Omicidio Chamila Wijesuriya: autopsia rivela strangolamento e possibile ritualità

L’autopsia sul corpo di Chamila Wijesuriya, la barista uccisa da Emanuele De Maria, ha rivelato dettagli inquietanti: la donna sarebbe stata strangolata a mani nude, causando la sua morte per soffocamento. Il ritrovamento del cadavere nel Parco Nord di Milano, con foglie in bocca, ha portato gli inquirenti a indagare se De Maria avesse messo in atto un rituale sul corpo della vittima. Le ferite da taglio alla gola e ai polsi, inferti con un coltello, non sarebbero state la causa del decesso, suggerendo che potrebbero essere state inflitte post mortem.

Le modalità del delitto richiamano alla mente il precedente femminicidio commesso da De Maria nel 2016, un aspetto che ha alimentato l’ipotesi di un comportamento rituale nel suo modus operandi. Inoltre, gli esami tossicologici in corso dovranno stabilire se De Maria avesse assunto sostanze stupefacenti prima dell’omicidio.

Le indagini, condotte dal pm Francesco De Tommasi supportato da polizia e carabinieri, hanno anche messo in luce che De Maria aveva minacciato Chamila più volte, dimostrando un comportamento possessivo e ossessivo. La vittima temeva per la propria vita, e De Maria le avrebbe chiesto soldi, minacciando di diffondere video intimi. È emerso che tali dettagli non erano noti al datore di lavoro di Chamila, il quale avrebbe dovuto eventualmente segnalare la situazione al carcere. Gli inquirenti stanno ora esaminando se ci siano state omissioni nelle relazioni di psicologi ed educatori riguardo al trattamento di De Maria.