Gaza City, si continua a morire: attacco notturno e emergenza umanitaria

Un attacco notturno ha colpito un campo di tende a Gaza City, dove sfollati palestinesi si erano rifugiati. Carri armati israeliani hanno aperto il fuoco contro il ‘Beach Camp’, causando almeno 14 morti e 25 feriti, secondo fonti sanitarie locali. Tra le vittime ci sono bambini e donne, come riportato dall’agenzia palestinese Wafa.
Il campo ospitava cittadini di Gaza sfollati da altre aree della Striscia settentrionale. Le forze israeliane, posizionate a nord del campo di Shati, hanno attaccato il complesso di tende durante la notte. Al momento, non ci sono stati commenti ufficiali da parte delle IDF riguardo a questa operazione.
Dall’alba di oggi, gli attacchi israeliani hanno portato a un bilancio di almeno 31 morti in tutta Gaza, con sette persone uccise mentre attendevano aiuti umanitari, secondo quanto riportato da Al Jazeera.
La crisi umanitaria
La situazione umanitaria a Gaza continua a deteriorarsi. L’agenzia Wafa ha segnalato che altri due bambini sono morti di malnutrizione, portando il totale a 21 decessi tra i minori negli ultimi tre giorni. Le autorità palestinesi stimano che oltre 17.000 bambini nella Striscia soffrano attualmente di malnutrizione acuta a causa della carenza di cibo e acqua. Le difficoltà sono particolarmente gravi nel nord di Gaza, dove l’assistenza umanitaria è scarsa.
Il programma di aiuti della Gaza Humanitarian Foundation opera solo nel centro e nel sud della Striscia, mentre molte famiglie nel nord sono rimaste senza supporto. Nonostante ci siano circa 6.000 camion carichi di cibo e medicine fermi in Giordania ed Egitto, l’accesso a questi aiuti è bloccato in attesa dell’approvazione israeliana.
Le dichiarazioni dei leader religiosi e politici
Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, ha descritto la situazione come “moralmente inaccettabile”. Durante una conferenza stampa, ha sottolineato che “l’aiuto umanitario non è solo necessario, è una questione di vita o di morte“. Ha evidenziato l’umiliazione che provano le persone in cerca di cibo e riparo, affermando che la situazione attuale è ingiustificabile.
Kaja Kallas, Alta rappresentante dell’UE per la Politica estera, ha condannato l’uccisione di civili in cerca di aiuti, sostenendo che “se Israele non rispetta le sue promesse, tutte le opzioni restano sul tavolo”. Ha richiamato l’attenzione sull’importanza di garantire la sicurezza degli aiuti umanitari e ha chiesto un immediato cessate il fuoco.
La situazione a Gaza continua a essere critica, con un alto numero di morti e feriti tra la popolazione civile, in particolare tra i più vulnerabili come donne e bambini.
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