Lo Stretto di Hormuz: cuore strategico del commercio energetico e rischio di conflitto

Lo Stretto di Hormuz, noto in arabo come Bab as-Salam (“Porta della Pace”), si trova all’ingresso meridionale del Golfo Persico, sulla penisola dell’Oman, e rappresenta una delle vie marittime più strategiche del mondo. Questo passaggio è fondamentale non solo per il commercio energetico globale, ma anche per la stabilità geopolitica della regione.
Importanza strategica
Circa un quarto del traffico globale di petrolio e un terzo di quello di gas naturale transitano attraverso questo stretto. Secondo le stime di Confartigianato, oltre un quinto del gas naturale liquefatto passa per Hormuz. Ogni giorno, circa 15 milioni di barili di petrolio attraversano questa rotta. Gli esperti avvertono che un blocco totale dello stretto potrebbe far schizzare il prezzo del petrolio oltre i 200 dollari al barile, con gravi conseguenze per l’economia globale, in particolare per la Cina, uno dei principali beneficiari delle esportazioni energetiche provenienti da Hormuz.
Accordi e regolamentazioni
I percorsi di passaggio sono stabiliti congiuntamente tra Iran e Oman, a seguito di accordi stipulati nel 1975, e sono regolamentati per evitare collisioni, utilizzando uno schema di separazione del traffico. Tuttavia, la situazione geopolitica nella regione rimane tesa, con l’Iran che ha minacciato più volte di chiudere lo stretto, specialmente in momenti di conflitto, come durante la guerra Iran-Iraq (1980-1988).
Conseguenze di un blocco
I principali paesi arabi interessati dalla sicurezza dello Stretto di Hormuz sono Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar. Mentre gli Emirati hanno trovato alcune alternative parziali al commercio marittimo via Hormuz, il Qatar rimane quasi totalmente dipendente da questo passaggio. Le minacce di chiusura dello stretto da parte dell’Iran sono state frequenti, specialmente dal 2008, e hanno portato paesi come Arabia Saudita e Emirati a diversificare le loro rotte di esportazione.
Implicazioni globali
La chiusura dello Stretto di Hormuz non solo influenzerebbe i mercati energetici, ma potrebbe anche innescare una crisi economica globale. Oltre agli Stati Uniti, che potrebbero essere un obiettivo principale della ritorsione iraniana, la Cina subirebbe danni significativi a causa della sua dipendenza dalle esportazioni energetiche che transitano per questo stretto.
Con l’aumento delle tensioni geopolitiche nella regione, la situazione dello Stretto di Hormuz rimane critica.
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