5:21 pm, 18 Agosto 25 calendario

Sesso, il rischio corre sui social: rimedi creativi e disinformazione contraccettiva

Di: Redazione Metrotoday
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Nel mondo iperconnesso dei social network, parlare di sesso e contraccezione è diventato parte integrante del flusso quotidiano di contenuti. Su piattaforme come TikTok, Instagram e altri canali frequentati soprattutto dai più giovani, circolano con facilità brevi video in cui utenti comuni e influencer dispensano consigli su come evitare gravidanze indesiderate. Non sempre, però, si tratta di informazioni corrette: anzi, sempre più spesso vengono proposti rimedi “creativi” e metodi alternativi, privi di qualsiasi fondamento scientifico.

Rimedi improbabili e credenze virali

Tra i suggerimenti che circolano online figurano semi di papaya utilizzati come contraccettivo naturale, olio di cocco e di neem indicati come presunti spermicidi, fino ad arrivare al semplice monitoraggio del ciclo mestruale presentato come unica garanzia di protezione. Queste pratiche, promosse come alternative “naturali” alla pillola o ad altri metodi scientificamente validati, rischiano di generare false sicurezze e, di conseguenza, gravidanze non pianificate.

Il problema principale è che i video diffusi sui social raramente spiegano i limiti reali di questi approcci. Spesso vengono presentati come facili, sicuri e privi di effetti collaterali, ma la realtà clinica è ben diversa: senza un utilizzo rigoroso e senza una conoscenza approfondita del proprio corpo, l’efficacia di questi metodi si abbassa drasticamente.

La sfiducia verso i medici

Accanto alla diffusione di rimedi fantasiosi, si registra anche un altro fenomeno: la crescente diffidenza nei confronti dei professionisti della salute. In molti contenuti, medici e operatori sanitari vengono descritti come legati a logiche industriali o poco attenti ai reali bisogni delle donne. Questa narrazione alimenta la sensazione che i metodi contraccettivi scientifici siano “pericolosi” o “innaturali”, contribuendo ad allontanare i giovani da strumenti sicuri e collaudati.

In questo contesto, il linguaggio diretto e informale degli influencer riesce ad avere più presa rispetto al tono formale degli esperti. L’algoritmo delle piattaforme, che amplifica i contenuti più coinvolgenti, premia chi crea narrazioni accattivanti piuttosto che chi fornisce spiegazioni basate su dati reali.

Conseguenze concrete

La disinformazione contraccettiva non rimane confinata al mondo virtuale. Le sue conseguenze sono tangibili: giovani che scelgono di abbandonare la pillola senza un consulto medico, coppie che si affidano esclusivamente al calcolo dei giorni fertili, ragazzi che credono in rimedi casalinghi privi di ogni validità. Tutto questo aumenta il rischio di gravidanze indesiderate, con ripercussioni personali, sociali ed economiche.

Il ruolo della salute pubblica

Per contrastare queste derive, diventa fondamentale un maggiore impegno delle istituzioni sanitarie e delle associazioni che si occupano di salute riproduttiva. Servono campagne mirate, capaci di parlare la lingua dei social e di coinvolgere attivamente i giovani. Un’alleanza tra professionisti e influencer affidabili potrebbe trasformare i canali digitali da veicolo di disinformazione a strumenti di educazione e consapevolezza.

La sfida è culturale: riportare al centro la fiducia, il dialogo e la conoscenza scientifica, senza rinunciare alla chiarezza e all’immediatezza che i social richiedono.

Verso una comunicazione più sicura

I social media non sono solo un rischio: se usati bene, possono diventare un alleato prezioso. Contenuti accattivanti, spiegati con linguaggio semplice e supportati da dati corretti, possono aiutare le nuove generazioni a fare scelte più consapevoli. La sessualità e la contraccezione non devono essere terreno fertile per miti e paure, ma strumenti di libertà e responsabilità.

18 Agosto 2025
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