L’attacco di Israele alla prigione di Evin deve essere indagato come crimine di guerra

Amnesty International ha lanciato un allarme dopo un’approfondita indagine, dichiarando che l’attacco intenzionale di Israele contro la prigione di Evin, situata a Teheran, rappresenta una grave violazione del diritto internazionale umanitario e deve essere considerato un crimine di guerra. La ricerca ha utilizzato video verificati, immagini satellitari, testimonianze oculari e interviste con le famiglie delle persone detenute per giungere a questa conclusione.
Secondo le informazioni raccolte, Israele ha lanciato più attacchi sulla prigione di Evin, provocando morti e feriti tra i civili, con almeno 80 vittime, tra cui un bambino di cinque anni. Gli attacchi sono stati condotti in un giorno lavorativo e in orario in cui molte aree del carcere erano affollate di civili. Dopo l’attacco, alti funzionari israeliani hanno espresso pubblicamente la loro soddisfazione sui social media.
Il diritto internazionale umanitario considera le prigioni come obiettivi civili e non è emersa alcuna prova credibile che giustifichi l’attacco a Evin come obiettivo militare. “Le prove suggeriscono che Israele ha deliberatamente attaccato strutture civili, un atto rigorosamente vietato dal diritto internazionale umanitario”, ha affermato Erika Guevara-Rosas di Amnesty International.
Al momento degli attacchi, si stima che nella prigione di Evin ci fossero tra 1500 e 2000 detenuti, inclusi difensori dei diritti umani e dissidenti. Gli attacchi sono avvenuti durante il periodo delle visite ai prigionieri, aumentando il rischio per i civili presenti.
Amnesty International ha richiesto che le autorità giudiziarie a livello globale garantiscano che i responsabili di tali attacchi siano portati davanti alla giustizia, utilizzando il principio della giurisdizione universale. Le autorità iraniane, d’altro canto, devono garantire che la Corte Penale Internazionale possa esercitare la sua giurisdizione su eventuali crimini commessi sul loro territorio.
Tra i dettagli degli attacchi, si segnala che l’aviazione israeliana ha colpito la prigione di Evin il 23 giugno 2025, causando danni estesi e distruzioni. I rapporti indicano che diverse persone, inclusi civili e membri del personale penitenziario, sono state uccise o ferite. Testimonianze di residenti locali descrivono il terrore e la devastazione seguiti all’attacco.
Amnesty International ha confermato la morte di numerosi civili, tra cui operatori sociali e ragazzi in servizio militare, e ha ricevuto rapporti di feriti gravi tra i detenuti. “Le forze israeliane avrebbero dovuto sapere che attaccare la prigione di Evin avrebbe potuto causare danni significativi ai civili”, ha aggiunto Guevara-Rosas.
Il contesto di questo attacco si inserisce in un’escalation di ostilità tra Israele e Iran, durante la quale sono state registrate centinaia di morti da entrambe le parti. Amnesty International ha avviato un’azione urgente per garantire la sicurezza delle persone trasferite da Evin dopo gli attacchi e attualmente soggette a condizioni inumane.
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