9:28 am, 26 Settembre 25 calendario

Bonus Casa al 50%: cosa cambia nel 2026, le ipotesi sul tavolo

Di: Redazione Metrotoday
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L’Italia si trova ancora una volta davanti a un bivio importante per chi ha in mente lavori di ristrutturazione o interventi di riqualificazione energetica sulla casa: i bonus edilizi così come li conosciamo stanno per subire modifiche sostanziali, sebbene il governo stia valutando la possibilità di prorogarli, almeno in parte, almeno fino al 2026, mantenendo alcune condizioni attuali.

Il quadro di partenza: cosa prevede oggi la normativa

Per comprendere le novità che si stanno sondando, è utile partire da ciò che è in vigore ora, nel 2025:

    Il Bonus Ristrutturazioni (che include anche l’ecobonus sugli interventi di efficientamento energetico, il sisma bonus per la sicurezza sismica, e altri incentivi collegati) è attualmente al 50% per la prima casa, con limite di spesa fino a 96.000 euro.

    Per le seconde case (o immobili non prima casa), la detrazione è inferiore: 36%.

    Altri bonus collegati (bonus mobili, elettrodomestici, bonus barriere architettoniche, altri interventi) hanno anch’essi misure specifiche, spesso legate ai lavori di ristrutturazione preesistenti.

    È previsto che, senza ulteriori interventi legislativi, alcune detrazioni calino significativamente: per esempio, dal 2026 il 50% potrebbe lasciar posto al 36% per la prima casa, e al 30% per le altre immobili.

Questo scenario ha messo imprese di costruzione, artigiani, consumatori e amministratori di condominio in stato di allerta: la domanda di interventi edilizi potrebbe risentire fortemente dei cambiamenti.

Le novità che il governo sta studiando

Parallelamente alle scadenze già programmate, il governo – in particolare con dichiarazioni della viceministra dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Vannia Gava – sta esplorando alcune ipotesi per attenuare l’impatto dei tagli, e per dare continuità alle politiche di incentivi edilizi e di efficienza energetica. Ecco cosa si sta valutando:

    Prolungamento del bonus al 50% per le ristrutturazioni anche nel 2026

    L’idea è di mantenere, almeno per la prima casa, la detrazione al 50% anche oltre il 2025, evitando che dal 1° gennaio 2026 scatti automaticamente la riduzione al 36%.

    Estensione del bonus 50% anche ad altri immobili, o esclusiva per la prima casa

    Mentre alcuni propongono che resti applicabile solo alla prima casa, altri ipotizzano che il bonus 50% possa essere esteso anche alle seconde case o ad altri immobili, anche se con condizioni più restrittive. Attualmente, come detto, le seconde case hanno detrazione al 36%. 

    Riduzione del periodo della detrazione fiscale da 10 a 5 anni

    Una delle proposte più concrete è che, per rendere l’incentivo più “leggero” e immediato per i contribuenti, il recupero della detrazione possa avvenire non più in dieci rate annuali, ma in 5 anni.

    Ripensamento del tetto massimo di spesa e delle condizioni accessorie

        Per mantenere il bonus al 50% per la prima casa, sembra che resterebbe invariato il limite di spesa a 96.000 euro.

        Per le seconde case, è previsto che il limite resti minore (es. 48.000 euro) e che la percentuale si riduca, se non verranno adottate proroghe specifiche.

    Coperture finanziarie e sostenibilità

    Nessuna misura diventa certezza senza che siano individuate le risorse per coprirle. Le stime parlano di circa 2 miliardi di euro necessarie per sterilizzare (ossia annullare) i tagli previsti e mantenere gli incentivi così come oggi.

Impatti economici e sociali

Le modifiche ipotizzate non sono neutre: avranno conseguenze varie su famiglie, imprese, settore edilizio, mercato immobiliare, efficienza energetica.

I potenziali benefici

    Famiglie proprietarie della prima casa: se il bonus al 50% sarà confermato per il 2026, queste famiglie potranno continuare a beneficiare di detrazioni elevate, rendendo più accessibili interventi come sostituzione infissi, lavori di coibentazione, impianti termici, ristrutturazioni interne.

    Imprese edili e fornitori: la certezza del mantenimento degli incentivi è fondamentale per programmare investimenti, attrezzature, salari, approvvigionamenti. Se le agevolazioni restano attrattive, aumenterà la domanda e si eviterà un calo drastico di commesse.

    Efficienza energetica e obiettivi ambientali: mantenere incentivi forti sostiene il percorso di decarbonizzazione degli edifici, riduce il consumo energetico, migliora qualità dell’aria e comfort abitativo.

I rischi e i penalizzati

    Proprietari di seconde case: rischiano di vedersi ridurre significativamente la detrazione, insieme al tetto di spesa. Per immobili non abitati o affittati, l’agevolazione potrebbe diventare meno conveniente.

    Contribuenti con scarsa capienza fiscale: ridurre il numero di anni per recuperare la detrazione (da 10 a 5) significa dover avere base imponibile IRPEF sufficiente per “godere” della detrazione. Chi paga poche tasse potrebbe non riuscire a sfruttarla appieno.

    Piani e progetti in corso: chi ha già impegni o ha pianificato lavori per il 2026 sotto certe condizioni potrebbe ritrovarsi con variazioni difficili da assorbire.

    Bilancio pubblico e stabilità finanziaria: se le risorse non vengono trovate, esistono rischi che il piano venga parzialmente disatteso, che si introducano vincoli compensativi o che emergano clausole restrittive.

Come siamo arrivati fin qui

Le agevolazioni fiscali per la casa non sono una novità di oggi, ma si sono evolute molto negli ultimi decenni. Alcuni passaggi fondamentali:

    Origini: il bonus ristrutturazioni nasce per incentivare il recupero urbano, miglioramenti abitativi, riduzione dell’evasione fiscale nel settore edilizio. Nel tempo sono stati introdotti strumenti legati all’efficienza energetica (ecobonus), al rischio sismico (sismabonus), al superbonus con aliquote elevate e possibilità di cessione del credito e sconto in fattura.

    Periodo del superbonus: negli anni recenti il superbonus fino al 110% ha attirato l’attenzione, ma ha anche generato criticità, costi per lo Stato, problemi di frode e contenziosi. In ragione di questo, il governo ha via via ridotto alcune modalità (cessione del credito, sconto in fattura) e ha previsto tagli progressivi.

    Riduzioni pianificate: già la Manovra 2025 prevedeva che dal 2026 alcune aliquote dovessero diminuire. La norma, infatti, stabiliva che senza proroga la detrazione per la prima casa passasse dal 50% al 36% e per le altre al 30% per alcuni interventi.

    Reazioni del mercato e delle associazioni: sindacati delle imprese edili, associazioni di settore, proprietari immobili hanno fatto pressioni per mantenere incentivi forti, segnalando che il settore edilizio è un volano per l’economia, soprattutto in tempi in cui inflazione, costi dei materiali, crisi energetica e difficoltà finanziarie delle famiglie pesano molto.

Le incognite da risolvere

Anche se molte delle ipotesi sono ben definite, restano numerosi elementi ancora da chiarire. Ecco i principali:

    La copertura finanziaria: il governo deve trovare circa 2 miliardi di euro per garantire il mantenimento del bonus 50% nel 2026. Da dove verrebbero queste risorse? Tagli altrove, nuove tasse, spostamenti di bilancio? Ogni pluriennale promessa dovrà essere compatibile con il quadro della finanza pubblica, le previsioni di crescita, l’impegno con l’Unione Europea.

    Limiti e massimali applicativi: resta da stabilire se i limiti di spesa (96.000 euro per la prima casa, 48.000 per le altre) rimarranno tali o subiranno rettifiche (generalmente al ribasso) per ridurre l’impatto sui costi totali.

    Tempi e modalità di detrazione: la proposta di passare da detrazione in 10 anni a detrazione in 5 anni è allettante, ma complicata. Serve un meccanismo equo per chi ha limiti di capienza fiscale e non può “spalmare” la detrazione oltre un certo reddito.

    Condizioni per accedere al bonus: ci sono vincoli relativi al tipo di intervento, alla classe energetica, al rispetto di norme edilizie locali, a questioni urbanistiche (permessi, CILA/SCIA, verifiche tecniche). Qualsiasi novità potrebbe introdurre restrizioni aggiuntive.

    Punibilità e controlli: la lotta alle frodi rimane centrale. Più alti sono gli incentivi, maggiore è il rischio di abusi, fatture fasulle, lavori non conformi. La struttura normativa e amministrativa dovrà prevedere controlli efficaci.

Strategie per chi vuole intervenire

Per cittadini, imprese, proprietari immobili, architetti, tecnici, ecco alcuni suggerimenti pratici per orientarsi nei prossimi mesi:

    Valutare di anticipare i lavori entro la fine del 2025, se possibile

    Se l’intervento è rimandabile ma urgente, potrebbe essere vantaggioso iniziarlo prima che scadano le aliquote al 50% o le condizioni migliori, per evitare incertezze.

    Tenere sotto controllo le bozze della Legge di Bilancio

    Parte delle novità saranno inserite in legge di bilancio: le bozze, le audizioni, le dichiarazioni dei ministri e della viceministra Gava sono indizi utili per capire shape definitiva. È importante anche monitorare i decreti attuativi e i commenti dell’Agenzia delle Entrate.

    Rivedere la capienza fiscale

    Chi non paga sufficientemente Irpef potrebbe non riuscire a sfruttare appieno la detrazione, soprattutto se la si accorcerà a 5 anni. Valutare con un commercialista se convenga diluire gli interventi, o strutturarli su più anni, oppure scegliere tipologie di lavori più piccoli ma con benefici immediati.

    Documentarsi bene su tipo di lavoro, permessi, impianti

    Verificare se serve CILA, SCIA, autorizzazioni edilizie, se il lavoro comporta modifiche strutturali o impiantistiche, se i materiali usati rispettano le classi energetiche richieste, ecc. Le specifiche tecniche spesso influiscono sull’ammissibilità al bonus.

    Richiedere preventivi e pianificare la liquidità

    Lavori e ristrutturazioni implicano costi anticipati: materiali, manodopera, documentazione. Avere chiaro il piano finanziario aiuta a evitare ritardi o sorprese. Chi può, può approfittare ora dei bonus al 50% per fare almeno una parte significativa dei lavori.

La questione del bonus casa non è solo una questione fiscale o burocratica: ha impatti reali su:

    Il valore del patrimonio immobiliare: case più efficienti valgono di più, si vendono meglio, costano meno da gestire.

    I bilanci delle famiglie: in un momento di costi dell’energia elevati, inflazione, pressione fiscale, ogni incentivo diventa leva importante per migliorare comfort e ridurre spese operative.

    Il settore edilizio e manifatturiero collegato: chi produce materiali isolanti, infissi performanti, impianti efficienti ecc. dipende da questi incentivi.

    Gli obiettivi ambientali nazionali ed europei: decarbonizzazione, riduzione delle emissioni, efficientamento energetico degli edifici — tutte priorità su cui gli incentivi edilizi hanno una forte leva.

Se il bonus al 50% viene mantenuto anche nel 2026, con alcune modifiche accettabili (come la riduzione del periodo di detrazione), potremmo evitare un salto nel vuoto per molte famiglie e imprese. Se invece i tagli invece si concretizzeranno senza appello, l’effetto sul mercato edilizio e sull’efficienza energetica potrebbe essere brusco.

26 Settembre 2025 ( modificato il 25 Settembre 2025 | 9:33 )
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