8:13 am, 22 Settembre 25 calendario

Giornata Mondiale senza Auto, l’appuntamento per ripensare le città

Di: Redazione Metrotoday
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Ogni anno il 22 settembre diventa un giorno diverso: silenzio di motori, strade più dolci, passi, pedali, sguardi più attenti. È la Giornata mondiale senza auto (World Car-Free Day), occasione di riflessione globale sulla mobilità, sull’inquinamento, sulla qualità della vita urbana.

Cosa significa oggi

La giornata è più che un gesto simbolico: è un invito concreto a ripensare come viviamo le città, come ci muoviamo, che impatto hanno i veicoli privati sull’aria che respiriamo, sul traffico, sullo spazio pubblico.

Al 2024 nel mondo circolavano circa 1,45 miliardi di auto, per lo più con motori a combustione; secondo le stime si potrebbe arrivare a 2 miliardi entro il 2035, se non si interviene.

In numerose città, l’adesione alla giornata consiste nel chiudere al traffico alcune vie, promuovere eventi di sensibilizzazione, offrire alternative alla mobilità su gomma, come il camminare, la bicicletta o i trasporti pubblici.

In Italia, nel 2024, 71 città hanno aderito con iniziative varie: passeggiate, manifestazioni sportive, incontri divulgativi.

L’edizione del 2025 ha come tema centrale “Mobilità per tutti”, che mette a fuoco la “povertà dei trasporti”: ossia, quelle limitazioni nell’accesso a servizi, lavoro, istruzione che derivano da costi elevati, scarsa copertura del trasporto pubblico, carenza di infrastrutture alternative.

Origini storiche

L’idea di restrizione del traffico risale agli anni Settanta, durante la crisi petrolifera. Nel 1973 l’Islanda sperimentò blocchi del traffico in certe giornate. In Italia ci furono iniziative come le domeniche a targhe alterne, le “giornate ecologiche”.

Nel 1994 l’Unione Europea introduce una campagna ufficiale: «In città, senza la mia auto». Da quel momento il fenomeno si diffonde: città, associazioni, cittadini cominciano a organizzare giornate senza auto, eventi correlati, politiche permanenti di limitazione del traffico.

Benefici documentati

Gli studi e le esperienze reali mostrano che anche una sola giornata con meno auto può produrre impatti visibili:

Riduzione delle emissioni: meno automobili significa meno NOx, particolato, CO₂. Ad esempio, a Parigi una delle prime edizioni della “Journée sans voiture” nel 2015 mostrò una diminuzione significativa delle emissioni.

Migliore qualità dell’aria e salute: la diminuzione degli agenti inquinanti locali diminuisce rischi respiratori, cardiovascolari, allergeni.

Riduzione del rumore: meno motori, meno clacson, più silenzio: questo migliora il benessere quotidiano, abbassa lo stress.

Maggiore spazio per le persone: strade che diventano luoghi di incontro, piste ciclabili, marciapiedi più usati, bambini che giocano.

Effetti di mostra-futuro: guardare come è una città senza auto per un giorno serve a capire cosa si potrebbe fare su base più stabile, stimola l’immaginazione urbana.

Ma non è tutto semplice: ci sono sfide strutturali, pratiche, culturali:

  • Dipendenza dal veicolo privato

In molte aree – periferie, zone rurali, territori con carenza di trasporto pubblico – l’auto è spesso necessario. Chiederne l’abbandono anche solo per 24 ore può risultare gravoso per chi non ha alternative praticabili.

  • Infrastrutture insufficienti

La semplice chiusura del traffico non basta: servono piste ciclabili sicure, marciapiedi larghi, trasporti pubblici frequenti, accessibili e a basso costo.

  • Equità sociale

Il tema della “povertà dei trasporti” è centrale: chi più paga spostandosi, chi più soffre le inefficienze del trasporto pubblico, chi vive in zone marginali. Se non si interviene per garantire trasporti accessibili, rischiano di essere favorite solo le aree già ben servite.

  • Resistenze culturali

Abitudini consolidate, percezione del comfort, status legato all’auto, la facilità di acquistare veicoli economici: sono tutti fattori che rallentano il cambiamento.

  • Effetti temporanei

Spesso, dopo la giornata senza auto, si torna alla situazione precedente. Senza progetti duraturi, le emissioni e i disagi persistono.

Esperienze internazionali che ispirano

Alcune città e regioni hanno trasformato le giornate senza auto in pratiche regolari o in politiche strutturali.

Bogotá (Colombia): ogni domenica c’è la “Ciclovía”: vaste strade vengono chiuse al traffico per permettere a pedoni, ciclisti, famiglie di godere dello spazio urbano. Un appuntamento consolidato, popolare, che ha cambiato la percezione della città.

Indore (India): per il terzo anno consecutivo la città celebra il “No Car Day” il 22 settembre, incoraggiando cittadini ad abbandonare l’automobile, promuovendo zone dedicate, alternative di trasporto.

Parigi: misure che vanno oltre le giornate simboliche. Approvato un piano per rendere pedonali 500 strade, trasformare vie centrali in aree verdi, ridurre il traffico di attraversamento.

Altre città nel mondo hanno scelto zone a traffico limitato, solo pedonalizzazione, investimenti forti in mobilità dolce.

Il contesto europeo e italiano

L’Unione Europea ha fissato obblighi e target per ridurre le emissioni dei veicoli, eliminare gradualmente i motori termici entro il 2035 per quelli più inquinanti.

In Italia, oltre alle giornate dedicate, esistono iniziative locali: zone a traffico limitato (ZTL), domeniche ecologiche, incentivi per la mobilità elettrica, ciclabili urbane, car-sharing. Ma la diffusione e la continuità variano molto da regione a regione e città a città.

“Mobilità per tutti”: il tema 2025

Quest’anno l’accento è posto su una dimensione spesso sottovalutata: non basta ridurre le auto, bisogna garantire che le alternative siano sicure, affidabili, inclusive e accessibili.

Sicurezza: che le piste ciclabili non siano pericolose, che i mezzi pubblici non espongano a rischi per la salute, che le strade senza auto non diventino semplici scorciatoie per comportamenti rischiosi.

Affidabilità: che il trasporto pubblico sia puntuale, frequente, coprente.

Inclusività: che tocchi anche le periferie, le aree meno servite, che sia accessibile anche per disabili, anziani, famiglie con bambini.

Equità: che il costo non diventi barriera, che ci siano soluzioni per chi non può permettersi abbonamenti, veicoli alternativi.

Cosa fare concretamente

Ecco alcune pratiche già in atto o che si potrebbero rafforzare:

  • Adozione stabile di zone a traffico limitato o pedonali, non solo per un giorno, ma come modello permanente.
  • Miglioramento infrastrutturale: piste ciclabili, marciapiedi, segnaletica, illuminazione, sicurezza.
  • Tariffe agevolate o gratuità per il trasporto pubblico in particolari fasce sociali.
  • Incentivi per bici, monopattini, veicoli elettrici, ma anche per l’uso condiviso (car-sharing, bike-sharing).
  • Pianificazione urbana che segue il modello delle “città a 15 minuti”: dove scuola, lavoro, servizi essenziali siano raggiungibili a piedi o in bici entro breve distanza. Studi recenti indicano che città più compatte e con alta accessibilità pedonale tendono ad avere emissioni per trasporti più basse.

Prospettive future

Se la Giornata mondiale senza auto è utile, il vero scopo è che essa non resti una parentesi. Serve che diventi momento di svolta: che le politiche locali, nazionali e globali raccolgano il testimone per cambiare modello.

La Giornata mondiale senza auto è più che una ricorrenza: è una sfida. È l’occasione per immaginare e sperimentare una città diversa, più respirabile, più vivibile, più equa.

Spegniamo i motori per un giorno — ma accendiamo le idee, la volontà, la progettualità per un futuro urbano che metta al centro le persone, non il traffico.

22 Settembre 2025
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