4:51 pm, 25 Settembre 25 calendario

Arco degli Acetari, il cortile segreto dietro Campo de’ Fiori

Di: Michele Savaiano
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Roma che non si vede

Roma non finisce mai, anche quando credi di conoscerla tutta. Ogni volta che pensi di averne afferrato l’anima, la città ti sorprende con un dettaglio, un vicolo, un cortile che non avevi mai notato. È il caso dell’Arco degli Acetari, un luogo nascosto a due passi da Campo de’ Fiori, nel cuore più frequentato e rumoroso della capitale.

Attraversi l’arco e sembra di cambiare epoca. Il vociare dei turisti e il traffico si dissolvono all’improvviso. Ti ritrovi in un cortile intimo e silenzioso: case basse dai colori caldi, finestre con persiane verdi, panni stesi al sole che oscillano piano. Una piccola oasi che custodisce la Roma popolare, sopravvissuta alla modernità e alla frenesia.

Il nome curioso che racconta un mestiere che fu, il mestiere degli “acetari”, venditori ambulanti di aceto che qui abitavano e lavoravano. Portavano le botti in giro per la città, rifornendo le famiglie e le osterie. Non erano artigiani celebri né nobili di palazzo: erano uomini del popolo, eppure hanno lasciato un segno nella toponomastica. Passeggiare all’Arco degli Acetari significa allora fare un salto in un tempo in cui Roma viveva anche di mestieri semplici, di volti anonimi che tenevano in piedi la vita quotidiana.

Non è un caso che questo cortile sia stato scelto come set per diversi film italiani degli anni Sessanta e Settanta. La sua aria popolare e autentica lo rendeva perfetto per raccontare storie di vita vera, lontane dai monumenti da cartolina. Guardandolo oggi, sembra ancora un palcoscenico naturale, pronto ad accogliere scene di quotidianità: un bambino che gioca, un gatto che attraversa lento, il profumo di un sugo che filtra da una finestra.

Visitare l’Arco degli Acetari significa accorgersi che Roma non si esaurisce nei grandi simboli che tutti conoscono. Certo, il Colosseo e San Pietro resteranno sempre mete imprescindibili, ma è nei dettagli che si nasconde l’essenza della città. È in questi angoli che si coglie il respiro vero di Roma, fatto di silenzi e di piccoli gesti.

C’è un insegnamento che questo luogo regala: a volte bisogna saper viaggiare per viaggiare, senza cercare per forza la foto perfetta o la destinazione famosa. Significa camminare senza una meta precisa, con la sola curiosità di lasciarsi sorprendere. All’Arco degli Acetari il tempo sembra fermarsi, e ti accorgi che il valore del viaggio non è arrivare, ma osservare. È il momento stesso a diventare destinazione.

L’Arco degli Acetari è come una nota a piè di pagina in un libro infinito. Pochi si fermano a leggerla, eppure lì spesso si nasconde la chiave per comprendere il testo. Roma non è da consumare tutta in un giorno: Roma è da ascoltare, è da vivere vicolo per vicolo, passo dopo passo.

E in questo ascolto lento, umano, semplice, scopri che viaggiare davvero non significa aggiungere luoghi alla lista, ma imparare a vedere ciò che gli altri non vedono.

25 Settembre 2025 ( modificato il 23 Settembre 2025 | 16:56 )
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