9:28 am, 23 Settembre 25 calendario

Ousmane Dembélé re del mondo: il racconto del Pallone d’Oro 2025

Di: Redazione Metrotoday
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Al Théâtre du Châtelet, tra fari, applausi e qualche lacrima, Ousmane Dembélé ha scritto un nuovo capitolo nella storia del calcio mondiale: è lui il vincitore del 69° Pallone d’Oro. Un riconoscimento che corona una stagione straordinaria, nella quale il francese del Paris Saint-Germain è emerso come protagonista assoluto. Alle sue spalle, in questa classifica che resterà negli annali, il giovanissimo talento spagnolo Lamine Yamal e il regista portoghese Vitinha completano il podio.

Classifica finale e numeri che pesano

Questa la top 10 maschile del 2025:

Posizione Giocatore Club / Nazionalità

1° Ousmane Dembélé PSG / Francia

2° Lamine Yamal Barcellona / Spagna

3° Vitinha PSG / Portogallo

4° Mohamed Salah Liverpool / Egitto

5° Raphinha Barcellona / Brasile

6° Achraf Hakimi PSG / Marocco

7° Kylian Mbappé Real Madrid / Francia

8° Cole Palmer Chelsea / Inghilterra

9° Gianluigi Donnarumma PSG / Italia

10° Nuno Mendes PSG / Portogallo

Oltre la top-10, alcune note:

Scott McTominay è stato il miglior rappresentante della Serie A, piazzandosi 18°.

Lautaro Martínez è 20°, Dumfries 25°.

Erling Haaland, uno dei nomi più attesi, chiude molto più indietro, al 26° posto.

Le ragioni del successo di Dembélé

Non è stata una vittoria casuale. Dietro il successo di Dembélé ci sono risultati, numeri, continuità e imprese decisive.

Titoli vinti: il PSG ha dominato la Ligue 1 con largo margine, ma il dato che pesa in modo decisivo è la Champions League, vinta con autorità.

Prestazioni individuali: gol e assist nei momenti chiave; segnature decisive in trasferta contro squadre di élite nella fase a eliminazione diretta in Champions.

Ruolo e trasformazione tattica: sotto la guida di Luis Enrique, Dembélé ha assunto una centralità maggiore nel progetto offensivo del PSG, non solo come finalizzatore ma come elemento creativo e decisivo.

Giovani stelle e sorprese: Yamal, Vitinha e oltre

La grande sorpresa – o forse no, vista la crescita esponenziale – è stata Lamine Yamal, solo 17/18 anni, secondo classificato. Pur con qualche limite nell’esperienza, la sua stagione è stata da sogno: assist, dribbling, incisività, presenza costante nelle grandi gare. Lo si vede come erede naturale dei fenomeni del futuro.

Vitinha invece ha consolidato la sua reputazione da centrocampista completo: quantità, qualità, resistenza e leadership di gioco. Il fatto che sia al terzo posto testimonia come i lavori silenziosi ma fondamentali vengano sempre più valorizzati.

Gli altri premi della serata

Oltre al Pallone d’Oro maschile, la cerimonia ha assegnato:

Trofeo Kopa per il miglior giovane: Lamine Yamal

Premio Yashin al miglior portiere: Gianluigi Donnarumma

Miglior allenatore (Trofeo Johan Cruyff): Luis Enrique

Squadra dell’anno: PSG come migliore squadra maschile

Pallone d’Oro Femminile: Aitana Bonmatí, che vince per il terzo anno consecutivo.

Trofei paralleli per migliori giovani, portiere, allenatore, ecc. che testimoniano come il movimento femminile stia guadagnando spazio, rispetto e attenzione crescente.

La storia dietro il premio: un percorso lungo

Per capire il valore del riconoscimento, è utile collocarlo nel contesto:

Ousmane Dembélé ha vissuto alti e bassi, con momenti difficili di infortuni, critiche e poca continuità. Eppure ha saputo reagire: il 2024/25 lo segna come stagione di svolta.

La Francia torna protagonista nel Pallone d’Oro dopo anni in cui il dominio sembrava spostato altrove. Il fatto che Dembélé diventi il sesto francese nella storia del premio dopo Kopa, Platini, Papin, Zidane e Benzema ne è la dimostrazione.

Il calcio giovanile, con talenti come Yamal, cresce in modo impressionante: non solo fisico o tecnico, ma mentale. L’attesa e la pressione non sembrano schiacciarlo, anzi ne potenziano la parabola.

Serie A e gli assenti: al di là di McTominay, Lautaro, Dumfries, si nota come nessun giocatore italiano sia riuscito ad entrare nella top più alta al di là di Donnarumma. È un segnale della difficoltà del campionato italiano a competere su più fronti, o dell’incapacità di emergere nelle competizioni europee in modo decisivo?

Un Pallone d’Oro per l’equilibrio: spesso premi simili vengono visti come politici, o comunque influenzati da narrative. Qui invece sembra valere la somma di continuità, impatto nelle competizioni chiave, momenti decisivi. Dembélé ha saputo fare tutto questo.

Il valore dei giovani: Yamal non è più “solo promessa”, Vitinha pure è giovane relativamente, ma il fatto che siano al vertice indica che la gioventù non è più solo potenzialità bensì realtà che chiede spazio.

Ousmane Dembélé, con il suo impegno, la sua rinascita e un’annata da incorniciare, è diventato il volto del calcio 2025. Il Pallone d’Oro non è solo un trofeo individuale, è il simbolo dell’apice che un giocatore può raggiungere quando talento, lavoro, squadra e momento si incontrano.

Lamine Yamal porta con sé la speranza, la promessa di altri anni da protagonista. Vitinha dimostra che i ruoli meno glamour, ma altrettanto necessari, possono essere riconosciuti. E nel femminile, Aitana Bonmatí continua a confermarsi al livello dei giganti.

23 Settembre 2025
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