12:57 pm, 11 Ottobre 25 calendario

Quando un missile “rimbalza” su un UFO

Di: Redazione Metrotoday
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Il video che scuote il Congresso e il confine tra mistero e realtà

Negli ultimi giorni, un video presentato durante un’udienza ufficiale al Congresso degli Stati Uniti ha scosso l’opinione pubblica e riacceso il dibattito sul tema degli UAP (Unidentified Anomalous Phenomena, ovvero fenomeni aerei non identificati). Il filmato mostra un drone militare americano che lancia un missile Hellfire contro un oggetto volante luminoso, apparentemente “rimbalzato” senza danneggiarlo. L’episodio, avvenuto al largo delle coste dello Yemen il 30 ottobre 2024, ha già assunto un significato simbolico: è diventato emblema delle incognite sistemiche legate alla tecnologia militare, alla trasparenza governativa e alla percezione pubblica del fenomeno UFO.

Il video e l’audizione al Congresso: cosa mostra (e cosa non mostra)

Durante una seduta della sottocommissione della Camera USA dedicata agli UAP, il deputato repubblicano Eric Burlison ha mostrato per la prima volta un video che avrebbe ricevuto da un whistleblower. Le immagini sono state girate da un drone MQ‑9 Reaper operante sul Mar Rosso, nelle vicinanze della costa yemenita.

Nel video, che dura poco meno di un minuto, si osserva:

    – un oggetto luminoso e sferico, in rapido movimento sopra l’acqua, che si distingue per luminosità e manovre insolite;

    – un drone che lo insegue, apparentemente dotato di sensori;

    – il lancio di un missile Hellfire contro l’oggetto, evento che avviene in sequenza, con tracciamento;

    – l’impatto del missile che sembra “colpire” l’oggetto senza provocarne la distruzione: l’ordigno avrebbe deviato o rimbalzato via, lasciando l’UFO illeso;

    – l’oggetto che prosegue il suo volo, senza apparenti danni, prima di sparire dallo schermo radar o visivo.

Al Congresso, il giornalista George Knapp ha descritto l’evento come sorprendente: «Un missile Hellfire colpisce un UFO e rimbalza via» è diventata una delle frasi più citate. Ulteriori testimonianze — alcuni veterani militari e l’ex sottufficiale della Marina Alexandro Wiggins — hanno portato episodi precedenti, come un oggetto “a forma di caramella” emerso dall’oceano e sparito senza tracce durante un servizio sulla USS Jackson.

La rappresentante Anna Paulina Luna, presidente della task force del Congresso sulla declassificazione degli UAP, ha chiesto se in arsenali esistano ordigni capaci di “resistere” a impatti diretti: quasi nessuno dei testimoni ha sostenuto di conoscere una tecnologia in grado di continuare a manovrare dopo un colpo diretto di Hellfire, che è uno dei missili più potenti nel catalogo USA.

Pur affascinante, il video non offre risposte definitive. Non mostra la distruzione dell’oggetto, né prove chiare del materiale o origine. Non è certo che si tratti di tecnologia extraterrestre: l’unica verità certa è che il bersaglio non ha reagito secondo modello previsto.

Il missile Hellfire: caratteristiche

Per capire il “miracolo” — o l’anomalia — occorre conoscere cosa significhi sparare un Hellfire. Il missile Hellfire è un ordigno aria-terra di precisione, usato spesso da droni o elicotteri, impiegato per ingaggiare veicoli corazzati, obiettivi militari e bersagli strategici. È progettato per distruggere, non per “rimbalzare”.

Quando un sistema d’arma come l’Hellfire colpisce un bersaglio convenzionale (vehicolo, costruzione, sistema difensivo), lo distrugge o lo neutralizza, a meno che il bersaglio non abbia uno scudo eccezionale. Che un missile venga deviato, respinto o “assorbito” e che il bersaglio continui a manovrare è un’ipotesi che sfida le aspettative di qualsiasi analista militare ordinario.

Il caso yemenita non nasce nel vuoto. Per decenni gli appassionati e gli investigatori UFO hanno citato episodi in cui armi convenzionali sarebbero fallite contro oggetti misteriosi.

Nel 2015 la Marina USA fece trapelare tre video (Gimbal, GoFast, TicTac) catturati dalle camere infrarosse di jet militari. Questi video mostrano oggetti in manovra rapida, con accelerazioni improvvise, cambi di direzione e velocità che sfidano le leggi dell’aerodinamica nota. Alcuni ricercatori hanno provato a ricostruire traiettorie (come nel caso del video Gimbal) e ad analizzare le manovre, rilevando anomalie che restano inspiegate.

Un documento di ricerca recente ha cercato di ricostruire possibili traiettorie fisiche per Gimbal, verificando che le manovre registrate possono implicare accelerazioni e cambi di direzione con raggi minimi, senza contretto aerodinamico convenzionale — come se l’oggetto fosse soggetto ad altre leggi di movimento.

In uno dei resoconti dei testimoni militari nel corso dell’ultima udienza, è stato ricordato che uno degli oggetti “Tic Tac” avesse disturbato apparecchiature elettroniche e causato interferenze sul sistema radar: un dettaglio che torna spesso nelle storie di UAP.

Non mancano segnalazioni — spesso non verificate — in cui sistemi d’arma terrestri, difensivi o missilistici avrebbero fallito contro meteore, ordigni misteriosi o “glifi spaziali”. Allo stesso tempo, ci sono casi documentati di missili che non centrano il bersaglio per errori tecnici, guasti o sbagli di programmazione. Distinguere un “fallimento convenzionale” da un “fallimento contro tecnologia sconosciuta” è spesso impossibile con i pochi dati disponibili.

Il video dello Yemen si inserisce dunque in un filone che attraversa decenni di testimonianze, ascolti ufficiali, documenti declassificati e leggende militari.

Trasparenza e controllo

Il fatto che un video così esplosivo sia apparso al Congresso tramite un whistleblower e non come divulgazione controllata alimenta la questione della trasparenza. Per anni, le autorità americane (Pentagono, NASA, agencies di intelligence) hanno ammesso l’esistenza di UAP, ma con forte reticenza: molti documenti rimangono classificati, con scarse spiegazioni pubbliche.

Il deputato Burlison ha posto domande dirette: “Perché non possiamo vedere tutti questi video?” “Se l’oggetto trascina con sé i detriti, dove sono finiti?” Questi interrogativi, posti in un contesto istituzionale, diventano parte del dibattito sul potere dello stato e sul diritto dell’opinione pubblica alla conoscenza.

Per il grande pubblico, il messaggio è potente: anche i test militari ufficiali non sono immuni da misteri. Il fascino per l’ignoto, il mito degli alieni e la suggestione tecnologica permeano l’immaginario collettivo. Ogni nuovo video alimenta teorie, documentari, serie TV e speculazioni.

Ma c’è anche un rischio: che il sensazionalismo prenda il sopravvento, che si moltiplichino bufale, che il confine tra credibilità e fiction si assottigli ulteriormente.

In passato, molti casi UFO che suscitavano scalpore si sono poi rivelati spiegabili con fenomeni atmosferici, errori di navigazione, rifiuti spaziali. Occorre un approccio prudente: accogliere la potenzialità dell’ignoto, ma non derubricare la necessità di rigore.

Tra realtà e mito

Il video dello Yemen — un missile Hellfire che “rimbalza” su un oggetto volante — può apparire come il punto di incontro tra mito e tecnologia. Non è una prova definitiva dell’esistenza di civiltà extraterrestri, ma è un enigma tecnico che sfida le nostre certezze.

In un’epoca in cui il cielo è diventato oggetto di sorveglianza, strumenti avanzati e domande sul controllo, questo episodio ci ricorda che il confine tra il noto e l’ignoto è ancora molto labile.

11 Ottobre 2025
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