calcistica gallese, ha definito l’episodio un “freak of nature” — un incidente raro, che in 36 anni di esperienza non aveva mai visto nulla di simile. Si è detto consapevole che lo stadio è vicino a terreni incolti e linee ferroviarie, aree che possono ospitare roditori, ma ha voluto sottolineare che il club mantiene politiche di disinfestazione, pulizia puntuale, sistemi di esche (bait stations) e controlli regolari.

Nash ha ammesso: “Riconosciamo che non si è troppo lontani da un topo in città, ma questo ha fatto il salto”. La sua replica ha provato a stemperare l’attenzione: sì, un fatto insolito, ma non necessariamente sintomo di grave mancanza strutturale.

Galles‑Belgio, ma non solo…

Il match in sé non è banale: il Galles, guidato da Craig Bellamy, era determinato a farsi valere in casa contro una Belgio forte e affamato. I gallesi erano passati in vantaggio con Joe Rodon e avevano alimentato speranze per la qualificazione diretta. Ma il Belgio ha ribaltato con due rigori di Kevin De Bruyne, segnando poi con Thomas Meunier e chiudendo con Trossard nel finale: 4‑2 il risultato.

Quel giorno, tra i momenti sportivi e quelli “animal‑invasion”, la scena del topo è entrata nei commenti come episodio memorabile — un’interferenza beffarda che ha fatto ridere, smorzato tensione e contribuito a convertire una partita stringente in una narrazione virale.

Il caso di Cardiff non è il primo episodio di animali “spettatori” che si introducono in partite internazionali o di alto profilo. Alcuni esempi:

    Al Mondiale 2014 in Brasile, un’enorme locusta atterrò sul braccio di James Rodríguez subito dopo un rigore: un momento di inattesa fauna volante prima della ripresa del gioco.

    Nel calcio inglese, animali domestici come gatti hanno attraversato il prato: uno dei casi più famosi vide un gatto attraversare il campo durante una partita tra Liverpool e Tottenham, diventando virale come “Kop cat”.

    In altri sport, si ricordano cani che hanno invaso il campo, uccelli che si sono posati sui pali, serpenti o altri animaleschi cameo.

Queste incursioni — sempre rare, mai attese — ricordano i limiti dell’“isola protetta” che uno stadio pretende di essere: un manto erboso di precisione tecnologica che, però, è immerso in un ambiente urbano e naturale che può irrompere.

Il ruolo del giocatore “accidentalmente protagonista”

Courtois non aveva mai chiesto quel ruolo di “catturatore volante”, ma in quel momento lo ha assunto, come un atleta che improvvisa una scena inattesa. Il gesto — tentativo di afferrare il topo — è diventato un meme, un tratto della cronaca: racconta quel che il pubblico ama vedere, l’imprevisto trasformatosi in leggenda istantanea.

Uno stadio non è una bolla sigillata. Deve convivere con infrastrutture vicine, flora e fauna, condizioni climatiche. L’episodio del topo ricorda che anche i luoghi più controllati possono essere penetrati da elementi di natura. In un certo senso, è la collisione tra l’utopia dell’arena perfetta e la realtà quotidiana.

Pochi minuti, e quella corsa felpata è diventata virale. I social si sono accesi, con immagini rallentate, meme e ironie: “Courtois contro il topo”, “chi è il vero portiere oggi?”, “chi entra in campo?”. Tra le tante reazioni, un commento su Reddit ha scritto: “Big mouse”, oppure “Rat‑0. Rat‑1”, dando conto della simpatica vittoria del roditore.

16 Ottobre 2025
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