Fine vita: il Senato approva il testo base, ma le opposizioni contestano

Il disegno di legge (ddl) sul fine vita ha ricevuto il via libera come testo base dalle commissioni Giustizia e Sanità del Senato, seguendo il voto avvenuto questa mattina a Palazzo Madama. Il testo, elaborato dalla maggioranza, è stato approvato con il voto contrario di tutte le opposizioni, che hanno sollevato diverse critiche.
Entro le 11 dell’8 luglio, i gruppi parlamentari potranno presentare emendamenti al ddl, che è previsto in Aula il 17 luglio. Questo provvedimento regola le decisioni mediche e legali riguardanti le fasi terminali della vita di una persona gravemente malata, suscitando un acceso dibattito politico.
Tra le principali novità del ddl sul fine vita, emerge la riduzione del periodo minimo per ripresentare la richiesta di suicidio medicalmente assistito, che passa da quattro anni a sei mesi, nel caso in cui la richiesta precedente fosse stata respinta. L’articolo 4 stabilisce che, se non vengono riconosciuti i requisiti richiesti dalla storica sentenza della Corte costituzionale del 22 novembre 2019, n. 242, la richiesta potrà essere ripresentata solo dopo aver dimostrato di aver acquisito i requisiti necessari, ma non prima di 180 giorni.
Inoltre, nel testo è stato rimosso l’aggettivo ‘etico’ dalla denominazione del Comitato nazionale di valutazione, che avrà il compito di esaminare le richieste di accesso al suicidio assistito. Questo organismo, confermando la sua composizione e modalità di nomina, sarà composto da sette membri, tra cui un giurista, un bioeticista, medici specialisti e un infermiere, e lavorerà a titolo gratuito per un periodo di cinque anni.
Le opposizioni continuano a criticare il ddl, in particolare per l’esclusione del Servizio sanitario nazionale riguardo al personale e alle risorse necessarie.
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