6:07 pm, 29 Settembre 25 calendario

Il testamento perduto dell’Avvocato e l’ombra che scuote l’impero Agnelli”

Di: Redazione Metrotoday
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Un documento dai contorni misteriosi e potenzialmente rivoluzionari è emerso oggi durante l’udienza civile in corso al Tribunale di Torino, riaprendo scenari inattesi nella già tormentata vicenda ereditaria che ha per protagonisti i discendenti di Gianni “l’Avvocato” Agnelli. I legali di Margherita Agnelli hanno depositato un testamento olografo, datato 20 gennaio 1998, finora rimasto sconosciuto, che – secondo la versione presentata – avrebbe disposto che una quota pari al 25 % della storica società semplice Dicembre fosse destinata al figlio Edoardo, premorto nel 2000. Se dovesse essere riconosciuto autentico e valido, il testamento potrebbe rappresentare una svolta nella lunga contesa che da decenni accompagna l’eredità degli Agnelli.

Ma come siamo arrivati a questo colpo di scena? Per cogliere le potenziali implicazioni occorre ripercorrere la genesi della “questione ereditaria Agnelli”, i passaggi giuridici e personali che negli anni hanno intrecciato atti, bonifici, accordi e cause, fino all’apertura di indagini penali parallele.

Dicembre, la “cassaforte” familiare

Al centro di queste battaglie c’è Dicembre, la società semplice che controlla la catena del potere finanziario e industriale della famiglia Agnelli. Attraverso questa “cassaforte” vengono incanalati i diritti e le partecipazioni in Exor, in Stellantis, Ferrari, nei beni editoriali e nelle altre società satelliti. Su Dicembre si è sempre giocata la partita decisiva del controllo.

L’assetto societario vigente vede John Elkann titolare della quota di maggioranza (circa il 60 %), mentre il residuo 40 % è ripartito tra i fratelli Lapo e Ginevra (o almeno così, secondo le dichiarazioni ufficiali). È questa struttura che oggi potrebbe vacillare, se la disposizione del 1998 venisse riconosciuta valida in sede civile e giudiziaria.

Negli anni, la legittimità di Dicembre stessa è stata oggetto di critiche e di interrogativi: secondo alcune ricostruzioni, la società non risultava iscritta fino a tempi relativamente recenti nel Registro delle Imprese, nonostante la sua strategica importanza. Questa “anomalia” è stata trattata in inchieste giornalistiche come elemento simbolico di un universo patrimoniale opaco e riservato.

Lettere, testamenti, accordi e contenziosi

Negli anni Novanta era circolata la cosiddetta lettera di Monaco (1996), con la quale Gianni Agnelli avrebbe manifestato l’intenzione di designare John Elkann come erede prescelto. Tuttavia quella comunicazione non aveva natura testamentaria vincolante né chiara valenza legale. Molti interpreti l’hanno considerata più un suggerimento che una disposizione definitiva.

Il testamento del 2003 e i suoi limiti

Alla morte dell’Avvocato, nel 2003, venne aperto un testamento notarile (redatto dal notaio Remo Morone), ma quel documento riguardava principalmente beni personali, non includendo disposizioni esplicite sulle partecipazioni di controllo in Dicembre. Per questo motivo in molti sostennero che la parte più strategica del patrimonio non fosse mai stata disciplinata in modo esplicito nel testamento pubblico.

L’accordo del 2004 e la rinuncia di Margherita

Per evitare uno scontro frontale, nel 2004 Margherita Agnelli firmò un accordo con la madre Marella Caracciolo: in esso rinunciava a diritti su Dicembre (in cambio di “buonusite” patrimoniali) e accettava che il controllo passasse ai tre figli Elkann. Nel corso delle cause che sono seguite negli anni, Margherita ha cercato di impugnare quel patto, ritenendolo lesivo dei suoi diritti legittimi, ma finora tale attempt è stato respinto: la Cassazione ha dichiarato definitive le intese sottoscritte.

I contenziosi, le perquisizioni e le indagini penali

Parallelamente all’azione civile, da tempo è aperta un’inchiesta penale che coinvolge John Elkann, il notaio Morone e altri soggetti, per accertare possibili irregolarità nell’uso di trust, società fiduciarie e transazioni estere in relazione all’eredità di Marella e alla trasmissione delle quote Dicembre. Nell’ambito di questa inchiesta sono stati compiuti sequestri, perquisizioni e acquisizioni documentali, e si è parlato di archivi “nascosti” custoditi presso studi legali ritenuti vicini al nucleo familiare.

Inoltre, nel 2025 è stata accolta per John Elkann la messa alla prova (un anno di lavori socialmente utili) nell’ambito della vicenda fiscale legata all’eredità di Marella, che prevedeva contestazioni all’Agenzia delle Entrate. In tale contesto, le carte depositate in questi giorni potrebbero correre parallele o anche essere state rinvenute grazie alle attività investigative penali.

Il testamento del 1998: cosa contiene e chi lo ha depositato

Il testamento inedito depositato  è datato 20 gennaio 1998, e avrebbe natura olografa – vale a dire scritto di pugno da Agnelli – secondo i legali di Margherita. Il testo, che si trova per ora solo in copia fotostatica, includerebbe la clausola:

A modifica di altre disposizioni precedenti lascio a mio figlio Edoardo la mia partecipazione nella società semplice ‘Dicembre’, pari all’incirca al 25 %. Sono sicuro che gli altri miei congiunti, già proprietari ciascuno di una quota della stessa attività, accetteranno senza contestazioni questa mia disposizione”.

In parole povere, il testamento implicava che, se fosse rimasto in vigore, Edoardo Agnelli avrebbe dovuto ricevere una quota significativa della società di controllo. E, in caso di sua premorienza (che è avvenuta nel 2000), quella quota sarebbe quindi transitata agli eredi legittimi: Margherita e, di cascata, alla stessa Marella.

Secondo i legali che lo movimentano oggi, quel documento avrebbe “revocato” indirettamente la lettera di Monaco del 1996, che aveva assegnato la partecipazione maggiore a John, ponendo dunque un piano alternativo per le successioni societarie.

Il testamento è stato presentato dai legali di Margherita Agnelli durante l’udienza civile contro John, Lapo e Ginevra Elkann. L’atto è stato depositato nel corso di un procedimento in cui Margherita contesta la validità del patto del 2004 e chiede che le siano riconosciuti i diritti che ritiene a lei violati.

I legali di John e dei fratelli Elkann replicano immediatamente che il documento “non incide in alcun modo né sulla successione Agnelli né su quella Caracciolo e quindi sull’assetto di Dicembre”, motivando che Edoardo non era più in vita al momento della morte dell’Avvocato, e che le quote furono “redistribuite da allora” secondo gli accordi taciti o vincolanti già esistenti.

Le ripercussioni possibili

Se il testamento dovesse essere giudicato autentico e ammissibile, le implicazioni sarebbero notevoli:

Ridisegno dell’assetto proprietario di Dicembre – la quota del 25 % attribuita a Edoardo (e per successione ai suoi eredi) potrebbe richiedere una ridistribuzione delle partecipazioni, con meno controllo concentrato nelle mani di John Elkann.

Revisioni patrimoniali – potrebbe aprirsi la questione del riassorbimento di beni trasferiti “prima” con atti che oggi potrebbero essere contestati.

Nuove azioni civili da parte di Margherita – il deposito del documento costituisce un’arma processuale per tentare di riaprire la partita che sembrava chiusa.

Sinergia con l’inchiesta penale – il testamento potrebbe entrare come prova nelle indagini sul complesso sistema patrimoniale degli Agnelli, rafforzando eventuali contestazioni fiscali o di frode.

Risvolti simbolici e morali – al di là delle quote, la vicenda richiama l’idea di una “storia segreta” di potere, di volontà occultate o ignorate e di una parabola familiare tormentata, che può scalfire l’immagine pubblica di una dinastia percepita come monolitica.

Tuttavia, lo scenario opposto non è affatto remoto: la difesa Elkann potrà sostenere che il testamento non incide per ragioni tecniche (mancanza di originali, prescrizione, atti successivi che lo annullano) e che la stabilità societaria va preservata. In effetti, è molto probabile che il giudice conceda perizie, eccezioni preliminari e che la causa civile si protragga per anni.

Le figure chiave: chi è chi nella saga Agnelli

Gianni “l’Avvocato” Agnelli (1921–2003)

Figura centrale dell’industria italiana, è stato non solo presidente della Fiat, ma anche un uomo pubblico, simbolo di eleganza, potere e ambivalenza. Le sue scelte private e imprenditoriali sono state da sempre oggetto di ammirazione, sospetti e analisi. Il testamento che oggi emerge aggiunge un capitolo postumo al suo lascito, che potrebbe ridefinire la realtà economica della sua dinastia.

Edoardo Agnelli (1954–2000)

Secondogenito e tormentato dal peso di aspettative familiari e personali, morì prematuramente in circostanze tragiche (un suicidio, secondo le ricostruzioni ufficiali, il 15 novembre 2000). Il documento del ’98 che gli assegna il 25 % di Dicembre sarebbe il testamento che lo vede nominato erede diretto, prima ancora della sua dipartita. In caso di accoglimento del testamento, i diritti derivanti potrebbero essere trasmessi agli eredi di Edoardo – ovvero Margherita e, indirettamente, Marella.

Margherita de Pahlen (nata Agnelli)

Un tempo figura vicina al futuro della famiglia, ha poi vissuto un rapporto conflittuale con la madre e con gli Elkann per la sua esclusione da molte decisioni societarie. Da anni contesta gli accordi successori e cerca di ottenere riconoscimenti patrimoniali che ritiene le siano stati ingiustamente sottratti. Il deposito del testamento del ’98 rappresenta uno strumento chiave della sua battaglia legale.

John, Lapo e Ginevra Elkann

I tre fratelli sono oggi i destinatari dell’accordo 2004 e gli amministratori collegati del patrimonio familiare. John in particolare è al vertice delle partecipazioni e delle responsabilità operative. La difesa attuale rivendica che il testamento non apporta modifiche e che la successione già è stata regolata con atti vincolanti e legalmente efficaci.

Marella Caracciolo Agnelli (1927–2019)

Vedova dell’Avvocato, è stata figura centrale nel passaggio dei diritti. Nel 2004 aveva ceduto le proprie quote Dicembre agli Elkann in favore dei figli, dopo l’accordo con Margherita. La disputa sulla validità di quei trasferimenti è anch’essa oggetto di battaglie giudiziarie parallele, e il nuovo testamento potrebbe rinfocolare contestazioni anche in quel senso.

Le reazioni e cosa aspettarsi

Durante l’udienza civile di ieri a Torino, il testamento del 1998 è stato presentato come documento chiave da parte della difesa di Margherita. I legali dei fratelli Elkann hanno replicato che la disposizione non incide sull’assetto societario esistente, e che Edoardo era già deceduto al momento del decesso dell’Avvocato, quindi non avrebbe potuto uscirne beneficiato.

Il giudice – secondo le consuetudini – potrebbe disporre perizie calligrafiche, conferimenti di originali (se rinvenuti), audizioni e provvedimenti istruttori per valutare l’ammissibilità del documento. È assai probabile che la causa entri in una fase molto lunga di contestazioni preliminari tecniche e giuridiche.

Nel frattempo, il testamento verrà probabilmente acquisito anche dagli inquirenti della magistratura penale, che potrebbero chiedere che i risultati delle indagini civili confluiscano nelle contestazioni fiscali o societarie.

C’è poi un elemento simbolico e mediatico: questa vicenda, che per anni sembrava stabilizzata, si riaccende con un elemento rivelatore, suscita nuove domande sulla trasparenza del potere familiare e sull’idea che “dietro le quinte” ci siano volontà che non sono state mai pienamente note.

In un contesto dove potere, denaro, sentimentalità e memoria si intrecciano, ogni documento, ogni firma e ogni perizia possono fare la differenza.

29 Settembre 2025
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