Fine Vita: la Corte Costituzionale sollecita il Legislatore a garantire diritti e assistenza

La Corte Costituzionale ha rinnovato il suo appello al Legislatore riguardo alla legge sul Fine vita, sottolineando che spetta alla Repubblica garantire “adeguate forme di sostegno sociale, assistenza sanitaria e sociosanitaria domiciliare continuativa”.
Queste forme di assistenza sono cruciali, poiché possono influenzare le scelte delle persone malate, determinando il confine tra la scelta di vivere e la richiesta di morire.
In un’ordinanza recente, la Corte ha ribadito l’importanza di una pronta attuazione delle disposizioni stabilite nella sentenza n. 242 del 2019. Ha affermato che la legislazione può essere modificata dal Legislatore, tenendo conto delle esigenze evidenziate dalla pronuncia attuale.
La Corte ha confermato che il requisito del trattamento di sostegno vitale non contrasta con la Costituzione italiana, dichiarando infondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate in relazione all’art. 580 del codice penale.
La Corte ha chiarito che non è necessario che un paziente inizi un trattamento di sostegno vitale solo per facilitare la morte, ma piuttosto, il requisito di dipendenza da tali trattamenti è soddisfatto quando esiste una chiara indicazione medica per la loro necessità.
In ambito regionale, la Sardegna si è avviata verso l’approvazione di una legge sul fine vita, seguendo l’esempio della Toscana. La proposta dell’Associazione Luca Coscioni sul suicidio medicalmente assistito ha iniziato il suo iter legislativo, con audizioni in Consiglio regionale. Questa iniziativa mira a garantire il diritto al suicidio assistito, già riconosciuto dalla Corte Costituzionale nel 2019, e che attende ancora un intervento legislativo da parte del Parlamento.
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