10:26 am, 8 Settembre 25 calendario

Tragedia nelle acque di Sydney

Di: Redazione Metrotoday
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Un sabato mattina che doveva essere ordinario si è trasformato in tragedia per la comunità surfista di Dee Why e dintorni: Mercury “Merc” Psillakis, surfista esperto, padre di famiglia e punto di riferimento locale, è rimasto vittima di un attacco mortale da parte di un grosso squalo al largo di Long Reef Beach, provocando un profondo shock e un acceso dibattito su sicurezza e mitigazione dei rischi in mare.

Il giorno della tragedia

Alle prime ore del mattino del 6 settembre 2025, intorno alle 9:30—10:00, Mercury Psillakis si è immerso insieme ad alcuni amici nel tradizionale surf mattutino. Dopo circa mezz’ora – pochi istanti immortalati in un grido disperato – è stato attaccato da un enorme squalo, stimato tra i 5 e i 6 metri di lunghezza

Testimoni oculari hanno raccontato di un attacco fulmineo: uno di loro ha sentito il 57enne gridare “non voglio essere morso, non mordere”, proprio mentre il predatore emergeva con la sua pinna dorsale, prima di affondare verso di lui con la coda—una distanza tra le due parti della creatura stimata in quattro metri

Il corpo di Psillakis, con ferite devastanti e la tavola spezzata in due, è stato riportato a riva dagli amici: nonostante la rapida corsa dei soccorsi, per lui non c’è stato nulla da fare

Chi Era Mercury “Merc” Psillakis

Mercury Psillakis, 57 anni, era molto più di un surfista: figura centrale della comunità di Dee Why, surfista appassionato, pieno di vita, titolare di un’attività locale (vendita di piante esotiche), amatissimo dalla sua famiglia—una moglie e una figlia piccola—e legatissimo al fratello gemello Mike, noto costruttore di tavole da surf (Psillakis Surfboards)

Ricordato come “accogliente, generoso, positivo”, aveva vinto in passato il titolo di campione del Long Reef Boardriders Club nel 1994

La sua reazione eroica nei confronti dei compagni: avrebbe cercato di metterli in salvo, radunandoli, prima dell’improvviso attacco alle sue spalle

L’impatto emotivo è stato immediato e profondo. Vicini surfisti e residenti hanno reagito con dolore e indignazione, scrivendo messaggi di solidarietà a sostegno della moglie e della figlia. Molti si sono fatti forza promettendo di tornare in acqua in suo nome, nonostante il trauma e la paura

Le autorità hanno chiuso le spiagge da Dee Why a Long Reef e più ampiamente da Manly a Narrabeen per almeno 24–72 ore, attivando droni, mezzi navali e pattugliamenti aerei

Una tragedia rara

Gli attacchi mortali di squali in Australia restano eventi rari. Questo è il primo in Nuovo Galles del Sud nel 2025 e solo il secondo sul tratto di costa con rete anti-squalo dopo decenni

Inizialmente era in funzione una rete protettiva, il che solleva interrogativi sulla sua efficacia

Il dibattito pubblico si è subito acceso: mentre alcuni ritengono che le reti attirino gli squali anziché tenerli lontani (ad esempio il fotografo locale Steve Cummings), altri difendono la loro storica funzione protettiva

Il governo ha sospeso un progetto di eliminazione delle reti anti-squalo e sta valutando alternative più rispettose dell’ambiente – come Smart Drumlines, rilevatori acustici e sorveglianza con droni – per migliorare la sicurezza e proteggere la fauna marina

Altri episodi recenti

Questa tragica morte non è un caso isolato nel 2025 australiano. Già a febbraio una donna è deceduta nella parte orientale, a marzo un surfer ha perso la vita nel Sud, e in Queensland un sub è stato attaccato in dicembre

Nel 2024, si ricordano altri casi drammatici: tra questi quello di Khai Cowley, 15enne surfista morto sulla Yorke Peninsula; furono centinaia i partecipanti al suo Memorial Paddle Out .

Ogni episodio riporta sotto i riflettori il sottile equilibrio tra amore per il mare e fragilità della vita. E invita a considerare nuove strategie di sicurezza.

La morte di Mercury Psillakis rappresenta una ferita profonda per la comunità di Dee Why—a cui ha restituito, in quel tragico momento, il volto di una persona comune ma straordinariamente amata. Surfista, padre, amico, difensore degli altri: la sua ultima ondata è un monito e un lascito al mondo che lo seguiva tra le onde.

La tragedia solleva questioni cruciali su sicurezza, tecnologia, conservazione dell’ambiente e cultura del mare. Sotto la superficie calma del surf si cela un universo complesso e fragile, che richiede rispetto, prudenza e innovazione.

8 Settembre 2025
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