10:13 am, 18 Settembre 25 calendario

Jimmy Kimmel show sospeso, lo scontro su libertà e satira

Di: Redazione Metrotoday
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Una sera qualunque di inizio settimana, Jimmy Kimmel apre il suo celebre Late-Night su ABC con un monologo che commenta l’omicidio del conservatore Charlie Kirk. Le sue parole scuotono l’aria mediatica: accusa certi ambienti “MAGA” di tentare di distanziarsi dal responsabile del delitto per salvarsi politicamente; critica la banalizzazione del lutto da parte di alcuni esponenti conservatori; suggerisce che il killer possa aver legami con ambienti politici di destra, nonostante dichiarazioni contrarie.

Il giorno dopo, ABC sospende Jimmy Kimmel Live! a tempo indefinito. Le stazioni affiliate del network decidono di non trasmettere lo show. Il motivo: i commenti ritenuti offensivi, i timori di reazioni politiche, e pressioni da parte della FCC (ente regolatore statunitense per le comunicazioni) su ABC e sulla sua casa madre. La sospensione provoca indignazione, dibattiti sull’equilibrio tra libertà di espressione e responsabilità mediatica, accuse di censura politica, e speculazioni sul futuro dei late-night shows negli Stati Uniti.

I fatti

Il host Jimmy Kimmel, nel suo monologo di lunedì notte, ha detto che la “MAGA Gang” sta tentando di caratterizzare il killer di Charlie Kirk come estraneo al proprio ambiente politico, mentre al tempo stesso sfrutta l’omicidio per ottenerne un vantaggio politico.

Immediatamente, alcune affiliate ABC, fra cui quelle gestite da gruppi come Nexstar, reagiscono polemicamente, definendo le parole di Kimmel “offensive e insensibili”.

Il presidente della FCC, Brendan Carr, interviene: esorta le tv affiliate a prendere posizione, minacciando possibili sanzioni nei confronti di chi violasse “l’interesse pubblico” previsto dalla licenza che la FCC rilascia alle emittenti.

L’ABC, controllata da Disney, ha annunciato la sospensione dello show “indefinitamente”, senza una data di ripresa al momento.

Le reazioni immediate

Dal mondo politico e istituzionale

Il denunciare la sospensione come un pericolo per la libertà di espressione da parte di esponenti democratici e associazioni per i diritti civili.

Il sostegno ad ABC da parte di alcune stazioni e gruppi giornalistici che vedono nella satira politica un pilastro della democrazia, specie nei momenti di forte polarizzazione.

Allo stesso tempo, approvazione da parte di ambienti conservatori e dello stesso ex Presidente Donald Trump, che plaudono la decisione: secondo questi, Kimmel avrebbe oltrepassato il confine della satira “accettabile”.

Dal mondo dello spettacolo

Sindacati di attori, scrittori e tecnici del settore che parlano di “atto intimidatorio”: una sospensione che non colpisce solo un individuo, ma che può diventare monito per chiunque provi a criticare il potere.

Altri artisti e commentatori sottolineano il doppio standard: che in passato condotte o affermazioni simili, da parte di figure più vicine al potere politico, non abbiano avuto risposta così forte.

Diritto e libertà di opinione

La libertà di parola negli Stati Uniti gode della protezione del Primo Emendamento. Tuttavia, esistono meccanismi regolatori come la FCC, che concede licenze alle emittenti, le quali devono operare “in the public interest”. Quando un ente regolatore suggerisce che un’emittente potrebbe perdere privilegi o licenza se non modifica certi comportamenti, si pone un dilemma: cosa è libertà di espressione e cosa è pressione istituzionale?

È la prima volta che una situazione del genere – un monologo satirico, critico, non violento – porta a una sospensione simile da parte di un grande network dopo pressioni esterne soggette a richieste regolatorie?

Le precedenti ombre mediali

Questo non è un episodio isolato. Già in passato:

Altri late-night hosts come Stephen Colbert sono stati al centro di controversie, fino ad annunciare la fine dello show in prossimità del rinnovo di contratto, in contesti percepiti da molti come legati più a pressioni politiche o advertiser che a ragioni puramente economiche.

Alcune stazioni affiliate ABC, o altri networks, si sono rifiutate di trasmettere episodi contenenti monologhi particolarmente polemici contro il governo o figure politiche, spesso per timore che inserzionisti ritirassero sponsorizzazioni o per pressioni politiche.

La FCC, nei decenni, ha storicamente usato il concetto di “licenza” come leva regolatoria nei confronti delle emittenti, soprattutto in epoche di forte polarizzazione o in momenti in cui il potere esecutivo cercava maggiore controllo sul discorso pubblico.

Implicazioni più ampie

Per la satira

La satira ha da sempre un ruolo “provocatorio”: smuove coscienze, indaga i paradossi del potere, espone ipocrisie. Ma in un clima polarizzato, con elezioni imminenti, con social media che amplificano ogni frase controversa, i margini di “errore” o di critica accettata si riducono. Se parlare diventa rischioso, la satira rischia di irrigidirsi, di autocensurarsi.

Per i media

Network e affiliate si ritrovano sotto pressione da più parti: dagli annuncianti, che temono ripercussioni economiche; dalle autorità regolatorie; dalla politica. Le scelte editoriali possono diventare atti di calcolo, non tanto di convinzione. Il rischio è che le voci indipendenti o critiche rimangano isolate, se non punite preventivamente.

Per la politica

Quando un governo ha il potere, reale o percepito, di influenzare lo spegnimento di una voce critica, la democrazia si mette alla prova. Non solo nei casi lampanti di censura, ma anche nei contorni più sottili: la pressione economica o normativa sui media, le minacce velate, lo spauracchio della revoca di licenza.

Conseguenze future

Ripresa dello show: potrebbe esserci una riappacificazione, magari limitata, di ABC con Jimmy Kimmel, con garanzie su contenuti futuri, possibili mediazioni editoriali.

Ritiro definitivo: il contratto di Kimmel scade, voci dicono che lui stia valutando vie legali o abbandono dopo vent’anni. Potrebbe essere l’inizio di una battuta d’arresto per i late-night politically engaged.

Pressioni normative in aumento: se la FCC continua a usare la licenza come leva, altri conduttori potrebbero scegliere la via della moderazione estrema o evitarle tematiche politiche rischiose.

Rischio di effetto domino: altri shows potrebbero essere sospesi/pre-empted se fanno critiche troppo forti verso l’amministrazione al potere.

L’episodio della sospensione di Jimmy Kimmel Live! non è solo la storia di un conduttore silenziato per un monologo controverso. È un sintomo di quanto labile sia oggi il confine tra satira, critica politica, libertà di parola da un lato, e pressione istituzionale, autogestione del dissenso, autocensura dall’altro.

In un paese dove il discorso pubblico è intensamente polarizzato, dove ogni frase viene analizzata, amplificata, strumentalizzata, le voci critiche rischiano qualcosa di più che critiche: rischiano la voce stessa.

Se la democrazia si misura anche dall’intervallo che lascia alle satire, alle voci dissenzienti, allora siamo in un momento in cui quel margine è sotto attacco.

18 Settembre 2025
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