8:06 pm, 17 Luglio 25 calendario

Dazi americani: possibili impatti sui vini italiani e strategie per il futuro

Di: Redazione Metrotoday
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Capire cosa succederà realmente riguardo ai dazi statunitensi è una vera e propria incognita, mentre le trattative tra Stati Uniti e Unione Europea proseguono, accompagnate da dichiarazioni e discussioni. Attualmente, i dazi al 10% rappresentano già un freno significativo, ma l’eventuale aumento al 30% annunciato da Trump, previsto per il 1° agosto, potrebbe avere effetti devastanti, configurandosi come un vero e proprio “embargo de facto”, soprattutto per i vini più esposti nel mercato statunitense.

In particolare, i vini italiani come Prosecco, Pinot Grigio, Chianti, Brunello di Montalcino, Barolo e Nero d’Avola dalla Sicilia sono tra i più vulnerabili, secondo l’osservatorio di Edoardo Freddi, un’importante realtà italiana nell’export vitivinicolo. Questa organizzazione gestisce oltre 60 cantine, tra cui marchi noti come Marchesi di Barolo e San Michele Appiano, con un fatturato previsto nel 2024 superiore a 112 milioni di euro (+8,2% rispetto al 2023) e oltre 30 milioni di bottiglie commercializzate, principalmente negli Stati Uniti, Germania, Svizzera, Danimarca, Singapore, Giappone e Vietnam.

Con il possibile inasprimento dei dazi americani sui prodotti europei, si apre un nuovo capitolo per il vino italiano negli Stati Uniti. Sebbene non ci sia motivo di allarmarsi, è importante considerare che alcune denominazioni potrebbero risultare più esposte di altre”, afferma Edoardo Freddi. Secondo le stime dell’“Osservatorio Edoardo Freddi International”, tra i vini a maggior rischio ci sono il Prosecco (46% dei pareri), seguito dal Pinot Grigio (40%), Chianti (36%) e Chianti Classico (35%). Il Brunello di Montalcino occupa la quinta posizione (31%), seguito da Barolo (28%) e Barbaresco (26%). Altri vini a rischio includono l’Amarone (22%), il Montepulciano d’Abruzzo (19%) e il Nero d’Avola (16%).

Questi vini, per il loro successo commerciale, riconoscibilità e volumi esportati, rappresentano una parte fondamentale del vino italiano negli USA. Un cambiamento nei costi doganali potrebbe influire sulle dinamiche di prezzo e competitività sugli scaffali”, commenta Freddi. Tuttavia, invita il settore a riflettere su nuove strategie, come la diversificazione dei mercati, il rafforzamento del valore percepito e investimenti in branding e storytelling per consolidare il legame con il consumatore americano. “Il vino italiano, già abituato a navigare scenari globali complessi, ha gli strumenti per affrontare anche questa sfida. È fondamentale rimanere vigili”.

17 Luglio 2025
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