12:15 am, 16 Ottobre 25 calendario

Il linguaggio della stella illumina La Lama

Di: Redazione Metrotoday
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Un’architettura dal profilo futuribile, spazi che oscillano tra pelle marmorea e …

Un palcoscenico inedito: arte nei corridoi dell’ospitalità

L’Hilton Rome Eur La Lama, struttura di recente concezione progettata dallo studio Fuksas con interni curati da Lorenzo Bellini Atelier, mette in scena dal 16 ottobre al 30 novembre 2025 un capitolo sorprendente del progetto LamArte, curato da Valentina Ciarallo. Al centro dell’attenzione, l’artista Vincenzo Marsiglia, con la mostra Map Star La Lama: una tessitura di luci, segni, materiali e percezioni che investe gli spazi comuni dell’hotel, a partire dalla hall monumentale.

Non si tratta di una mostra tradizionale relegata in stanze chiuse, bensì di un percorso diffuso che dialoga con l’architettura e invita lo spettatore a sperimentare l’“abbattimento” delle barriere tra spazio espositivo e spazio d’uso quotidiano. Qui l’arte diventa dispositivo immersivo e relazionale, capace di trasformare superfici in organismi pulsanti.

Il modulo-stella: cifra visiva e poetica

Da più di vent’anni la ricerca di Marsiglia ruota attorno all’Unità Marsiglia (UM), un modulo a quattro punte che funge da struttura generativa del suo linguaggio visivo. La stella non è mero simbolo decorativo, ma matrice che si declina in molteplici sperimentazioni: pittoriche, digitali, scultoree, immersive.

Nei suoi precedenti cicli — come la serie Prospect o le proiezioni Emotional Immersion Star — il segno stellare ha dimostrato quella “costanza stilistica con vena poetica” che scandisce il suo percorso. In mostra alla NM Contemporary di Monaco fu presentato Prospect come “occhio visionario” del suo cammino artistico, in cui il modulo afferma la sua potenza simbolica e la capacità di dialogare con l’ambiente circostante. (… riferimento implicito alla personale del 2021)

Con Map Star La Lama, Marsiglia porta il suo “segno-generatore” in un contesto architettonico moderno, con l’ambizione di ridefinire notazioni spaziali e perceptive in dialogo con l’involucro della struttura alberghiera.

Nel percorso espositivo convivono tre dimensioni complementari:

a) Proiezioni immersive e metapellI digitali

Nella verticalità della hall, l’UM si espande in Emotional Immersion Star: geometrie luminose e atmosfere optical rivestono le pareti marmoree, generate da un’animazione pulsante che induce un effetto quasi ipnotico. La “pelle digitale” si sovrappone alla materialità dell’hotel, traducendo la superficie in un organismo luminoso.

b) Scultura e pietra

Nella biblioteca dell’hotel trova spazio Shadows Stone, una serie in alabastro dove la luce filtra dentro la materia. Tra queste, la grande Shadow Stone “Cloud” si propone come novità assoluta: segni incisi giocano su rilievi e profondità, restituendo una luminosità interna che avvicina l’opera al simbolo “vivente”.

c) Luce e leggerezza del segno

Attraverso Fold Screen Paper, si esplora il tema dell’origami: superfici piegate, pattern e cromie prese in prestito dai lavori cartacei si traducono in forme tridimensionali che vibrano di riflessi. La serie Prospect, realizzata in neon di vetro soffiato di Murano, reinventa la stella come oggetto luminoso e “spaziale”, che pervade l’ambiente immediato.

In parallelo, una sezione fotografica in mixed reality invita i visitatori a sperimentare ambienti aumentati: foto inedite – dedicate all’architettura de La Lama e agli edifici razionalisti dell’EUR — diventano paesaggi trasformati dal modulo stellare. Grazie a tecnologie come HoloLens 2, l’immagine reale si contamina con texture generate digitalmente, in itinerari visivi che operano una sorta di “ri-semantizzazione” dei luoghi.

Quando l’architettura diventa partner dell’opera

La decisione di ambientare Map Star La Lama negli spazi comuni dell’hotel non è casuale. Da un lato, La Lama si configura come “amplificatore” delle opere; dall’altro, le installazioni propongono la lettura alternativa del contesto urbano e architettonico che circonda l’EUR. L’arte in questo caso non è “ospite” nello spazio, ma forza attiva che ne trasforma la percezione.

Il progetto si inserisce nella linea delle ultime sperimentazioni di Marsiglia, in cui l’architettura non è solo sfondo, bensì co-autore dello sguardo. Esponente ormai maturo dell’arte contemporanea italiana, l’artista mette a frutto le sue competenze tecniche e concettuali per costruire ponti tra analogico e digitale, tra presenza fisica e realtà aumentata.

Il percorso umano dell’artista

Nato nel 1972 a Belvedere Marittimo (CS), Marsiglia si è formato all’Istituto d’Arte di Imperia e all’Accademia di Brera, dove ha sviluppato la sua cifra visiva. Vive e lavora a Soncino (CR).

Docente in Accademie d’arte, con incarichi in elaborazione digitale delle immagini e sociologia dei nuovi media, ha portato il suo segno — la stella a quattro punte — in spazi espositivi istituzionali e non convenzionali, tra cui Biennale di Architettura, Festival internazionali e proiezioni architettoniche su edifici monumentali.

Tra le sue mostre più significative: Kaleidoscope – Buonanotte Contemporanea; Comunità Resilienti (alla Biennale di Architettura 2021); Physis and Rendering (2023); Suspended Flow (2024, Firenze); Un-real (2024, Paris Basel); Stars and Dust (2025, Carrara); Map (Star) the World – Korea (2025), con proiezione sul Colosseo in collaborazione con istituzioni culturali coreane e l’Istituto Italiano di Fisica.

In ciascuna di queste esperienze, il modulo-stella emerge come costante simbolica e punto di partenza per nuovi universi visivi. Anche nella mostra a Roma, quella stella non si limita a essere logo, ma diventa “mappa simbolica” destinata a orientare lo spettatore in territori dove digitale e reale si incontrano e si contaminano.

Tra percezione e partecipazione

Map Star La Lama si configura come un esperimento di ibridazione sensoriale: l’arte non si limita all’osservazione, ma diventa ambiente, interazione, sorpresa. Mettere sotto gli occhi dei visitatori — spesso inconsapevoli esploratori del soggiorno — un dispositivo estetico che li costringe a spostare lo sguardo, cambiare orientamento, ridefinire la visione del panorama circostante.

In una fase storica in cui cultura e tecnologia intrecciano i loro destini, l’operazione condotta da Valentina Ciarallo all’Hilton La Lama si pone come paradigma di “arte diffusa”: non confinata, non separata, ma fusa con il vivere quotidiano. Qui la stella diviene ponte tra mondi, mappa e simbolo, spingendo lo spettatore a camminare su confini mobili tra reale e immaginato.

16 Ottobre 2025 ( modificato il 18 Ottobre 2025 | 0:29 )
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