LA SPIRALE FILOSOFICA DI DONALD TRUMP

Comprendere le recenti misure economiche di Trump richiede più di statistiche o analisi politiche. Richiede una lettura metafisica della realtà. La filosofia di Hegel e Eraclito sono chiavi per decifrare questo momento storico — e non gli analisti di borsa o le passioni ideologiche.
Eraclito, con la sua filosofia del divenire, insegnava già: “tutto scorre”. La vita, nella sua pienezza, è movimento costante. Questa legge si applica al macrocosmo dei pianeti e al microcosmo degli atomi. La stagnazione è sinonimo di morte. Quando la società si adagia in zone di stabilità, aggrappandosi alle sue strutture familiari e professionali, l’esistenza stessa clama per il cambiamento. E se la vita non scorre, si instaura il caos — per inedia, non per agitazione.
È in questo scenario che emergono i grandi leader della storia, gli “individui senza individualità” descritti da Hegel. Essi non agiscono di propria iniziativa, ma come strumenti di una forza maggiore. Non si preoccupano di giudizi morali, né temono di ferire sensibilità. Sono catalizzatori del nuovo, rompendo con l’ordine per far germogliare la trasformazione. Molti sembrano incontrollati, impulsivi, persino pericolosi. Ma né Eraclito né Hegel li classificherebbero come buoni o cattivi. Essi sono necessari. La loro funzione è rompere l’equilibrio superficiale per ripristinare un equilibrio più profondo, più vero. Essi sono, antagonisticamente, l’amara medicina che impedisce la morte della storia.
Tuttavia, nessuno di questi leader opera isolatamente. Essi hanno bisogno di un’adesione sociale di massa, e questa si verifica solo quando il mondo è teso. Il confronto tra ideologie opposte diventa il motore del cambiamento. Come in un balletto cosmico, gli estremi si equilibrano: sinistra e destra, tradizione e innovazione. Affinché questo equilibrio si realizzi, questa potente legge sembra agire sulle nostre teste, ignorando qualsiasi residuo della razionalità umana. Ogni individuo è trascinato da uno dei poli, catturato dalle sue qualità e, ancor più, dai suoi vizi. Basta osservare: nelle dispute che coinvolgono questi leader, è comune il pareggio tecnico. Ogni lato crede di essere il detentore della verità, osteggiando chi osa pensare diversamente.
Come riflesso di questo movimento, le economie, il commercio e la produzione industriale mondiale subiscono profondi shock, obbligandosi a reinventarsi. Le catene produttive si rompono, le alleanze commerciali vengono riviste e i modelli economici fino ad allora dominanti perdono stabilità di fronte alle nuove forze che emergono. Il mondo intero, spinto da queste tensioni, è trascinato in una reinvenzione forzata. Ed è in questo processo che, paradossalmente, sorge una nuova coscienza collettiva: nazioni che prima competevano tra loro sono spinte a cooperare, rendendosi conto che solo unite riusciranno ad affrontare le sfide imposte da questa trasformazione globale. La crisi, pertanto, può essere il catalizzatore di una inedita convergenza tra popoli, ideologie e culture.
Ma dopo la tempesta, la polvere si deposita. Ciò che sembrava disordine si rivela riorganizzazione. La tensione cede spazio alla pace. L’ umanità, infine, ritorna al suo corso, anche se trasformata. Perché il ciclo non si ferma. La storia è una spirale in costante ascesa. La vita, come voleva Eraclito, continua a fluire — verso lo scopo maggiore tracciato dal Grande Architetto dell’Universo. Ed è a questo punto che comprendiamo una verità silenziosa, ma eterna: non siamo mai stati soli. Ogni movimento, per quanto caotico possa sembrare, è inserito in un piano più ampio. Dio è sempre stato al comando, guidando l’umanità con mani invisibili attraverso le ombre verso la luce.
Mauro Falcão, scrittore brasiliano
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