Una città “offline”: la nuova guerra contro il cellulare alla guida

Il sole picchia forte sulle strade della città partenopea, ma la vera calura è quella che si respira in un ufficio della Polizia Municipale. I numeri parlano chiaro: 384 patenti ritirate in un mese, dal 16 luglio al 16 agosto, per uso del cellulare alla guida. Un dato che segna un punto di non ritorno nella lotta alla distrazione al volante. Un fenomeno che, nonostante le campagne di sensibilizzazione, continua a mietere vittime.
Dal 14 dicembre 2024, con l’entrata in vigore della riforma del Codice della Strada voluta dal governo, l’articolo 173 ha inasprito le sanzioni per chi utilizza il cellulare alla guida. La multa è passata da 165 a 250 euro, con la decurtazione di 5 punti dalla patente e la sospensione immediata della licenza da 15 giorni a due mesi. In caso di recidiva, la sanzione sale a 350 euro, con 10 punti in meno e sospensione da uno a tre mesi. Eppure, nonostante la severità delle pene, molti conducenti continuano a ignorare le regole.
Per contrastare questo comportamento, la Polizia Municipale di Napoli ha avviato l’operazione “Offline”, intensificando i controlli nelle zone nevralgiche della città. Gli agenti, in uniforme e in borghese, hanno sorpreso centinaia di automobilisti con il cellulare in mano. Le pattuglie in moto del Gruppo Intervento Territoriale si sono rivelate particolarmente efficaci nel cogliere sul fatto i trasgressori. Il risultato è stato un numero record di patenti ritirate, segno che la tolleranza verso questa infrazione è ormai ai minimi storici.
Ma perché, nonostante le sanzioni, l’uso del cellulare alla guida continua a essere così diffuso? La risposta è complessa e affonda le radici in una cultura della distrazione che permea la nostra società. La distrazione da smartphone è responsabile di circa il 20% degli incidenti in Italia, superando anche alcol e velocità. Eppure, molti automobilisti considerano l’uso del cellulare alla guida come un “peccato veniale”, una piccola infrazione che non comporta reali rischi.
La tecnologia come nemico
Il paradosso è che la tecnologia, che dovrebbe semplificare la nostra vita, spesso diventa la causa della nostra distrazione. Le notifiche, i messaggi, le chiamate: tutto sembra urgente, tutto sembra importante. Ma basta un secondo di disattenzione per trasformare una giornata ordinaria in una tragedia. Eppure, molti continuano a credere che “tanto non succede mai a me”.
La maggior parte dei trasgressori è composta da giovani tra i 18 e i 30 anni. Ma non mancano adulti e professionisti, spesso con anni di esperienza alla guida, che cedono alla tentazione del cellulare. Inoltre, molti dei fermati avevano meno di 20 punti sulla patente, il che ha comportato la cosiddetta “sospensione breve”, con il documento trattenuto per ulteriori sette giorni.
L’assessore alla Polizia Municipale ha dichiarato: “Abbiamo scelto il nome ‘Offline’ per ricordare che alla guida bisogna disconnettersi. Telefonare o scrivere messaggi riduce l’attenzione e rallenta i riflessi. Studi confermano che l’uso del cellulare quadruplica il rischio di incidente, con effetti paragonabili all’assunzione di alcolici prima della guida”. Una dichiarazione che sottolinea l’importanza di una guida responsabile e consapevole.
Il futuro della sicurezza stradale
La lotta alla distrazione al volante è solo all’inizio. Le istituzioni stanno valutando l’installazione di telecamere per il rilevamento automatico delle infrazioni e l’introduzione di tecnologie avanzate per monitorare l’uso del cellulare durante la guida. Ma la vera sfida è culturale: cambiare la mentalità degli automobilisti, far comprendere loro che ogni messaggio inviato alla guida può essere l’ultimo.
Napoli sta vivendo una vera e propria “rivoluzione” nella sicurezza stradale. Le sanzioni più severe e i controlli intensificati hanno portato a un numero record di patenti ritirate. Ma la battaglia è ancora lunga. Solo con una maggiore consapevolezza e responsabilità da parte di tutti si potrà sperare di ridurre il numero di incidenti causati dalla distrazione al volante. Perché, come sottolinea l’assessore, “nessuna telefonata, messaggio o notifica vale una vita”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA