9:39 am, 1 Ottobre 25 calendario

Gaza, il piano in 20 punti: tra speranza e scetticismo

Di: Redazione Metrotoday
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha presentato un piano in 20 punti per porre fine al conflitto tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. Il piano, denominato “New Gaza”, mira a stabilire una pace duratura, garantire la sicurezza e promuovere la ricostruzione dell’enclave palestinese. Tuttavia, la sua attuazione dipende dall’accettazione di tutte le parti coinvolte, in particolare Hamas, che finora ha espresso riserve.

I principali punti del piano

Il piano proposto da Trump include diverse misure chiave:

Cessate il fuoco immediato: Entrambe le parti dovrebbero accettare un cessate il fuoco permanente, con il congelamento delle linee di combattimento e la sospensione di tutte le operazioni militari.

Rilascio degli ostaggi: Entro 72 ore dall’accettazione dell’accordo, tutti gli ostaggi, vivi e deceduti, dovrebbero essere restituiti.

Ritiro delle forze israeliane: Israele dovrebbe ritirare gradualmente le proprie forze dalla Striscia di Gaza, mantenendo una zona di sicurezza limitata.

Demilitarizzazione di Gaza: Gaza dovrebbe essere completamente demilitarizzata, con la distruzione di tutte le infrastrutture militari, tra cui tunnel e impianti di produzione di armi.

Transizione politica: Un comitato tecnico palestinese, sotto la supervisione di un “Board of Peace” internazionale presieduto da Trump, dovrebbe governare temporaneamente Gaza.

Amnistia per i membri di Hamas: I membri di Hamas che deporranno le armi e rinunceranno alla violenza potrebbero beneficiare di un’amnistia.

Rilascio di prigionieri palestinesi: Israele dovrebbe rilasciare circa 1.950 prigionieri palestinesi, tra cui donne e bambini detenuti dopo il 7 ottobre 2023.

Ricostruzione economica: Sarà avviato un piano di sviluppo economico per ricostruire Gaza, con la creazione di una zona economica speciale per attrarre investimenti.

Assistenza umanitaria: Un programma di aiuti umanitari sarà avviato per ripristinare le infrastrutture essenziali, come ospedali e strade.

Dialogo interreligioso: Sarà promosso un dialogo interreligioso per favorire la coesistenza pacifica tra le diverse comunità.

La reazione di Israele

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso un sostegno cauto al piano, imponendo però alcune condizioni. Ha sottolineato che Israele manterrà il controllo della sicurezza, inclusa una zona di sicurezza intorno a Gaza, e ha escluso qualsiasi forma di governo palestinese che coinvolga Hamas o l’Autorità Nazionale Palestinese. Netanyahu ha anche avvertito che, in caso di rifiuto del piano da parte di Hamas, Israele continuerà le operazioni militari con il pieno sostegno degli Stati Uniti.

La posizione di Hamas

Finora, Hamas non ha accettato ufficialmente il piano. Un portavoce ha dichiarato di non aver ricevuto una versione scritta del piano e ha espresso scetticismo riguardo alla sua attuazione. La mancanza di consultazione con Hamas potrebbe rappresentare un ostacolo significativo alla realizzazione del piano.

Il contesto internazionale

Il piano di Trump ha ricevuto il sostegno di diversi paesi, tra cui otto nazioni a maggioranza musulmana e l’Autorità Nazionale Palestinese. Tuttavia, alcuni esperti ritengono che il piano possa essere percepito come un’imposizione piuttosto che come un compromesso. Inoltre, la mancanza di un percorso chiaro verso la creazione di uno Stato palestinese indipendente potrebbe limitare l’accettazione del piano da parte della comunità internazionale.

Il piano in 20 punti proposto da Trump rappresenta un tentativo significativo di porre fine al conflitto a Gaza e di avviare un processo di ricostruzione e stabilizzazione. Tuttavia, la sua attuazione dipende dalla volontà di tutte le parti coinvolte di accettare e implementare le misure proposte. Senza l’accordo di Hamas e senza un impegno concreto da parte della comunità internazionale, il piano rischia di rimanere un documento senza effetti pratici. Il futuro di Gaza e della regione dipenderà dalla capacità di superare le divisioni politiche e di costruire un consenso duraturo per la pace.

1 Ottobre 2025 ( modificato il 30 Settembre 2025 | 21:45 )
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