10:03 pm, 19 Settembre 25 calendario

Fitch eleva il rating dell’Italia

Di: Redazione Metrotoday
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Nuovi equilibri tra fiducia, conti pubblici e rischi strutturali

Fitch Ratings ha compiuto una mossa significativa sul profilo finanziario sovrano dell’Italia: il rating è passato da BBB a BBB+, con outlook stabile. Un aggiornamento che riflette non solo un miglioramento nei conti pubblici, ma anche una nuova percezione, internazionale, della stabilità politica italiana. È un passo avanti, ma non privo di sfide e incognite.

Questo articolo analizza il significato dell’upgrade, il contesto nel quale avviene, i rischi che permangono, le precedenti vicende che portano a questo momento, e le implicazioni economiche, politiche e sociali per il Paese.

Che cosa ha detto Fitch e perché

L’agenzia internazionale ha motivato l’upgrade richiamando diversi elementi:

Performance fiscale migliorata: il deficit pubblico nel 2024 si è attestato al 3,4% del PIL, al di sotto del target previsto del 3,8%. È il segno che le politiche di contenimento della spesa e di aumento delle entrate potrebbero essere efficaci.

Stabilità politica e credibilità: la percezione che il governo italiano mantenga una certa coerenza nelle scelte economiche e negli impegni verso l’Unione Europea è stata considerata un fattore positivo nell’analisi di Fitch.

Quadro di medio/lungo termine: l’adozione di una pianificazione pluriennale che aiuta a dare previsibilità nel bilancio, nella politica fiscale e nei rapporti con l’UE.

Obiettivi verso l’UE: l’ipotesi di portare il deficit sotto il 3% del PIL, un impegno che, se confermato, segnerebbe un rispetto anticipato delle regole europee rispetto a quanto fissato dal Patto di Stabilità.

Questo miglioramento ha portato Fitch a rivedere al rialzo anche il “country ceiling” (ossia il tetto relativo alla valutazione che si può attribuire) da “AA” ad “AA+”, pur mantenendo un outlook “stabile”, che indica che non ci si aspetta cambiamenti radicali nel breve periodo.

Il contesto economico

Non è un momento facile, ma ci sono segnali incoraggianti:

Crescita debole ma resiliente: le stime di crescita del PIL per il 2025 restano modeste (attorno allo 0,6-0,7%), tuttavia esistono segnali che alcuni settori, come l’industria o l’export, siano in ripresa o mostrino miglioramenti.

Rapporto debito/PIL molto alto: una delle principali spie d’allarme continua a essere il peso del debito pubblico italiano, fra i più elevati in Europa. Anche se è previsto un graduale calo, la strada rimane lunga.

Spese straordinarie e incentivi: alcune misure introdotte negli ultimi anni — ad esempio incentivi edilizi o misure legate al “superbonus” — hanno generato impatti sui conti pubblici che non sono sempre facili da riportare sotto controllo rapidamente.

Mercati finanziari più ottimisti: il “premio per il rischio” richiesto dagli investitori sui titoli di Stato italiani (lo spread con i Bund tedeschi) ha mostrato segnali di riduzione, indicativo di una maggiore fiducia esterna.

Precedenti rating

Per capire il valore della nuova valutazione occorre collocarla in una prospettiva storica:

Anni Ottanta e primi Novanta Italia godeva di rating molto più alti (AA, A, etc.) Debito/PIL più basso, minori vincoli europei, economie meno integrate ma anche meno indebitate.

Crisi del debito europeo 2011-13 Forte deterioramento, spread, preoccupazioni per sostenibilità del debito, rating declassati Governo Monti, misure di austerità, interventi UE, grande pressione sui mercati.

Dopo 2015-2018 Tentativi di stabilizzazione, oscillazioni del rating, outlook negativi/positivi alternati Crisi economiche globali, instabilità politica interna, shock esterni (pandemia, energia).

Pandemia e post-pandemia Deficit molto elevati, debito pubblico amplificato, difficoltà nella crescita, rischio di downgrading persistente Nel 2020 il rating italiano era tra i più sotto pressione.

2024-inizio 2025 Alcune agenzie (compresa Fitch) confermavano rating “BBB” ma alzavano l’outlook da “stabile” a “positivo”, segno che le azioni fiscali e le politiche erano percepite come più credibili Obiettivo di riportare deficit sotto soglia UE, richieste di trasparenza, impegni di bilancio multi-annuali.

Questo nuovo upgrade da Fitch (BBB BBB+) segna un punto di svolta, che sinora era atteso da analisti e mercati ma che richiede conferme concrete.

Quali implicazioni porta l’upgrade

Sul fronte finanziario e dei mercati

Costo del debito: migliorare il rating può ridurre i rendimenti richiesti dagli investitori sui titoli di Stato italiani, contribuendo (almeno potenzialmente) a ridurre il peso degli interessi sul bilancio pubblico.

Attrattività per gli investitori stranieri: rating più alti e outlook stabili aumentano la fiducia degli investitori internazionali, che guardano non solo al ritorno, ma al rischio complessivo.

Effetto spillover su banche e imprese: le banche italiane, le grandi imprese che finanziariamente dipendono anche dal merito creditizio del Paese, potrebbero beneficiare indirettamente di condizioni migliori nei finanziamenti, nei tassi e nei costi di prestito.

Politico / istituzionale

Un riconoscimento internazionale della credibilità del governo attuale e delle sue politiche, specie nel mantenere impegni verso l’UE. Può essere usato anche come argomento nelle trattative con Bruxelles, specie sui bilanci, sui fondi strutturali, sulle politiche economiche future.

Rafforza la legittimità politica delle misure di consolidamento fiscale: chi spinge per maggiore rigore ha ora un argomento in più.

Criticità

Debito elevato: anche se si prevede un calo futuro, l’attuale rapporto debito/PIL è molto alto, e ogni shock (aumento tassi, crisi esterna, inflazione imprevista) potrebbe metterlo sotto pressione.

Crescita debole: se l’economia non dovesse accelerare, il miglioramento fiscale rischia di essere compromesso. Riforme strutturali, produttività, innovazione restano sfide aperte.

Dipendenza dai flussi esterni: esportazioni, condizioni internazionali (prezzi dell’energia, inflazione, politiche monetarie della BCE) restano variabili critiche volatili.

Sostenibilità sociale delle misure fiscali: tagli, aumenti di imposte, riduzioni di spesa fiscale rischiano di incontrare resistenze politiche e sociali.

Perché ora?

Diversi fattori hanno fatto convergere le condizioni per l’upgrade:

Impegno al rispetto delle regole Ue: recente budget nazionale, limiti al deficit, impegni per rientrare nella soglia UE del 3% hanno dato segnali credibili.

Politica più prevedibile: nonostante le dinamiche interne, il governo ha mostrato coerenza nei propri obiettivi finanziari, riducendo incertezze che potrebbero scoraggiare gli investitori.

Mercati europei e comparazione con altri Paesi periferici: miglioramenti simili in Spagna e Portogallo, e in generale una tendenza a premiare i Paesi che riescono a contenere deficit e a gestire debito.

Pressione sui costi del finanziamento: spread decrescenti, richieste di rendimento sui BTP più contenute, che implicano che i costi del debito pubblico sono meno pesanti sebbene ancora molto elevati.

Cosa attendersi

L’upgrade è un passo, non un traguardo. Ecco cosa guarderanno gli analisti:

Se il deficit 2025 sarà effettivamente inferiore o poco sopra il 3%, come previsto, e se il governo riuscirà a mantenere questi impegni senza compromessi eccessivi.

L’evoluzione del debito pubblico, non solo nella quota, ma anche nei costi di servizio: come si comporteranno i tassi di interesse, la domanda di titoli italiani, la pressione sui rifinanziamenti.

Le misure strutturali: riforme pensionistiche, mercato del lavoro, semplificazione, innovazione, efficienza della pubblica amministrazione, capacità di spesa europea.

Il contesto internazionale: inflazione, costi energetici, crisi geopolitiche, politiche monetarie BCE e tassi di interesse globali.

L’Italia entra oggi in una fase in cui è possibile dire che la fiducia esterna nel suo percorso fiscale e politico riceve un riconoscimento concreto. Il passaggio da BBB a BBB+ da parte di Fitch segna una svolta rispetto agli ultimi anni caratterizzati da alta incertezza, volatilità e sfiducia. Tuttavia, il contesto non è diventato benigno: rimangono sfide non affrontate, vulnerabilità strutturali e rischi da monitorare attentamente.

Questo rating è una cartina al tornasole: se il governo proseguirà a rispettare impegni, a guidare politiche credibili e a mantenere stabilità, l’Italia potrà guadagnare terreno; se dovessero manifestarsi deviazioni rispetto ai cammini fiscalmente sostenibili, l’aria potrebbe tornare rapidamente meno favorevole.

19 Settembre 2025 ( modificato il 20 Settembre 2025 | 3:11 )
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