11:45 pm, 22 Settembre 25 calendario

Copenaghen sotto assedio: l’aeroporto chiude per droni,

Di: Redazione Metrotoday
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Serata di tensione sopra l’aeroporto di Copenaghen, il principale snodo aeroportuale della Scandinavia. Nella notte tra lunedì e martedì (22/23 settembre 2025), due-tre droni “di grande taglia” sono stati avvistati nella zona che circonda lo spazio aereo di Kastrup, provocando la chiusura immediata di tutte le operazioni di decollo e atterraggio. Decine di voli sono stati deviati verso aeroporti alternativi, mentre le autorità danesi cercano di ricostruire cosa sia successo, con quali motivi e da dove provenissero quei velivoli non identificati nel cielo.

Alle 20:26 ora locale (18:26 GMT), è scattato l’allarme: il traffico aereo è stato sospeso dopo segnalazioni di droni nel perimetro dell’aeroporto.

Il numero di droni stimato è tra due e tre o due e quattro, definiti “large”, non meglio precisati.

Oltre 35 voli in arrivo sono stati dirottati verso aeroporti alternativi tra Danimarca e Svezia — Malmö, Billund, Göteborg, Aarhus.

Al momento dell’ultimo aggiornamento, non era chiaro quando il traffico potesse riprendere normalmente. Le autorità hanno segnalato che le operazioni restano sospese, con indagini in corso per identificare i responsabili e stabilire se si tratti di una minaccia intenzionale o di un incidente.

Conseguenze sul traffico aereo e sui viaggiatori

Gli effetti immediati sono stati dirompenti:

I voli in partenza e destinazione Copenaghen sono stati fermati, lasciando a terra molti passeggeri senza partenze in vista. Alcune partenze sono state cancellate, altre ritardate oltre il previsto.

Chi stava per atterrare è stato dirottato: non solo città danesi ma anche scali in Svezia (Malmö, Göteborg) sono stati coinvolti.

Alcuni voli ritornati al gate dopo il decollo; altri hanno affrontato attesa in quota o percorsi alternativi, con inevitabile aumento dei costi (carburante, personale, logistica) per le compagnie.

Come si arriva a un blocco del genere

L’episodio non è isolato, ma s’inserisce in una serie crescente di casi che pongono in luce le fragilità nello spazio aereo civile fronte a droni non autorizzati.

Norme vigenti in Danimarca / Ue:

È vietato volare con droni in prossimità di aeroporti, con limitazioni di distanza (zone geografiche UAS) che prevedono autorizzazioni specifiche per operazioni speciali.

Le autorità civili dell’aviazione e delle infrastrutture monitorano queste zone con sistemi radar, ma l’efficacia dipende da dimensioni, altitudine, segnalazioni visive e strumenti elettronici che possono identificare e localizzare fonti non convenzionali.

Precedenti recenti in Danimarca:

Nel dicembre 2024, episodi simili hanno portato arresti dopo avvistamenti di droni nei pressi dell’aeroporto, con brevi interruzioni del traffico.

In febbraio 2025, un altro blocco delle operazioni dell’aeroporto durò circa due ore, sempre per attività di droni sospette nell’area.

Questi precedenti mostrano che il settore aeroportuale danese è ben consapevole del rischio, ma forse ancora non dotato di strumenti completamente adeguati per reagire in modo rapido e localizzare con precisione gli apparecchi sospetti.

Cosa sappiamo finora e cosa resta da chiarire

Quelle confermate:

Il numero di droni avvistati (tra 2 e 4) e la loro dimensione (“large”) sono riconosciuti ufficialmente, ma non è stato fornito un dettaglio tecnico (modello, capacità, motivazioni).

Non esistono conferme che gli avvistamenti siano collegati a malfunzionamenti, errori di piloti privati, attacchi intenzionali o altre attività malevole.

Le autorità non hanno segnalato vittime o danni fisici; l’interferenza è stata esclusivamente sul traffico aereo.

Quello che non si sa:

Chi ha pilotato quei droni e da dove operavano.

Se ci fosse un intento malevolo (spionaggio, disturbo intenzionale) oppure un errore, una persona che ha violato le zone vietate per distrazione o ignoranza.

Come sono stati visti: via radar, da terra, da piloti ….

Attacco simulato o intimidazione: l’uso di droni come mezzo per testare o disturbare sistemi di sicurezza.

Errore umano: piloti dilettanti che non rispettano le restrizioni, magari con apparecchi più grandi del consentito, senza autorizzazioni.

Uso di droni per operazioni non dichiarate: film, sorveglianza, uso commerciale illegale, magari combinato con condizioni metereologiche che permettono il volo notturno vicino agli aeroporti.

La critica alla sicurezza aeronautica

Quanto successo pone interrogativi non solo specifici per Copenaghen o per la Danimarca, ma più in generale per l’Europa e il mondo:

Tecnologie di rilevamento: Il radar aeroportuale tradizionale spesso fatica a identificare oggetti piccoli o fatti con materiali compositi (plastico, fibra, etc.). Serve un’integrazione con sistemi ottici, acustici, infrarossi, che possano agire anche di notte.

Normative e sanzioni: Le leggi esistenti prevedono multe e pene ma spesso la deterrenza è debole se non si riesce a individuare il pilota o il proprietario del drone.

Reattività operativa: Mettere in sicurezza un aeroporto richiede procedure che siano chiare e pronte (blocco immediato, deviazioni, informazione ai passeggeri). Le compagnie aeree, i controllori di volo, il personale di terra devono essere coordinati.

Confronto con casi passati

Gatwick 2018 (Regno Unito): Un caso emblematico. A dicembre 2018, centinaia di voli cancellati o deviati per avvistamenti di droni nei pressi dell’aeroporto. Migliaia di passeggeri coinvolti. Nonostante indagini approfondite, nessuno è stato riconosciuto colpevole.

Incidenti recenti in Europa orientale:

Violenze di spazio aereo in Polonia, Romania, Estonia legate a droni o jet russi, spesso in contesti militari. Questi casi mostrano il confine sottile tra violazioni politiche / militari e rischio civile.

Questi episodi servono da monito: davanti a un oggetto volante non identificato, la priorità è la sicurezza civile, anche a costo di disagi economici, ritardi, deviazioni.

Responsabilità e scenari futuri

Il governo danese farà sicuramente aperture di indagine, anche per capire se c’è relazione con attività straniere o domestiche.

Bruxelles e i regolatori Ue potrebbero rivedere le normative relative ai droni, cercando di rafforzare standard di riconoscimento, autorizzazione, tracciabilità.

Le società tecnologiche che producono droni avranno argomenti per rivendere sistemi di geo-fencing più rigidi: zone in cui i droni non possono entrare neanche se pilotati intenzionalmente, con blocchi elettronici.

A livello operativo aeroportuale: eventuale installazione di sistemi anti-drone (counter-UAS) più sofisticati, pattugliamento, hackeraggio elettromagnetico, o soluzioni difensive passive.

Gli aeroporti nel mirino

Questo episodio aggiunge Copenaghen all’elenco degli aeroporti europei che si trovano sempre più spesso nel mirino di avvistamenti sospetti di droni, al punto che le operazioni regolari non possono essere date per scontate. L’aeroporto di Kastrup è altamente trafficato, con voli nazionali, europei e intercontinentali ogni giorno: interromperne l’operatività anche solo per poche ore significa impatti economici, logistici e di immagine.

Quelle esperienze precedenti (come Gatwick) mostrano che non basta reagire: serve pianificare in anticipo. Preventivare il peggio, definire chi fa cosa, quali tecnologie impiegare, come informare il pubblico e limitare i danni.

Domande aperte

  • Chi erano quei droni realmente? Potrebbero essere “grandi”, ma di cosa parliamo? Droni industriali, militari, ricognitori, o mezzi artigianali?
  • Quanto è accurata la localizzazione? È possibile che i droni fossero più lontani o più vicini di quanto riportato? Errori di percezione, errori radar?
  • C’è un pattern? Confrontando con altri eventi, si potrebbe notare se questi episodi avvengono in concomitanza con esercitazioni militari, tensioni geopolitiche, traffico dronico commerciale “grigio”.
  • Come evolveranno le contromisure? Reggio Ue, alleanze militari, enti civili, aziende tecnologiche: che ruolo svolgeranno per garantire che l’uso dei droni non diventi un rischio sistemico per l’aviazione civile?

L’episodio di Copenaghen  è un segnale che lo spazio aereo civile sta affrontando una sfida crescente. Non è solo questione di sicurezza aeroportuale, ma di gestione del rischio, di regolamentazione, di fiducia dei passeggeri. Quando un aeroporto così centrale come Copenaghen si vede costretto a sospendere tutta l’attività per allarme droni, è un campanello d’allarme per l’intero settore.

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22 Settembre 2025
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