2:39 pm, 13 Ottobre 25 calendario

Edicola da bollino rosso, digitale in lieve risalita

Di: Redazione Metrotoday
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Le nuove tendenze della diffusione dei quotidiani

In un panorama editoriale in forte trasformazione, l’edicola — simbolo tradizionale del quotidiano cartaceo — appare oggi in crisi, appesa al filo sottile del “bollino rosso”: il segno della perdita continua nelle vendite individuali. Tuttavia, non tutto il quadro è cupo. Un elemento che emerge è la spinta del digitale che, in qualche caso, mitiga (ma non compensa) il declino tradizionale.

Il segno negativo in edicola

Negli ultimi mesi, i rapporti ADS (Accertamenti Diffusione Stampa) certificano un calo generalizzato nelle vendite individuali cartacee: i quotidiani mostrano una performance in rosso quasi unanime. Nel mese di marzo 2025, ad esempio, nessuna testata riesce a registrare un “bollino verde” per le vendite dirette, mentre gli andamenti peggiorano su base mensile e annua.

Giugno 2025 segna una battuta d’arresto accentuata: tutti i principali giornali mostrano percentuali negative nelle vendite in edicola, con flessioni che arrivano anche al ‑16 %.

Nel confronto anno su anno, febbraio 2025 registra cali così marcati che molte testate passano da livelli stabili a perdite a doppia cifra.

Ad aprile 2025, ad esempio, “Corriere dello Sport” cala del ‑13,4 %, “La Nazione” del ‑11,7 %, “Il Secolo XIX” del ‑10,4 % nelle vendite in edicola.

Anche i mesi recenti confermano il trend: nessuna testata nazionale ne esce indenne, e il segno rosso domina le classifiche.

Il contributo del digitale

Nel bilancio totale (carta + digitale), il panorama è meno drammatico ma non edificante. Alcune testate segnalano piccole risalite grazie ai ricavi digitali: “Il Fatto Quotidiano”, per esempio, realizza semaforo verde in alcune classifiche grazie al contributo del digitale.

Nel dicembre 2024, i dati indicano che il digitale ha favorito alcune testate locali e specialistiche. Tuttavia, il segno dominante resta il rosso per la maggior parte dei giornali nazionali.

Anche nel confronto di gennaio 2025 emerge che le versioni digitali, pur mostrando qualche segnale positivo, non bastano a colmare il vuoto lasciato dai cali in edicola.

Nel caso delle vendite individuali totali (cartaceo + digitale), il segno negativo rimane prevalente, con pochi casi isolati di inversione di tendenza.

Se il “rosso” domina le edicole, il “digitale” appare ancora come una flebile speranza, incapace però di ribaltare lo scenario complessivo.

Cause del declino: perché l’edicola è in affanno

Per comprendere la drammaticità della disfatta delle edicole, è utile ricostruire le cause che hanno portato a questo punto:

Cambiamento nelle abitudini di fruizione

Il salto generazionale è evidente: la digitalizzazione ha trasformato il modo di informarsi. I lettori cercano istantaneità, notifiche, aggiornamenti in tempo reale piuttosto che la copia cartacea al mattino. Il mobile è il dispositivo dominante per la consultazione delle notizie.

Molti non considerano più l’edicola come “luogo primario” di informazione, ma come anacronismo o ornamento urbano. In diversi contesti provinciali, edicole chiudono, cedono licenze o rimangono vuote.

Logistica e costi di distribuzione

Il modello di consegna dei quotidiani su scala nazionale è oneroso: trasporto, staff, edicole periferiche che restano poco frequentate, resi elevati. Molti punti vendita operano con margini esigui e non possono sostenere più queste strutture.

Saturazione dell’informazione e competizione digitale

Con l’esplosione dei media digitali, ogni sito, blog, social network diventa una fonte di notizie. Il lettore medio può accedere gratuitamente a un flusso continuo: questo rende sempre più difficile giustificare il costo di un quotidiano cartaceo, specie se con ritardo rispetto all’online.

Crisi di reddito e sostenibilità editoriale

Le testate stesse si trovano in difficoltà economica: diminuzione delle entrate pubblicitarie, costi di stampa, investimenti ridotti nel digitale. In molti casi la trasformazione digitale è sostenuta da gruppi editoriali che diversificano verso abbonamenti, paywall, contenuti premium.

L’effetto “bollino rosso” come lato psicologico

Il “bollino rosso” è ormai un simbolo: quando le classifiche mostrano solo valori negativi, si crea un clima generale di sfiducia nelle prospettive del quotidiano cartaceo, che può scoraggiare investimenti e nuovi lettori.

Strategie di resistenza e ibridazione

Non tutte le testate restano immobili di fronte al declino. Alcune rispondono con strategie diversificate, sperimentazioni digitali e offerte ibride.

Il passaggio al paywall e ai contenuti premium

Molti giornali stanno trasformando parti dei propri contenuti in paywall, riservando approfondimenti, inchieste e analisi a una nicchia paga. L’idea è di bilanciare accessibilità e sostenibilità economica.

Abbonamenti digitali e membership

L’adozione di modelli di abbonamento digitale (mensile, annuale) consente di stabilizzare una base di lettori fedeli. Alcune testate offrono extra: newsletter, podcast esclusivi, contenuti bonus, community.

Potenziamento del sito e della user experience

Migliorare la velocità del portale, ottimizzare l’uso su mobile, personalizzare le interfacce e l’offerta in base agli interessi del lettore, inserire elementi multimediali (video, infografiche) sono elementi chiave per attrarre pubblico digitale.

L’operazione ibrida

Alcune testate mantengono il formato cartaceo per i lettori tradizionali, ma riducono il numero di copie distribuite, potenziano il digitale e spostano l’attenzione verso la qualità piuttosto che la quantità.

Partnership strategiche

Collaborazioni con piattaforme digitali, aggregatori, librerie online, iniziative istituzionali per promuovere l’abbonamento digitale. Spesso le testate locali si alleano con enti territoriali per iniziative di promozione dell’informazione locale.

I quotidiani locali, pur minacciati, in alcuni casi sfruttano il legame con il territorio per mantenere una base di lettori. Alcuni giornali locali mostrano performance migliori nel loro “nucleo” di lettori affezionati, e sperano che il digitale possa rafforzare la presenza territoriale.

Giornalismo e pluralismo

Con la chiusura o la riduzione delle edicole, cresce il rischio che zone geografiche rimangano “non servite” dal cartaceo. I lettori che non possono o non vogliono digitalizzarsi perdono l’accesso a testate particolari, rafforzando l’asimmetria informativa. Se pochi editori riescono a sopravvivere, il pluralismo è a rischio. Le grande testate nazionali o internazionali dominano lo spazio digitale, riducendo lo spazio per media indipendenti, locali, di nicchia.

Rischio dell’omologazione dei contenuti

Quando il digitale diventa il terreno principale di competizione, la pressione verso clickbait, formati virali, titoli sensazionalistici aumenta. Questo può indebolire la qualità delle notizie e l’approfondimento.

Molte redazioni locali hanno già trasferito buona parte della loro attività online, con versioni “free” o ibride, abbandonando il cartaceo o riducendo drasticamente le copie distribuite.

Una parte dell’utenza — anziani, residenti in aree rurali, utenti con poca familiarità digitale — può essere tagliata fuori dal nuovo modello. Il digitale non è (ancora) universale. Questo gap rischia di diventare un gap informativo.

Il tramonto dell’edicola non è solo un fatto economico: è una trasformazione culturale. L’edicola ha storicamente rappresentato un punto di incontro, discussione, scambio di opinioni tra cittadini, ed è parte del paesaggio urbano e della memoria collettiva.

Con il suo ridimensionamento, scompare un tratto del tessuto sociale: la persona che passava, comprava, si informava, incrociava gli altri lettori. La riduzione delle edicole comporta anche minore visibilità per testate che non sono digitalmente strutturate o non competono con algoritmi globali.

Inoltre, la focalizzazione sul digitale accentua l’asimmetria generazionale: le generazioni più anziane, meno avvezze agli strumenti digitali, perdono un punto di accesso consolidato all’informazione.

Non è la prima volta che l’edicola affronta momenti di difficoltà. Con l’avvento della televisione, negli anni Sessanta e Settanta, molti quotidiani hanno “perso strada”: i lettori si spostavano sui telegiornali, la distribuzione diventava più centralizzata e i costi aumentavano.

Tuttavia, il cartaceo aveva ancora spazio come oggetto fisico, come collezionabile, come rito mattutino. Nel passaggio tra anni Novanta e 2000, con l’ascesa di internet, già si percepiva il declino dell’edicola come presunto “centro dell’informazione”, ma la diffusione era lentamente mitigata dalla presenza costante del quotidiano.

Con l’epoca dell’online e del mobile, quella transizione si è accelerata, trasformando il “giornalismo domestico” in consumo istantaneo. Ciò che oggi sperimentiamo è una variegazione più ampia della crisi del cartaceo: non solo calo numerico, ma metamorfosi del concetto stesso di “quotidiano”.

L’edicola da bollino rosso è ormai un’immagine che descrive una realtà difficile e in evoluzione. Le vendite individuali cartacee segnano cali costanti e generalizzati, mentre il digitale offre timidi segnali, ma non ancora una via d’uscita per l’intero sistema. Le testate che sopravvivono lo fanno attraverso modelli ibridi, innovazioni e adattamenti.

Il vero nodo sta nella capacità del giornalismo di ridefinire il proprio valore in un’epoca che non premia il ritaglio su carta, ma la tempestività digitale, la personalizzazione, la comunità. L’edicola non può scomparire del tutto senza che perdiamo qualcosa di più che un punto vendita: perderemmo una forma di socialità informativa, una memoria urbana e storica.

Resta da vedere se il giornalismo riuscirà non solo a sopravvivere, ma a reinventarsi: trasformando la crisi in opportunità, declino in rigenerazione, rotazione di forma in evoluzione di sostanza.

13 Ottobre 2025
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