12:31 am, 14 Agosto 25 calendario

Dove è finito il Medico di Famiglia ?

Di: Redazione Metrotoday
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La medicina generale sta vivendo un periodo critico, con un silenzio inquietante che circonda la figura del medico di famiglia, sempre più rara. Questo non è un fenomeno improvviso, ma una lenta dissoluzione che si acuisce durante l’estate, quando le legittime ferie dei professionisti portano a una carenza di medici. La situazione è aggravata dalla mancanza di sostituti, poiché il medico di medicina generale è un libero professionista convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), privo delle strutture e del supporto che caratterizzano i lavoratori dipendenti.

Pronto soccorso: ultima spiaggia per i pazienti

Quando i pazienti non riescono a contattare il loro medico di fiducia, spesso si rivolgono al pronto soccorso, un servizio aperto 24 ore su 24. Questo porta a un uso improprio dell’emergenza e urgenza, con il sovraffollamento dei pronto soccorso e tempi di attesa insostenibili per chi ha realmente bisogno di assistenza.

Ogni anno, si stima che tra 1.500 e 2.000 medici di famiglia vadano in pensione, senza che vi siano sostituti in grado di colmare il vuoto. Il vero problema è che la medicina generale non è più un percorso attrattivo. Non mancano medici in Italia, ma molti scelgono di non intraprendere la carriera di medico di famiglia, un percorso meno retribuito e privo di garanzie rispetto ad altre specializzazioni.

La necessità di poliambulatori e Case di comunità

Il medico di medicina generale si trova a dover gestire una varietà di ruoli: da segretario a manager, a centralinista e commercialista, oltre a dover trovare sostituti a proprie spese durante le ferie. In risposta a queste sfide, sempre più medici optano per associarsi in poliambulatori, condividendo spazi e costi, il che può aiutare a migliorare l’efficienza, ma non deve essere confuso con il concetto di Casa di comunità.

Le Case di comunità dovrebbero rappresentare un presidio pubblico territoriale in grado di rispondere a bisogni sanitari complessi senza ricorrere all’ospedale, ma secondo i dati dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas), solo 485 delle 1.717 Case di comunità previste dal PNRR sono attualmente attive, e solo 46 offrono tutti i servizi necessari, inclusi medici e infermieri.

La perdita della medicina del contatto

Questa crisi della medicina territoriale porta con sé la scomparsa della medicina del contatto. I pazienti più fragili, come anziani e non autosufficienti, rimangono spesso chiusi in casa, senza assistenza. La figura del medico di famiglia rischia di diventare mitologica, ricordata con nostalgia, ma sempre più assente.

Con la diminuzione del numero di medici di famiglia, aumenta il carico di lavoro per quelli rimasti, riducendo il tempo dedicato a ciascun paziente e compromettendo la qualità dell’assistenza. L’irreperibilità del medico e i lunghi tempi di attesa rendono l’accesso alle cure difficile, in particolare per le persone anziane e con mobilità ridotta. In Italia, si stima che tra 3 e 4 milioni di persone siano senza medico di famiglia, una situazione che ha gravi ripercussioni sulla salute individuale e sull’efficienza dell’intero sistema sanitario.

14 Agosto 2025 ( modificato il 12 Agosto 2025 | 0:36 )
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