7:38 pm, 19 Settembre 25 calendario

La complicità economica globale favorisce genocidio, occupazione e apartheid israeliani

Di: Redazione Metrotoday
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Amnesty International ha lanciato un’accusa contro la politica economica globale che, secondo l’organizzazione, contribuisce direttamente al perpetuarsi delle violazioni del diritto internazionale da parte di Israele. Secondo il documento, attraverso complicità, sostegno o inerzia intenzionale, stati, istituzioni pubbliche e aziende stanno favorendo o traendo profitto dal genocidio in corso nella Striscia di Gaza, dall’occupazione illegale dell’intero Territorio palestinese e dal sistema di apartheid imposto sui palestinesi.

È più che giunto il momento che gli attori globali pongano fine alla loro brama mortale di vantaggi economici e profitti a ogni costo”, ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International. “La prolungata occupazione illegale e decenni di apartheid hanno richiesto un sostegno completo attraverso relazioni economiche e scambi commerciali. I 23 mesi di incessanti bombardamenti e genocidio a Gaza sono stati resi possibili dalle forniture di armi e strumenti di sorveglianza, fornite grazie alla complicità di aziende e governi che hanno ignorato l’indifendibile”.

Il rapporto di Amnesty denuncia una vasta rete di interessi economici internazionali che contribuiscono a mantenere e rafforzare le violazioni dei diritti umani. L’organizzazione ha individuato 15 aziende chiave, tra cui colossi statunitensi come Boeing e Lockheed Martin, produttori israeliani di armi come Elbit Systems, Rafael Advanced Defense Systems e Israel Aerospace Industries (IAI), oltre a Hikvision (Cina), CAF (Spagna), HD Hyundai (Corea del Sud), Palantir Technologies (USA), Corsight (Israele) e Mekorot, l’azienda idrica statale israeliana.

Secondo Amnesty, queste aziende forniscono armi, sistemi di sorveglianza, droni, software di riconoscimento facciale e macchinari utilizzati dall’esercito israeliano per condurre bombardamenti a Gaza, controllare la popolazione palestinese e consolidare gli insediamenti illegali in Cisgiordania. L’organizzazione sottolinea come queste attività abbiano contribuito a uccidere civili, affamare la popolazione e distruggere infrastrutture essenziali, tra cui scuole, ospedali e reti idriche, senza che vi siano state conseguenze per i fornitori internazionali.

Le madri palestinesi a Gaza sono costrette a vedere i loro figli soccombere alla fame mentre le fabbriche di armi continuano a trarre profitti”, ha aggiunto Callamard. Amnesty International esorta stati e aziende a sospendere immediatamente vendite e contratti con Israele, disinvestire da chi contribuisce al genocidio e all’apartheid e adottare leggi e regolamenti efficaci per fermare queste pratiche.

Il rapporto richiama anche le decisioni della comunità internazionale. Il 18 settembre 2024, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite aveva adottato una risoluzione che chiedeva a Israele di porre fine alla sua occupazione illegale entro un anno, in attuazione del parere della Corte internazionale di giustizia del luglio 2024. La risoluzione prevedeva che gli stati membri impedissero ai propri cittadini e alle aziende di contribuire all’occupazione, sospendessero trasferimenti di armi e applicassero sanzioni mirate. Tuttavia, la scadenza di 12 mesi è trascorsa senza che Israele abbia rispettato gli obblighi e senza che la maggior parte degli stati membri abbia esercitato pressioni significative.

Amnesty International avverte che la complicità internazionale è ormai evidente. Gli stati che continuano a fornire armi, tecnologia e supporto economico rischiano di essere considerati corresponsabili dei crimini israeliani, tra cui genocidio, apartheid e altre violazioni dei diritti umani. “O continuano a prendere provvedimenti concreti o rischiano di essere complici di crimini contro l’umanità”, ha ammonito Callamard.

Tra le aziende citate, Boeing e Lockheed Martin hanno fornito bombe e aerei da combattimento utilizzati in bombardamenti che hanno colpito civili palestinesi, tra cui numerosi bambini. Elbit Systems, Rafael e IAI producono droni armati e sistemi di sicurezza utilizzati contro la popolazione di Gaza e Cisgiordania. Palantir Technologies fornisce software di intelligenza artificiale per la sorveglianza militare, mentre Mekorot gestisce le infrastrutture idriche discriminando i palestinesi. Le aziende europee e asiatiche, come CAF e HD Hyundai, contribuiscono a progetti di infrastrutture legati all’espansione degli insediamenti illegali.

Amnesty International richiama anche la società civile: cittadini, organizzazioni e opinione pubblica devono mobilitarsi e fare pressione affinché stati e aziende rispettino i diritti umani e interrompano ogni attività che contribuisca alle violazioni israeliane. “Non possiamo permettere che la sofferenza della popolazione palestinese venga ignorata un minuto di più”, conclude Callamard.

Il rapporto arriva a oltre un anno dall’adozione della risoluzione Onu, ribadendo la gravità della situazione nella Striscia di Gaza e in tutto il Territorio palestinese occupato. Per Amnesty International, è giunto il momento che profitti e interessi economici non prevalgano sulla dignità e sui diritti umani: uno stop immediato alle forniture di armi, alla collaborazione tecnologica e agli investimenti nelle aziende coinvolte nei crimini è urgente e necessario per prevenire ulteriori violazioni.

19 Settembre 2025 ( modificato il 20 Settembre 2025 | 19:42 )
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