Charlotte Gainsbourg e ‘La famiglia Leroy’

Sandrine e’ tesa e carica di tensione chiunque le sta intorno, desidera abbracci , scoppia in lacrime di continuo, sa che la sua vita deve cambiare. Sa che deve cambiare il suo matrimonio. Anzi sa che deve rompere il suo matrimonio. Per salvarsi. E lo dice a voce alta, ai suoi figli adolescenti e al marito, uomo che sa essere aggressivo ma anche tenero, goffo, pazzamente divertente, insomma un amabile perdente. E anche qui perderà la sua battaglia. A lei dà il volto Charlotte Gainsbourg e a lui Jose Garcia nel film ‘La famiglia Leroy’ , al cinema dal 25 settembre firmato da Florent Bernard. Agrodolce, nostalgico , grintoso e , soprattutto, racconto di una separazione che non tralascia nessuno sguardo, neppure quello dei figli.
La super premiata Charlotte Gainsbourg lo racconta così: “E una storia di separazione che parte dalla paura di lei di trovarsi da sola col marito quando i figli andranno via di casa per studiare. La sindrome del nudo vuoto. È un tema molto sentito nelle coppie. Cosa si fa quando i pilastri della famiglia se ne vanno, si ha ancora qualcosa da dirsi, da condividere? È un nuovo inizio. Per quanto riguarda Sandrine, si capisce bene che le sono rimasti solo i figli, che è arrivata al punto di non ritorno. Non è più innamorata, ma prova ancora tenerezza per lui, il che è terribile perché non fa funzionare una coppia. È questa la cosa più straziante del film, la banalità di una coppia caduta in una routine con una complicità amorosa iniziale che si è sgretolata.Ha molta rabbia dentro di se, il mio personaggio. Penso che si rimproveri di non aver capito le cose prima, di non aver avuto il coraggio di dirglielo prima e di essersi lasciata andare anche lei a questa routine quotidiana. Ne parla prima con i figli perché è evidente che non ha amici e che suo marito non la ascolta. Confida loro tutto ciò che non si dovrebbe dire ai propri figli perché non vuole ferirli, non vuole che vivano questa decisione come qualcosa di traumatico. Vuole che la abbraccino e per lei, che è depressa, è come un’ancora di salvezza, ma ovviamente a volte è un po’ imbarazzante per degli adolescenti”.
Il tutto in versione agrodolce. Le piace lavorare in un film comico?
“Moltissimo.Anche se non lo accetto ancora completamente. Ho visto il film e quando mi vedo fare battute non so se funzionano o meno. Non sono Meg Ryan in Harry ti presento Sally, capace di scene comiche da far lacrimare. Ma lo faccio con sincerità, senza cercare di essere divertente. Se lo sono, è nonostante me! ”
E l’umorismo è qualcosa che ami?
“Beh, come spettatrice, è il genere di cinema che preferisco. Ho adorato film come A qualcuno piace caldo o The Producers, beh, tutti i fantastici film di Billy Wilder che guardavamo in famiglia. Mio padre mi ha fatto vedere tutte le grandi commedie italiane. Qualche tempo fa ho rivisto Babbo bastardo e non mi stanca mai. Ma recitare in una commedia non è necessariamente facile per me. Penso che fossi molto più spensierata ai tempi di L’effrontée-Sarà perché ti amo. Dopo ho recitato più in film drammatici, non per scelta, ma perché era quello che mi veniva proposto. Ho dovuto aspettare Pranzo di Natale per partecipare a una commedia. Poi c’è stato Prestami la tua mano, che ho adorato fare. È anche il film di cui tutti mi chiedono di più”
Insomma un gioco dal sapore comico ma non solo per salvare un matrimonio nel tempo di un week end. È il finale odora di vita m non di commedi romantica.
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