10:26 am, 18 Settembre 25 calendario

Marche 2025: Schlein e Ricci insieme per sfidare Acquaroli

Di: Redazione Metrotoday
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Mancano meno di due settimane alle elezioni regionali nelle Marche (28-29 settembre 2025), e la tensione politica è salita alle stelle. Il centrosinistra punta tutto su Matteo Ricci, sostenuto in modo convinto da Elly Schlein, segretaria del Pd, nella sfida contro il presidente uscente Francesco Acquaroli, esponente di Fratelli d’Italia. Voci, polemiche, promesse, rimpalli: questa è la stagione elettorale marchigiana, che può diventare molto più che una disputa locale.

La posta in gioco

Le Marche non sono mai state così contese. Nelle elezioni regionali del 2020 il centrodestra ha vinto per la prima volta nella storia postbellica della regione, con Acquaroli che ha strappato la presidenza al centrosinistra (con il candidato Maurizio Mangialardi) raccogliendo ~49,13% dei voti.

Adesso tutto è in gioco: non solo la Presidenza della Regione, ma la credibilità delle forze politiche e la tenuta delle coalizioni, che già mostrano crepe e timori sulle alleanze e sull’immagine pubblica.

I protagonisti

Francesco Acquaroli: presidente uscente per il centrodestra, sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e altre forze civiche. Ha costruito la sua amministrazione attorno a promesse di stabilità, controllo, sviluppo economico. Ora è sotto attacco su sanità, gestione ambientale, presunte promesse non mantenute.

Matteo Ricci: ex sindaco di Pesaro, oggi europarlamentare, candidato presidente per il centrosinistra (“Alleanza del Cambiamento”). Sfida azzardata, perché gravata da vicende giudiziarie (l’inchiesta su presunti affidamenti irregolari a Pesaro, nota come “Affidopoli”) ma anche da una coalizione che cerca riscatto puntando su temi sociali, sanità, ambiente, lavoro.

L’alleanza di centrosinistra

Il campo progressista ha faticato non poco a costruire un fronte compatto. Italia Viva, Volt, +Europa, movimento ambientalista, M5S: tutte sigle che si agganciano a Ricci con motivazioni diverse. Il Movimento 5 Stelle è stato in forse quando è emersa l’indagine su Ricci, ma dopo la consultazione degli atti e delle carte da parte del partito, ha confermato l’appoggio.

In più, la coalizione ha cercato di scrivere un programma condiviso su temi come salario minimo, sanità, gestione ambientale e opere pubbliche, cercando di recuperare la fiducia di chi sente che le promesse fatte non sono state mantenute.

Il centrodestra e la strategia di Acquaroli

Acquaroli posiziona la sua campagna sul valore della continuità, della stabilità, del buon governo che prescinde dalle polemiche. Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, UDC e civiche fanno quadrato attorno al presidente uscente, con il sostegno esplicito di Giorgia Meloni, che ha partecipato ai comizi ad Ancona.

Meloni ha puntato sul fatto che la coalizione di destra è unita, forte, con una narrativa definita: critiche ai costi, all’immigrazione, alla gestione della sanità, e attacchi a temi “valoriali” per differenziarsi rispetto al centrosinistra.

Le questioni chiave

Nel corso della campagna elettorale, emergono alcune questioni ricorrenti che rischiano di diventare il punto decisivo.

Ricci e Schlein attaccano Acquaroli sulla sanità per carenze, tempi, mancanza di personale, disservizi, soprattutto nelle zone interne. Promettono rafforzamenti, risorse, gestione più vicina ai cittadini. Il centrodestra difende il suo operato sostenendo che molte delle critiche derivano da problemi strutturali, nazionali, o dovuti a finanziamenti insufficienti durante governi precedenti, e rivendica interventi avviati su investimenti infrastrutturali sanitari.

Il centrosinistra insiste sul salario minimo, misure per evitare spopolamento delle zone rurali, agevolazioni per chi si trasferisce nelle aree interne, qualità dei servizi. Questi temi parlano a una popolazione che in molte zone sente la distanza (fisica, economica, sociale) con i centri urbani.

Vicenda API: la questione della cessione dell’azienda alle fonti estere, la gestione dei territori, le bonifiche, insieme alla crescita sostenibile, sono diventati punti di scontro.

L’avviso di garanzia a Ricci pesa politicamente, anche se non è di per sé una condanna. Serve a chi lo attacca come prova di poca trasparenza o di rischio morale. Ricci e i suoi sostenitori replicano: si leggano le carte, ma il sostegno è confermato. Sul fronte opposto, Acquaroli deve difendersi anche da accuse di promesse fatte e non mantenute, di gestione del consenso acritico, di poca attenzione verso chi è rimasto indietro.

La mobilitazione elettorale è un tema che emerge chiaramente è chi saprà muovere meglio il proprio elettorato. Turnout, attivismo locale, capacità di far arrivare la gente al seggio: sembrano decisivi. In queste elezioni, la vittoria potrebbe non dipendere da grandi sondaggi ma da pochi punti percentuali, da aree dove la mobilitazione è debole, dalla capacità di evitare l’astensionismo.

Le difficoltà del centrosinistra

Pur con una coalizione allargata, il centrosinistra non è privo di problemi:

L’indagine su Ricci rischia di diventare un alibi per il centrodestra, che la sfrutta per mettere in discussione la moralità del candidato avversario.

Non tutti gli elettori progressisti sono convinti: liste minori, alcuni elettori del M5S, ambientalisti, giovani, segnalano che si può fare di più, che il messaggio non è ancora chiaro su certe questioni. La coalizione sta tentando di rassicurare su ogni tema, anche su quelli che usualmente generano divisioni (ambiente vs sviluppo, spesa pubblica vs rigore).

L’immaginario politico: Acquaroli appare come “uomo della destra forte, stabile”, mentre il centrosinistra cerca di resettare l’immagine, concentrandosi su identità, valori, “nuovo”. È uno scontro di narrative.

Secondo le ultime rilevazioni, la forbice tra Acquaroli e Ricci non è ampia: Acquaroli appare in vantaggio, ma di pochi punti. Non abbastanza per considerare la partita chiusa.

In sezioni chiave, come le province costiere vs interna, Pesaro e Ancona contro le aree più collinari e montane, ogni voto conta. Alcune zone tradizionalmente a sinistra sono state erose negli anni, altre città un tempo “rosse” mostrano segnali di stanchezza. D’altro canto, i comuni dove il centrosinistra ha investito molto in welfare locale o politiche di coesione sembrano reagire meglio.

Le mosse decisive

A pochi giorni dal voto, queste sono le mosse che potrebbero fare la differenza:

Il dibattito pubblico: il confronto Ricci-Acquaroli in diretta, previsto per il 25 settembre via Sky TG24, può essere un momento chiave per spostare opinione, mostrare la parola vs la realtà, la concretezza vs la promessa.

La presenza dei leader nazionali nei comizi: Meloni schiera tutto il centrodestra per sostenere Acquaroli, Schlein risponde con presenze forti, ma è obbligata a mobilitare molto. Immagine, identità, simbolismo contano molto, specie in una regione con forte memoria politica.

Radicamento sul territorio: non solo Pesaro e Ancona, ma le zone rurali, le province interne. Se il centrosinistra non riesce a far sentire la propria proposta (salario minimo, welfare, sanità) anche lì, il rischio è di fratture.

Evitare l’astensionismo: elettori che storicamente votano sinistra ma ormai si sentono disincantati rappresentano un serbatoio grande, ma fragile. Se restano a casa, danno vantaggio al centrodestra.

Uso della narrativa: il “cambiamento”, la “casta vs la gente”, “nuovo vs vecchio”, elementi ideali per chi vuole muovere gli animi. Schlein sembra puntare su questo: il suo stile, la sua storia personale, il differenziale generazionale.

Cosa dicono le Marche

Quella marchigiana non è solo una sfida locale: è un test per l’Italia. Per il Pd, per la sinistra che ha vissuto anni di frammentazione; per il centrodestra che cerca conferma del suo consenso nel paese, per la crescita o il cedimento delle visioni politiche più identitarie vs quelle più sociali.

Elly Schlein, Matteo Ricci, Francesco Acquaroli: sono nomi diversi, generazioni diverse, stili diversi. Ma tutti misurati sulla concretezza: sui numeri della sanità, delle infrastrutture, sulla voce degli elettori che chiedono risposte più che promesse.

Chi vincerà, molto dipenderà da chi riuscirà a costruire un ponte: tra le città e le aree interne, tra presente e passato, tra desiderio di cambiamento e paura del non sapere. Le Marche, in questo fine settembre, saranno un osservatorio di ciò che può essere l’Italia dei prossimi anni.

18 Settembre 2025
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