Cerbero: il mastino digitale contro la doppia fila

Doppie file, macchine in sosta vietata, auto senza revisione o assicurazione: da anni questi fenomeni sono tra i più odiati dai romani tanto quanto più difficili da reprimere. Adesso Roma Capitale risponde con “Cerbero”, nuovo sistema tecnologico basato sull’intelligenza artificiale (IA), volto a rilevare molteplici infrazioni in movimento, con telecamere montate sulle auto dei vigili.
“Cerbero” è entrato in funzione alla fine del 2024, dopo un periodo di sperimentazione. È attivo su un numero crescente di veicoli della Polizia Locale: sono venti i dispositivi inizialmente previsti, dotati di telecamera doppia (davanti e dietro), con software che consente il riconoscimento automatico delle targhe, la valutazione delle infrazioni — sosta in doppia fila, veicoli parcheggiati irregolarmente, controlli su assicurazione e revisione — e la trasmissione in tempo reale degli “alert” agli agenti.
Come funziona Cerbero: tecnologia, modalità, numeri
Cerbero si appoggia su:
Hardware: telecamere bidirezionali montate su veicoli della Polizia Locale, con supporto magnetico, per riprendere sia la parte frontale che quella posteriore del veicolo.
Software / IA: reti neurali in grado di analizzare le immagini catturate, riconoscere le targhe, distinguere tra mezzi in movimento legittimo o fermati, rilevare situazioni di doppia fila o sosta vietata, e interrogare in tempo reale banche dati per controllo assicurazione e revisione.
Operatività: i dispositivi sono usati in due turni di servizio della polizia locale “tutti i giorni”, nei vari gruppi territoriali (20 gruppi) e al Git, il Gruppo Intervento Traffico. Il dispositivo non sostituisce l’agente umano: è un supporto. L’agente verifica, valuta, decide la multa.
Le dimensioni del fenomeno:
Il numero di sanzioni settimanali per violazioni legate alla sosta irregolare, doppia fila e affini è cresciuto fino a circa 25.000 sull’intero territorio di Roma.
In particolari aree e municipi (Centro Storico, Appio‑Tuscolano, Parioli, Tuscolano) i numeri sono elevati. Nessuna area è esclusa dal controllo.
La storia dei controlli a Roma
Per capire meglio Cerbero è utile guardare cosa c’era prima e come si è arrivati qui.
Roma aveva già sperimentato sistemi digitali e automatizzati di controllo della sosta, come il cosiddetto “Street Control”.
Tuttavia erano più limitati, sia come diffusione che come capacità: spesso i controlli erano episodici, non sempre coperti da tecnologia automatica, non sempre integrati con i database assicurativi/revisione.
Le denunce dei cittadini sul degrado causato dalla doppia fila e dalla sosta selvaggia sono vecchie: autisti di autobus bloccati, visibilità compromessa agli incroci, rallentamenti del trasporto pubblico, rischio per pedoni e disabili. Questi problemi sociali hanno fatto crescere la pressione sull’amministrazione comunale perché intervenisse con più forza.
Reazioni, dubbi, critiche
L’introduzione di Cerbero ha suscitato risposte miste: apprezzamento, ma anche perplessità. Ecco le principali:
Vantaggi percepiti: molti cittadini auspicano che l’inasprimento dei controlli migliori la viabilità, riduca i tempi di percorrenza, migliori la sicurezza stradale. Se meno auto in doppia fila o su marciapiedi creano intralcio, in teoria tutto il traffico scorre meglio.
Critiche e timori:
Privacy: il sistema cattura immagini di persone, veicoli, targhe, con riprese frontali e posteriori. Sono sorte domande su come e quanto vengano oscurati volti di conduttori o passeggeri, su come siano trattati i dati acquisiti, conservati, chi vi ha accesso. L’amministrazione ha risposto che ci saranno filtri automatici per oscurare volti e dati non necessari.
“Multe selvagge” o “automatismo punitivo”: alcuni commentatori temono che Cerbero possa diventare uno strumento troppo aggressivo, che sanziona in massa, senza un grado di discrezionalità dell’agente umano. C’è anche la critica che possa sembrare una misura che favorisce l’incasso piuttosto che la civiltà urbana.
Errori e contenziosi: come con ogni sistema automatizzato, ci sono le paure di errate letture delle targhe, di veicoli transitoriamente fermi, di casi particolari non “visti” correttamente dall’IA. Sanzioni potenzialmente ingiuste potrebbero essere oggetto di ricorso.
Capacità reale vs aspettative: anche se i numeri sono alti, la copertura non è uniforme, il numero di dispositivi è limitato rispetto alla quantità di vie e piazze di Roma; le aree periferiche hanno spesso meno controlli. Alcuni denunciano che l’effetto deterrente è disomogeneo: zone centrali o ad alta visibilità ne beneficiano, ma in periferia le condizioni restano più problematiche.
Effetti finora: dati concreti e costi
Le sanzioni settimanali per sosta irregolare, doppia fila e simili sono arrivate a ~25.000. Nel 2024 l’amministrazione capitolina segnala un milione e mezzo/due milioni di multe emesse complessivamente, fra controlli su strada e dispositivi elettronici (ZTL, autovelox, corsie preferenziali).
Se ipotizzassimo un introito medio di circa 30 euro per multa (per chi paga nel termine agevolato), e se tutta quella massa di multe venisse saldata rapidamente, i numeri per il Comune diventerebbero molto consistenti: alcune stime suggeriscono centinaia di migliaia di euro a settimana, o milioni al mese.
Affrontando i costi, l’Amministrazione ha speso per acquistare i dispositivi tramite la società Safety21, che ha fornito venti unità iniziali. Anche l’installazione, la formazione del personale e la gestione del software comportano costi che devono essere valutati rispetto all’efficacia reale.
Considerazioni giuridiche
Il nuovo sistema solleva questioni non solo tecnologiche ma anche legali:
Codice della strada: le sanzioni devono avere fondamento giuridico preciso, e ogni multa deve essere emessa con atto autorizzato. Il fatto che l’agente debba validare la segnalazione dell’IA è un elemento chiave per mantenere la responsabilità umana.
Privacy e protezione dei dati: l’utilizzo di telecamere che riprendono volti, targhe, immagini dell’ambiente urbano comporta obblighi legali in materia di GDPR, protezione delle immagini, conservazione dei dati, trasparenza.
Contestazioni: gli automobilisti che ritengono di aver subito una multa ingiusta avranno la possibilità di ricorso. Sarà importante che il sistema dia prove chiare: immagini nitide, perché altrimenti la multa rischia di essere annullata dal giudice.
Roma non è l’unica città a sperimentare o ad aver introdotto sistemi analoghi:
Firenze: la città ha deciso di avviare progetti simili (man mano), con Cerbero introdotto in fase sperimentale, per controlli su sosta e altri tipi di infrazione.
Altre città italiane guardano con interesse all’adozione dell’IA per la gestione del traffico e della sosta, con progetti che coinvolgono sistemi automatizzati e telecamere intelligenti.
Questa tendenza non è esclusiva dell’Italia: altre metropoli in Europa sperimentano sistemi di controllo intelligente, con video‑analisi, machine learning, per segnalare infrazioni in doppia fila, occupazioni abusive, sosta sui marciapiedi.
Scenari futuri
Quali cambiamenti potrebbero derivare da Cerbero, se il sistema continua a espandersi e migliorare?
Espansione dei dispositivi: aumentare il numero di auto con Cerbero, non restare limitati ai gruppi centrali o ai quartieri più “visibili”, ma arrivare in periferia; aumentare i turni di utilizzo.
Migliore copertura oraria: potenziare i turni serali, notturni, weekend, quando le infrazioni tendono ad aumentare ma il controllo è meno intenso.
Comunicazione e trasparenza: è cruciale che i cittadini comprendano come funziona il sistema (quando può multare, chi verifica le segnalazioni, come contestare), affinché non sia percepito come un danno arbitrario ma come misura di diritto.
Interventi urbani complementari: non basta multare. Serve migliorare le infrastrutture (parcheggi, segnaletica), aumentare il trasporto pubblico, gestire meglio la mobilità, promuovere alternative (bike sharing, trasporti su gomma in periferia). Se un’area è mal servita e piena di auto, la sosta selvaggia è inevitabile.
Valutazione dell’impatto sociale: quali categorie subiranno di più le multe? Residenti? Lavoratori pubblici o privati? Quale impatto sulle fasce economicamente più deboli? Potrebbero essere richieste misure compensative o modalità di rateizzazione o riduzione per chi è in difficoltà.
“Cerbero” è una svolta significativa nel modo in cui Roma affronta problemi antichi: sosta selvaggia, doppie file, intralcio al traffico. Per molti cittadini, è un cambiamento atteso, un segnale che la città vuole “ripulire” la strada, non solo dalle auto, ma dalle ingiustizie che le auto mal parcheggiate causano ogni giorno.
Ma come ogni tecnologia, porta con sé sfide: quelle della quasi‑automaticità, del bilanciamento tra controllo e libertà, delle responsabilità, della giustizia nel momento in cui una semplice segnalazione diventa una sanzione. Il rischio è che Cerbero diventi sinonimo non solo di ordine, ma anche di “Grande Fratello”, se non gestito con trasparenza, equità, buon senso.
Il reale impatto dipenderà da come evolveranno i controlli, da quanto temperato sarà l’uso, da quanto sarà bilanciato con misure di mobilità più ampie, da quanto i cittadini saranno coinvolti e informati.
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