La Notte Bianca di Via Margutta: quando il cinema esce in strada

Alice nella Città — Fuori Sala trasforma la “strada degli artisti” in palcoscenico diffuso
Nella notte in cui la città si svuota dei suoi ritmi diurni e si riempie di luci, suoni e corpi che si mischiano alla storia, Via Margutta si prepara a una trasformazione: la storica «strada degli artisti», con le sue gallerie, le botteghe d’arte e i cortili nascosti, diventa per una sera il cuore pulsante di Fuori Sala, il progetto diffuso di Alice nella Città che porta il cinema e la cultura fuori dalle sale e dentro la città. La Notte Bianca in programma per il 14 ottobre è pensata come un evento-cerniera: la tradizione della via si intreccia con la contemporaneità della rassegna, dando vita a una serata che promette di essere insieme festa, dibattito e esperienza estetica.
Un format che fa del mosaico urbano la sua cifra
L’idea alla base di Fuori Sala è semplice e ambiziosa: moltiplicare i punti di contatto tra il festival e la città. Nel corso di una Notte Bianca che si allunga fino a mezzanotte, Via Margutta ospita aperture straordinarie di oltre trenta gallerie, letture ad alta voce, performance site-specific, installazioni sonore e proiezioni brevi alternate a talk di approfondimento. Non si tratta di un programma “di emergenza”, ma di una mappatura curata di eventi progettati per dialogare con i luoghi e con i pubblici che li frequentano: residenti, turisti, amanti dell’arte e curiosi che passano per caso. L’operazione ha un obiettivo culturale preciso: avvicinare il pubblico al cinema e all’immaginario audiovisivo in contesti che siano familiari e sorprendenti al tempo stesso.
Via Margutta: una via, molte storie
Via Margutta non è una cornice neutra. È una strada che nel Novecento ha attratto pittori, scultori, cineasti e personaggi dello spettacolo — da Federico Fellini a Renato Guttuso — e che è rimasta simbolo di un legame tra arte visiva e vita quotidiana. Posizionata tra Via del Babuino e Piazza di Spagna, la via conserva un carattere intimo, fatto di portoni bassi, botteghe e cortili nascosti. È proprio questo carattere che la organizza come palcoscenico ideale per una Notte Bianca “di prossimità”: le gallerie aprono i loro spazi, le facciate si animano di proiezioni, i passanti diventano spettatori occasionali e la città si riscopre luogo di pratiche culturali non banali.
Arte, cinema, parole e musica
La serata è costruita intorno a tre fili principali: il dialogo tra arti visive e audiovisivo, la centralità delle voci femminili attraverso il ciclo Womenlands — con letture e performance legate al femminile — e una serie di micro-eventi che puntano a sorprendere il passante. Tra i momenti attesi, monologhi teatrali tratti da testi contemporanei e classici, presentazioni di libri di autori emergenti affiancate a proiezioni di brevi film o clip selezionate dalla curatela di Alice, e performance musicali pensate per cortili e spazi intimi. Nell’arco della serata sono previsti anche talk con registe e curatrici, mini-masterclass rivolte ai giovani e attività per le scuole che anticipano l’apertura ufficiale del festival. L’articolazione è tale da garantire che, in un raggio limitato, l’esperienza del pubblico possa variare dalla contemplazione della mostra alla partecipazione attiva a laboratori e reading.
Un evento per il femminile: Womenlands in strada
Uno degli elementi che rende singolare questa Notte Bianca è la scelta di includere un ciclo di iniziative dedicate alle donne e alle loro rappresentazioni nell’immaginario pubblico. Womenlands arriva lungo il percorso come una linea rossa che attraversa talk, reading e performance teatrali. Non è solo una selezione tematica: è un gesto politico-culturale che vuole mettere in campo voci spesso marginalizzate nei circuiti mainstream. Monologhi scritti da autrici contemporanee, ritratti filmici di figure femminili complicate e incontri su leadership e rappresentanza trovano così una collocazione privilegiata nella trama urbana di Via Margutta. L’obiettivo dichiarato è portare il discorso sul genere dal palcoscenico e dalla sala al cuore della città, chiedendo a un pubblico più vasto di prendere parte alle conversazioni.
La logistica è studiata per ridurre al minimo l’impatto sui residenti e per massimizzare la fruizione: percorsi segnalati, punti informazione, un palinsesto digitale che consente al pubblico di orientarsi e scegliere gli eventi.
Il dialogo con il passato di Margutta
La Notte Bianca non si limita a essere un’operazione estemporanea: in più punti del programma i curatori hanno voluto stabilire un dialogo con la memoria della via. Installazioni fotografiche che raccontano la storia delle gallerie, proiezioni di spezzoni di film che hanno fatto di Via Margutta una scena cinematografica — dal dopoguerra a oggi — e incontri con artisti che hanno abitato la strada mettono in scena un ricongiungimento tra antico e nuovo. Così, la serata assume valenze multiple: momento di consumo culturale ma anche occasione per riflettere su come il patrimonio urbano possa dialogare con pratiche artistiche contemporanee, senza essere ridotto a semplice scenografia turistica.
Gli appuntamenti da non perdere
Tra gli eventi più attesi spiccano alcuni momenti pensati per lasciare il segno: la lettura scenica di un monologo tratto da un testo contemporaneo affidata a un’attrice di primo piano; un ciclo di “micro-proiezioni” nei portoni che raccontano storie di donne romane; un’installazione sonora che riprende conversazioni urbane e le reinterpreta in chiave cinematografica; e una serie di incontri con giovani registe e curatrici che discutono il loro lavoro davanti a un pubblico variegato. Questi appuntamenti, calibrati su spazi ridotti e su un pubblico che si sposta continuamente, sono l’anima della Notte Bianca: piccoli fuochi che illuminano la via con intensità diverse.
Il chi è di Via Margutta
L’evento si rivolge a un pubblico eterogeneo: residenti, appassionati d’arte, turisti, studenti delle scuole di cinema e, soprattutto, quel pubblico giovane a cui Alice nella Città parla ogni anno. Ma la strategia è anche quella di intercettare passanti occasionali, cittadini che non frequentano abitualmente festival o gallerie, facendo leva sulla curiosità e sulla gratuità (in molti eventi) per abbassare la soglia d’ingresso alla cultura. Le notti bianche, storicamente, sono miscele indisciplinate: mantenere qualità e profondità culturale senza sacrificare accessibilità e atmosfera popolare. Una miscela che, se ben calibrata, può diventare un modello replicabile.
Per Alice nella Città, questo format urbano costituisce un investimento identitario: portare il festival nelle strade significa radicare la programmazione nel tessuto sociale e culturale della città, costruendo pubblici nuovi e relazioni durature con operatori culturali locali. Per Roma, la Notte Bianca è un’opportunità di riposizionamento: mostrare una città capace di produrre cultura diffusa, non solo attrarre flussi turistici. Se l’operazione funzionerà, potrà segnare l’inizio di un ciclo in cui festival e città dialogano in modo più sistematico, con ricadute positive sull’ economia creativa e la formazione culturale.
La Notte Bianca di Via Margutta si presenta dunque come esperienza ibrida: festa e convegno, vetrina e indagine, intrattenimento e politica culturale. In una città che non smette di interrogarsi sul significato dello spazio pubblico, portare il cinema e le arti fuori dalle sale significa fare una scelta precisa — aprire finestre sul presente e chiamare la città ad ascoltare. Il cinema non ha più bisogno solo di luci di sala per raccontare il mondo; può farlo, con uguale efficacia, sotto un lampione, fra le vetrine di una galleria e il respiro dei passanti.
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