IMAGinACTION 2025: tre giorni di musica, immagini e sorprese nell’edizione dei record

È calato il sipario su IMAGinACTION 2025, la nona edizione del Festival Internazionale del Videoclip, che quest’anno si è distinta per numeri, intensità e contaminazioni tra musica, racconto e tecnologia. Un’edizione da record, con più di 800 videoclip pervenuti, un palinsesto attento all’innovazione e molte “prime volte” che hanno animato le tre serate ravennati.
Sono stati giorni di passione, nostalgia e sperimentazione: sul palco al Teatro Alighieri si sono alternati Riccardo Cocciante, Marco Masini, Francesca Fellini, mentre alla multisala Cinemacity si sono susseguite proiezioni restaurate dedicate a Vasco Rossi e al mito degli 883. Sul fronte dei premi, grande attenzione allo sguardo delle nuove generazioni con lo Young IMAGinACTION AI Award 2025, e la consacrazione del miglior videoclip italiano dell’anno, andato a Lucio Corsi con Volevo Essere un Duro.
IMAGinACTION non è una novità assoluta, ma la sua presenza non è mai stata continua. Dopo periodi di assenza, il festival ha trovato a Ravenna una nuova casa e un nuovo slancio. L’edizione 2025 segna un momento di svolta: la manifestazione, prodotta da Raffaella Tommasi per Daimon Film e diretta artisticamente da Stefano Salvati, ha saputo restituire centralità al videoclip come forma d’arte, capace di cogliere il contemporaneo grazie al dialogo tra musica, visione e contenuto.
Negli anni, IMAGinACTION ha ospitato artisti del calibro di Sting, Mark Knopfler, Elisa, Guccini, Tiromancino, Mahmood e molti altri, costruendo una reputazione nel panorama dei festival musicali e audiovisivi italiani. L’edizione 2025 ha voluto coniugare questo retaggio con una tensione verso il futuro: tematiche contemporanee come l’intelligenza artificiale, tecnologie immersive, restauri di videoclip storici.
Cocciante e Masini in dialogo tra suono e visione
La cerimonia inaugurale del 2 ottobre è stata una delle più attese. Sul palco, due protagonisti della musica italiana con carriere lunghe e intense: Riccardo Cocciante e Marco Masini. La formula era chiara: non un concerto “puro”, ma uno spettacolo misto, tra esibizioni dal vivo, racconti, screening dei videoclip più significativi.
In questa cornice è stato presentato in anteprima un trailer del docufilm Il Mio Nome è Riccardo, realizzato con Rai Documentari e in programma su Rai 1 nel 2026. L’opera promette di scandagliare la vita, le sfide e la genialità di Cocciante attraverso immagini inedite e testimonianze esclusive.
Ma la serata non si è limitata a questo: si sono aggiunti momenti speciali come l’omaggio di Francesca Fabbri Fellini, nipote del grande regista Federico Fellini, con il cortometraggio La Fellinette, e la consegna dello Young IMAGinACTION AI Award 2025, dedicato all’uso dell’intelligenza artificiale nel linguaggio audiovisivo.
Vasco Rossi, la memoria
Il 3 ottobre, protagonista sul grande schermo è stato Vasco Rossi: al Cinemacity è stato proiettato il film restaurato È solo un Rock’n’Roll Show, con regia di Stefano Salvati. Ad arricchire la serata la partecipazione di Maurizio Solieri, storico chitarrista del Blasco, che ha portato testimonianze e aneddoti dal backstage della carriera di Vasco.
Il festival ha messo in luce quanto la musica possa essere contemporaneamente spettacolo e memoria condivisa: restaurare un film musicale significa restituire significato all’immagine e dare nuova vita al canto.
Nostalgia anni ’90, 883 e un finale di festa
Sabato 4 ottobre ha chiuso l’edizione 2025 con un omaggio agli anni ’90 e al fenomeno 883. Al Cinemacity sono stati proiettati i videoclip restaurati di Nord Sud Ovest Est, arricchiti da chicche tratte dal film Jolly Blu e momenti inediti legati al duo.
A rendere speciale la serata la partecipazione di Alessia Merz, volto iconico di quel decennio, che ha integrato memoria personale e visione mediatica dello spirito pop degli anni ’90.
L’ultima notte ha riconfermato una cifra distintiva del festival: la capacità di alternare introspezione e festa, memoria e spettacolo, giovani talenti e ricordi collettivi.
Il trionfo di Lucio Corsi
Tra i momenti cardine dell’edizione 2025 c’è la consegna del premio Miglior Videoclip Italiano dell’Anno, da parte dell’Academy del festival, composta da rappresentanti delle major (Sony, Warner, Universal), FIMI, AFI, PMI e giornalisti italiani.
A vincerlo è stato Lucio Corsi con “Volevo essere un duro”, diretto da Tommaso Ottomano e pubblicato da Sugar Music. Il premio è stato motivato dalla “forza narrativa, qualità artistica e linguaggio visivo di impatto” del videoclip.
L’Academy ha scelto tra oltre 800 videoclip pervenuti, un record assoluto che testimonia l’ampiezza dell’interesse e la competizione introdotta da questa edizione.
Il premio dedicato ai giovani videomaker e al rapporto tra intelligenza artificiale e audiovisivo è stato assegnato in via del tutto eccezionale a tre artisti: Simon Baret, Emanuele Riccetti e Roger Del Mont.
Questo premio ha avuto un carattere sperimentale: mettere la tecnologia al servizio della creatività visiva, inserendo in un contesto artistico un tema che oggi è di forte interesse pubblico e professionale.
Ogni edizione di IMAGinACTION riserva sorprese, ma quella del 2025 ha saputo stupire. Nella sera inaugurale, Riccardo Cocciante e Marco Masini hanno improvvisato duetti inattesi, alternando le loro voci e le loro storie con passaggi inaspettati, che hanno generato forte emozione nel pubblico.
Al di là della perfomance, il festival ha saputo intrecciare generazioni diverse: nomi storici e nuove promesse, tecnologia e memoria, sperimentazione e sentimento. In questo senso, la presenza del cortometraggio di Francesca Fellini e del concorso AI ha offerto un respiro contemporaneo più forte rispetto al semplice tributo nostalgico.
IMAGinACTION 2025 ha consegnato un’edizione ricca e variegata, capace di unire la forza evocativa della memoria con lo slancio della tecnologia. Ha dato spazio alle grandi voci del passato, ma anche ai giovani creativi che guardano al domani. Ha riaffermato il videoclip non come semplice “strumento promozionale” ma come linguaggio autonomo, capace di costruire visioni e affiancare la musica con forza narrativa.
Il successo del festival, testimoniato da affluenza, reazioni entusiastiche e riconoscimenti, dipende però dalla capacità di non fossilizzarsi: la sfida è trasformare il momento ravennate in comunità creativa permanente, punto di riferimento per il videoclip italiano e internazionale.
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