8:00 am, 18 Agosto 25 calendario

L’autofluorescenza cutanea come prevenzione per la malattia renale diabetica

Di: Redazione Metrotoday
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La malattia renale diabetica (DKD) è una delle complicanze più gravi e comuni del diabete di tipo 2. Spesso silenziosa ma progressiva, rappresenta una delle principali cause di insufficienza renale cronica. Identificare precocemente i soggetti a rischio di DKD è fondamentale per intervenire tempestivamente e rallentare il danno renale.

Recenti ricerche suggeriscono che un semplice esame non invasivo della pelle, basato sull’autofluorescenza, potrebbe diventare un alleato prezioso nella prevenzione della DKD.

Che cos’è l’autofluorescenza cutanea?

Con il passare del tempo, le persone con diabete accumulano nel loro tessuto cutaneo i prodotti finali della glicazione avanzata (AGE), molecole dannose che si formano quando gli zuccheri si legano a proteine, lipidi o DNA. Gli AGE contribuiscono all’invecchiamento dei tessuti e allo sviluppo di complicanze croniche, in particolare a livello renale, vascolare e oculare.

L’autofluorescenza cutanea (SAF) è una tecnologia innovativa che utilizza un sensore posizionato sulla pelle dell’avambraccio per misurare indirettamente la quantità di AGE nel derma. Questo esame è rapido, indolore e non richiede prelievi.

Uno studio sul legame tra pelle e reni

Un gruppo di ricercatori ha analizzato dati provenienti da 1259 pazienti con diabete di tipo 2 ricoverati in ospedale, confrontando i livelli di SAF con parametri della funzionalità renale, come il filtrato glomerulare stimato (eGFR) e il rapporto albumina/creatinina urinario (UACR), entrambi indicatori chiave della salute renale.

I risultati hanno rivelato che:

Un aumento di 1 unità di SAF è associato a un incremento dell’1,6% del rischio di sviluppare malattia renale diabetica.

La probabilità di DKD cresce progressivamente con valori di SAF più elevati, seguendo una chiara relazione dose-risposta.

La SAF ha mostrato una correlazione più stretta con la DKD rispetto all’emoglobina glicata (HbA1c), il parametro tradizionalmente utilizzato per monitorare il controllo glicemico.

Un SAF più elevato è correlato a una diminuzione della funzionalità renale (con un calo di eGFR) e a un aumento dell’albuminuria, entrambi segnali precoci di danno renale.

Significato clinico dell’autofluorescenza cutanea

In termini pratici, questo studio suggerisce che l’autofluorescenza cutanea potrebbe diventare un utile indicatore precoce per identificare i pazienti diabetici a maggior rischio di sviluppare danni renali, anche in presenza di valori di glicemia media apparentemente “buoni” (HbA1c).

L’integrazione della SAF con gli esami di laboratorio tradizionali permetterebbe un monitoraggio più completo e personalizzato del rischio renale nei pazienti con diabete di tipo 2.

La pelle può rivelare molto di più di quanto immaginiamo. Monitorare i livelli di autofluorescenza cutanea nei pazienti diabetici potrebbe diventare un nuovo strumento per prevenire le complicanze renali e migliorare la qualità della vita.

18 Agosto 2025 ( modificato il 2 Agosto 2025 | 0:01 )
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