12:50 pm, 12 Ottobre 25 calendario

Cinema in lutto: è morta Diane Keaton, musa di Woody Allen e icona indimenticabile

Di: Redazione Metrotoday
condividi

La notizia è giunta come un fulmine a ciel sereno nel mondo del cinema: Diane Keaton è morta all’età di 79 anni. La conferma è arrivata da fonti vicine alla famiglia e rapidamente rilanciata da agenzie internazionali. Non è ancora nota la causa del decesso, né sono stati resi pubblici particolari medici. Si sa solo che, in questi ultimi mesi, la sua salute aveva registrato un peggioramento “molto improvviso”, come riferito da persone vicine all’attrice che hanno parlato di un declino repentino.

Nata come Diane Hall nel 1946 a Los Angeles, Keaton ha attraversato oltre cinque decadi di cinema e cultura pop, diventando non soltanto una grande interprete, ma una presenza distintiva e memorabile: regine del suo stile, interprete dell’indipendenza femminile, donna di sensibilità e contraddizioni.

Il ritiro dalla vita pubblica e il peggioramento della salute

Secondo le ricostruzioni, l’attrice non era più apparsa in pubblico da qualche mese. I suoi ultimi impegni cinematografici risalgono al 2024, con il film Summer Camp, in cui ha recitato accanto a una cast di nomi consolidati — un lavoro che è diventato, in retrospettiva, il suo epilogo sul grande schermo.

Fonti informate affermano che il suo stato di salute avrebbe cominciato a deteriorarsi in tempi brevi, con la famiglia che ha scelto la massima riservatezza, lasciando anche molti amici e stretti collaboratori all’oscuro delle sue condizioni reali. In un episodio che ha attirato l’attenzione, il servizio di emergenza di Los Angeles sarebbe intervenuto presso la sua residenza con la segnalazione “person down”, alle prime ore del mattino del giorno in cui è stata dichiarata morta, traendo l’attrice su un’ambulanza verso un ospedale locale.

Un’amica ha dichiarato che Diane è stata “divertente fino alla fine”, capace di girare battute anche nei giorni più complessi, mantenendo quel tratto autentico che l’aveva resa celebre. Un tratto — quello dell’ironia — che aveva accompagnato la sua carriera fin dall’inizio.

Come Diane Keaton divenne Diane Keaton

La storia che precede il mito è quella di Diane Hall, ragazza californiana dagli occhi espressivi, che prese il cognome Keaton — il cognome da nubile della madre — per entrare nel mondo dello spettacolo. Dopo studi teatrali e prime esperienze a Broadway, il suo incontro con il cinema avvenne in un momento favorevole al rinnovamento americano del decennio ‘70.

Il grande salto arriva quando viene coinvolta nella cerchia creativa di Woody Allen: la recita nella pièce Play It Again, Sam le apre le porte del suo primo film con Allen, e da lì comincia una serie che avrebbe segnato per sempre l’immaginario collettivo. La sua presenza è presto riconosciuta: modellino bohémien, cappellini, cravatte da uomo, giacche stropicciate — un aspetto che diventerà parte integrante del suo fascino cinematografico.

La consacrazione arriva con Annie Hall (1977), in cui interpreta una donna indipendente, stralunata, ironica. Il film le vale l’Oscar come miglior attrice. Da quel momento, Diane Keaton non sarà più solo un volto: sarà un modo di essere, una musa imprevista e anticonformista.

Non bisogna però dimenticare i suoi ruoli drammatici: nel corso della carriera, ha affrontato personaggi cupi, conflittuali, esigenti. La sua gamma di ruoli copre il sorriso e il dolore, il cuore e la razionalità.

I tempi con Woody Allen e l’evoluzione artistica

Negli anni ’70 e inizio ’80, la collaborazione tra Keaton e Allen diventa una leggenda. Oltre ad Annie Hall, recita in Sleeper, Love and Death, Crimes and Misdemeanors e altri film chiave. Il sodalizio professionale si mescola con un’affinità personale che alimentava l’ispirazione reciproca.

Ma la carriera di Diane Keaton non resta confinata all’universo alleniano. Negli anni ’80 e ’90 esplora commedie romantiche, drammi familiari, film su temi femministi, ruoli in cui il carisma e l’eleganza personale le permettono di imporsi anche lontano dalle cravatte e dalle giacche da uomo.

Nel 1987 interpreta Baby Boom, una donna in carriera che «riceve in eredità» un bambino e deve reinventarsi: film che coniuga ironia e riflessione. In tempo più recente, ha partecipato a progetti come The First Wives Club, Something’s Gotta Give, e ha preso parte a film da produttrice e aspirante regista.

Tra i suoi tentativi dietro la macchina da presa, si ricordano Hanging Up (2000) e il documentario Heaven (1987). Questi lavori testimoniano la voglia di esprimere una voce propria anche lontano dai riflettori dell’interpretazione.

Stile, presenza, influenza

Diane Keaton incarna un tipo di presenza che è insieme discreta e magnetica — raramente urlata, spesso suggerita. Non punta a dominare la scena con la sola presenza fisica, ma con una combinazione sottile di sguardo, postura, ritmo e intelligenza emotiva.

Ha contribuito a ridefinire l’immagine femminile nel cinema: non una bellezza perfetta né una presenza passiva, ma donna che ride, inciampa, ama, si arrabbia, trasgredisce convenzioni. Il suo stile personale — una giacca oversize, un gilet, una cravatta sciolta, un cappello — ha ispirato generazioni, non come costume da star, ma come cifra di personalità coerente.

Molti registi e attori contemporanei ricordano Diane come mentore e modella: la capacità di mescolare leggerezza e tensione interiore è stata, per molti, una scuola. Le ombre di Annie Hall sopravvivono in chi guarda film oggi con nostalgia e convinzione che l’ironia possa essere profondità.

Il mondo del cinema reagisce con profondo dolore. Attori, registi, collaboratori, giornalisti celebrano Diane con ricordi personali, sui set, nei momenti più semplici. Numerosi tributi sono stati già diffusi sui social e nelle testate: da Bette Midler, che la ha definita “una originale completa, priva di artifizi”, a Goldie Hawn, Steve Martin, Jane Fonda, tra gli altri. Alcuni hanno pubblicato foto, dediche commosse, aneddoti di set e conversazioni private.

Saturday Night Live, durante la puntata successiva alla notizia, ha dedicato un tributo in bianco e nero con l’immagine di Diane e la sua celebre camicia con cravatta — omaggio simbolico a un’icona che aveva fatto dell’abbigliamento parte del suo linguaggio cinematografico.

Molti ricordano il suo modo di essere “senza competizione”, di legare leggerezza e profondità, e di aver incarnato personaggi che, dopo aver riso, ci fanno riflettere sui silenzi più dolorosi.

La donna dietro l’artista

Diane Keaton non ha mai avuto marito; ha scelto un percorso diverso da molti standard hollywoodiani. Da adulta ha adottato due figli, Dexter e Duke, che ha cresciuto secondo le sue regole, con umanità e libertà.

Ha scritto libri, compreso il memoir Then Again, in cui riflette sulla sua infanzia, sull’identità e sulle perdite. Ha coltivato passioni come la fotografia e il design, rendendo visibile quel suo sguardo estetico anche nelle case, negli oggetti, nei libri che amava.

Ha combattuto battaglie personali — ha parlato apertamente di disturbi alimentari nel passato, di problemi di salute, sempre mantenendo un riserbo dignitoso ma senza rinunciare all’autenticità nel riconoscere le proprie fragilità.

Summer Camp e l’addio al grande schermo

Il suo ultimo film distribuito è Summer Camp (2024), commedia corale con un cast di stelle. Una presenza, quella di Diane, che sembrava esserci già come compagna di viaggio, consapevole che quei ruoli fossero parte di un’estrema, preziosa eredità artistica.

Il film assume oggi un valore doppio: non solo come ultima apparizione, ma come tassello conclusivo di una carriera che sapeva di compiuto. Il cinema la ricorderà nelle inquadrature, nei piccoli gesti, nei silenzi che parlavano più dei discorsi.

Senso di gratitudine e memoria

Con la sua morte, il mondo del cinema perde un personaggio che trascende l’interpretazione — una voce, un’ispirazione, un modello. Diane Keaton non era solo musa di Woody Allen: era regista di sé stessa, timida e coraggiosa, con la capacità di farsi abbracciare dallo spettatore “normale” e dal critico più esigente.

Lascia una filmografia ricca, una presenza indelebile, ma soprattutto un’idea: che il mondo del cinema possa essere casa anche per chi rifiuta il conformismo e vive con coerenza. In questi giorni di memoria, le immagini di Diane — la sua camicia, la cravatta, lo sguardo — torneranno sui red carpet, sui riflettori, nei cuori.

12 Ottobre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA