Laura Santi ottiene il suicidio assistito in lotta per i diritti civili

Laura Santi, la giornalista cinquantenne di Perugia affetta da sclerosi multipla da venticinque anni, è morta ieri nella sua abitazione, auto-somministrandosi un farmaco letale nell’ambito del suicidio assistito. Attivista e consigliera dell’Associazione Luca Coscioni, Laura ha intrapreso un lungo percorso legale di tre anni per ottenere il diritto a porre fine alle sue sofferenze, accompagnata dal marito Stefano Massoli.
Colpita da una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla, Laura ha ricevuto l’approvazione dalla sua Asl, l’Usl Umbria 1, solo lo scorso mese dopo un iter complesso e prolungato. Il farmaco letale e la strumentazione necessari sono stati forniti dall’azienda sanitaria, e il personale medico che l’ha assistita ha operato su base volontaria.
Il messaggio di addio
“Ricordatemi come una donna che ha amato la vita“, ha scritto Laura nella sua lettera di addio, affidata all’Associazione Luca Coscioni. “Quando leggerete queste righe io non ci sarò più, perché avrò deciso di smettere di soffrire,” ha proseguito, esprimendo il desiderio di essere compresa per la sua scelta. Laura ha riflettuto sul dolore che ha affrontato e sull’importanza di vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo.
Ha anche sottolineato che “qualsiasi vita resta degna di essere vissuta, anche nelle condizioni più estreme“, ma ha affermato che la decisione di come vivere o morire deve spettare a ciascun individuo.
Un appello ai diritti e alle libertà
Laura ha rivolto un abbraccio ideale a tutti coloro che le erano vicini, esprimendo gratitudine per il supporto ricevuto. Ha esortato a continuare la lotta per i diritti e le libertà individuali, ponendo l’accento sull’importanza di una buona legge sul fine vita che rispetti i malati. “Esercitate il vostro spirito critico, organizzatevi, non restate a guardare: potrebbe riguardare anche voi o i vostri cari”, ha avvertito.
Il primo caso di suicidio assistito in Umbria
Quello di Laura Santi è il primo caso di suicidio assistito in Umbria. Dopo un lungo e complesso iter legale, ha ottenuto il via libera per accedere al fine vita, sottolineando che “la vita è degna di essere vissuta, se uno lo vuole, anche fino a 100 anni e nelle condizioni più feroci”.
La sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, ha espresso profondo dolore e commozione per la perdita di Laura, ricordando la sua determinazione nella lotta per i diritti civili e la dignità umana, in particolare riguardo al tema del fine vita. “Laura ha aperto un dialogo che ha coinvolto tanti di noi“, ha affermato la sindaca.
La morte di Laura Santi segna un momento significativo nella discussione sul suicidio assistito in Italia e mette in luce la necessità di una legislazione che rispetti le scelte individuali delle persone che vivono situazioni di sofferenza estrema. La sua storia è un richiamo all’importanza di garantire diritti e libertà a tutti i cittadini.
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