Perù, Boluarte rimossa: l’ennesima crisi politica o l’inizio di una nuova fase?

il Congresso del Perù ha rimosso la presidente Dina Boluarte con un voto unanime di 124 favorevoli su 130, accusandola di “incapacità morale permanente” per la sua gestione dell’insicurezza e della criminalità organizzata nel paese. Boluarte, prima donna presidente del Perù, era salita al potere nel dicembre 2022 dopo l’impeachment di Pedro Castillo. La sua destituzione segna la fine di un mandato segnato da proteste, scandali e un crescente malcontento popolare.
La fine di un mandato travagliato
Dina Boluarte ha assunto la presidenza in un periodo di profonda instabilità politica, succedendo a Pedro Castillo, il quale era stato rimosso per tentato golpe. La sua ascesa, inizialmente vista come una soluzione temporanea, si è trasformata in un periodo segnato da sfide politiche e sociali. Nonostante le sue origini umili e il suo impegno dichiarato per la giustizia sociale, la sua amministrazione è stata caratterizzata da una crescente polarizzazione politica e da una gestione inefficace delle crisi interne.
Il suo governo ha affrontato numerose proteste, in particolare da parte delle comunità indigene, che accusavano l’esecutivo di ignorare le loro istanze e di reprimerne le manifestazioni. Le forze di sicurezza sono state accusate di violazioni dei diritti umani, con episodi di repressione violenta delle proteste che hanno ulteriormente minato la fiducia della popolazione nel governo.
La crisi della sicurezza e l’impopolarità crescente
Uno degli aspetti più critici del mandato di Boluarte è stata la gestione della sicurezza. La criminalità organizzata ha visto un’espansione significativa, con bande criminali che hanno preso il controllo di intere zone del paese, estorcendo denaro alla popolazione e alle imprese locali. Le forze di polizia, spesso mal equipaggiate e scarsamente formate, non sono riuscite a contrastare efficacemente questa ondata di violenza.
Un episodio emblematico è stato l’attentato durante un concerto a Lima, che ha scosso profondamente l’opinione pubblica e ha portato a un’ondata di indignazione. Questo evento ha evidenziato non solo la gravità della situazione, ma anche l’incapacità del governo di proteggere i cittadini.
Le indagini hanno rivelato che Boluarte possedeva una collezione di gioielli del valore di circa 500.000 dollari, tra cui un bracciale Cartier da 50.000 dollari e un orologio Rolex da 19.000 dollari, nonostante un salario mensile di 4.200 dollari. Questi dettagli hanno alimentato accuse di arricchimento illecito e hanno contribuito a un calo drastico della sua popolarità, con un tasso di disapprovazione che ha raggiunto il 90%.
Il contesto politico e la successione
La destituzione di Boluarte non è un evento isolato nella storia recente del Perù. Dal 2016, il paese ha visto alternarsi sette presidenti, molti dei quali sono stati rimossi o hanno subito pressioni politiche che ne hanno minato la stabilità. Questo continuo cambiamento ai vertici dello Stato riflette una crisi strutturale della politica peruviana, caratterizzata da corruzione, instabilità e mancanza di fiducia nelle istituzioni.
Dopo la rimozione di Boluarte, José Jerí, presidente del Congresso e avvocato di 38 anni, è stato nominato presidente ad interim. Jerí ha promesso di affrontare con determinazione la crisi della sicurezza e di lavorare per il ripristino dell’ordine e della giustizia nel paese. Tuttavia, la sua nomina è stata accolta con scetticismo da parte di molti cittadini, che vedono in lui un prodotto dello stesso sistema politico che ha portato alla crisi attuale.
Il Perù si trova ora di fronte a una serie di sfide urgenti. La priorità assoluta è il ripristino della sicurezza e della legalità, ma ciò richiede riforme profonde delle forze di polizia e del sistema giudiziario, oltre a un impegno concreto nella lotta alla corruzione. Inoltre, è fondamentale affrontare le disuguaglianze sociali ed economiche che hanno alimentato il malcontento e la sfiducia nelle istituzioni.
Le elezioni generali previste per aprile 2026 rappresentano un’opportunità per il paese di scegliere una nuova leadership capace di guidare il Perù verso una maggiore stabilità e prosperità. Tuttavia, affinché ciò avvenga, sarà necessario un cambiamento profondo nella cultura politica, con un impegno reale per la trasparenza, la giustizia e il rispetto dei diritti umani.
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