1:10 pm, 2 Ottobre 25 calendario

“Trilardario”: il vocabolo del capitalismo mondiale coniato da Musk

Di: Redazione Metrotoday
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Elon Musk è diventato il primo uomo ad aver superato la soglia simbolica dei 500 miliardi di dollari di patrimonio, facendo parlare la stampa mondiale del suo nuovo status come “primo trilardario” (in senso anglosassone, ossia “half‑trillionaire”)

Una pietra miliare che ha riacceso il dibattito su concentrazione della ricchezza, responsabilità sociale dei supermiliardari e fragilità dei modelli finanziari basati su valutazioni astratte.

Il giorno del record

Secondo l’ultima rilevazione del Forbes Real‑Time Billionaires, nella giornata del 1° ottobre 2025 Musk ha raggiunto un patrimonio stimato in 500,1 miliardi di dollari, per poi ridiscendere temporaneamente appena sotto questa soglia (499,1 miliardi) nel breve volgere di poche ore.

L’incremento straordinario è stato trainato da un forte balzo del titolo Tesla, che ha beneficiato di un miglioramento dell’umore degli investitori nei confronti del settore auto elettrico, di piani di espansione più ottimisti e di una rassicurazione da parte dello stesso Musk, che ha acquistato circa 1 miliardo di dollari di azioni proprie per dimostrare fiducia nella società.

Altri asset di Musk — tra cui SpaceX e xAI — hanno anch’essi contribuito al boom: il valore stimato dei suoi investimenti in intelligenza artificiale e aerospazio è cresciuto in parallelo, alimentando una visione integrata di “impero tecnologico”.

Una ricchezza molto “liquida”

Il patrimonio di Musk è tutt’altro che stabile: l’avanzata ai 500 miliardi arriva dopo mesi turbolenti. All’inizio del 2025, Bloomberg stimava che Musk avesse subito perdite per 81 miliardi nei primi due mesi dell’anno, a causa dell’andamento del titolo Tesla e delle valutazioni dei suoi progetti interni.

Va precisato che tali cifre sono “contabili” e sottoposte a stime: la maggior parte del valore è incardinato in partecipazioni illiquide, valutazioni interne e promesse future (stock option, piani di compenso, valutazioni private). In assenza di vendite reali, non è possibile trasformare questi patrimoni in liquidità totale senza conseguenze di mercato.

Questo rende il titolo di “prima persona a superare i 500 miliardi” tanto epico quanto fragile, suscettibile alle oscillazioni dei mercati, delle valutazioni e delle politiche aziendali.

Da Zip2 a Marte

Dalle origini all’impero

Per comprendere la straordinaria escalation di Musk, è utile ripercorrere alcuni passaggi chiave:

    – Alla fine degli anni ’90, Musk fonda Zip2, software per directory e guide cittadine: venduta a Compaq nel 1999 per circa 300 milioni di dollari.

    – Con i proventi lancia X.com, che poi diventerà PayPal, venduta a eBay nel 2002 per 1,5 miliardi.

    – Nel 2002 fonda SpaceX, con l’obiettivo di rendere accessibile il volo spaziale e avviare la colonizzazione di Marte.

    – Nel 2004 entra in Tesla Motors, contribuendo a ridefinire l’auto elettrica.

    – Intanto avvia altri progetti: Neuralink (interfacce cervello-computer), The Boring Company (tunnel urbani), xAI (intelligenza artificiale) e l’acquisizione/sviluppo di X (ex Twitter).

Con Tesla e SpaceX come “cavalli di battaglia”, Musk ha costruito un ecosistema interconnesso: auto elettriche, rete AI, infrastrutture spaziali e comunicazione globale. Le sue sfide — e i suoi fallimenti — ne hanno fatto un personaggio polarizzante: visionario per alcuni, ipergarantito dal sistema per altri.

Secondo le stime del 2025, Tesla rappresenta circa il 13% del patrimonio pubblico attribuito a Musk (cioè la parte quotata), mentre SpaceX — società privata — è diventata la componente più rilevante in valore.

Nel 2025, Musk controlla circa il 42% di SpaceX tramite strutture fiduciarie e partecipazioni indirette, mentre il restante valore della sua ricchezza è distribuito tra xAI, X, Neuralink e altri progetti emergenti.

Una particolarità: Musk non prende uno stipendio “normale” da Tesla, ma la sua retribuzione è legata a piani basati su performance e opzioni azionarie. Questo fa sì che l’impennata del valore delle azioni moltiplichi la ricchezza teorica su base potenziale.

In questo modello, la ricchezza è un “contratto con il mercato”: se la fiducia svanisce, la stima evaporerebbe.

Musk vs Ellison e il podio globale

Solo poche settimane prima del record di Musk, Larry Ellison, fondatore di Oracle, aveva sorpassato Musk come uomo più ricco al mondo secondo alcune metriche Bloomberg, grazie a un balzo del titolo Oracle dovuto alle richieste AI.

Ellison ha guadagnato circa 101 miliardi in un solo giorno, diventando secondo alcuni indici l’uomo più ricco (393 miliardi di dollari), prima che Musk riconquistasse la vetta entro lo stesso periodo di contrattazioni.

Questo passaggio di consegne mette in luce quanto sia volatile e contestato il vertice della ricchezza globale, specialmente quando è legato a titoli tech o valutazioni AI.

Nelle classifiche globali, Musk continua a restare al vertice (o almeno a contenderlo) in molti elenchi del 2025. Forbes lo valuta per un tempo come la persona più ricca di sempre (al momento della valutazione).

Dietro di lui si collocano spesso Larry Ellison, Mark Zuckerberg, Jeff Bezos e Bernard Arnault, a seconda delle oscillazioni del mercato.

Tra queste figure, la differenza di decine o centinaia di miliardi segnala quanto sia fluido il confronto: basta una frase, una decisione aziendale, un annuncio AI per ribaltare la classifica.

Verso il “bilionario zero”

La notizia del 500 miliardi sembra avvicinare l’orda di coloro che si interrogano: Musk potrebbe diventare il primo trilionario (un biliardo anglosassone, ossia 1.000 miliardi)? Alcune stime suggerivano che, se i suoi piani per Tesla, SpaceX e l’AI fossero andati benissimo, il traguardo non fosse così lontano (negli anni attorno al 2030‑2035).

Tuttavia, le nuove turbolenze del mercato tech, le regolamentazioni sull’AI, le difficoltà produttive e le tensioni politiche potrebbero rallentare la corsa. Un piccolo incidente — un flop di progetto, una multa antitrust, una crisi del mercato — potrebbe far evaporare decine di miliardi.

Musk dipende da un reticolo di partecipazioni, fiduciarie, contratti di opzioni e decisioni del consiglio Tesla/SpaceX. Negli ultimi anni, ha sempre chiesto piani compensativi di ampia portata che legano il suo guadagno agli obiettivi aziendali. Ma ogni ristrutturazione, ogni revisione delle regole del mercato finanziario o delle leggi fiscali può mettere in discussione queste convenzioni.

Un incentivo chiave per Musk sarà mantenere la fiducia degli investitori, evitare conflitti interni e navigare tra regole antitrust, leggi internazionali sull’AI e pressioni pubbliche su trasparenza e responsabilità.

Da un lato, quindi, Musk incarna la figura del “capo visionario” che riesce a plasmare tecnologie e mercati: dall’auto elettrica allo spazio, dall’AI ai social media. Il suo successo deriva dalla somma di scelte audaci, di un tempismo perfetto e di un rischio continuo.

Dall’altro lato, questa ricchezza massiccia è costruita su assunti di fiducia, su prospettive future e su un sistema che valorizza le scommesse intangibili. Il giorno in cui un’illusione tecnologica vacilli, quel castello potrebbe incrinarsi. E intanto le tensioni sociali — tra chi possiede “troppo” e chi riceve poco — rischiano di crescere.

Il racconto di Musk come primo “mezzo trilardario” è anche il racconto del capitalismo che guarda verso lo spazio e l’AI come frontiere ultime di espansione.

2 Ottobre 2025
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