9:37 am, 16 Settembre 25 calendario

Zelensky – Putin: perché l’incontro rimane improbabile

Di: Redazione Metrotoday
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L’ipotesi di un incontro diretto tra Volodymyr Zelensky, Presidente dell’Ucraina, e Vladimir Putin, Presidente della Russia, continua a popolare le discussioni diplomatiche internazionali. Ma nonostante dichiarazioni, pressioni da parte degli Stati Uniti e della comunità europea, la strada verso un faccia a faccia è ancora lastricata di ostacoli. Le condizioni politiche e militari, unite a un clima di reciproca sfiducia, rendono al momento l’evento altamente improbabile.

Cosa dicono Kiev, Mosca e gli intermediari

Il Ministro degli Esteri russo ha chiarito che non c’è alcun incontro pianificato tra Putin e Zelensky, sottolineando l’assenza di un’agenda condivisa. Mosca ribadisce che non prenderà in considerazione l’ipotesi di un faccia a faccia se prima non sarà stabilito un quadro preciso dei temi da affrontare.

Zelensky, invece, continua a chiedere garanzie di sicurezza e rispetto della sovranità come condizioni preliminari. Per Kiev, un summit avrebbe senso solo se già preparato da impegni seri: cessate il fuoco, ritiro delle truppe dai territori occupati, garanzie internazionali di sicurezza.

Gli Stati Uniti spingono per un incontro, ritenendolo un passo cruciale verso un possibile accordo di pace. Ma le posizioni restano distanti e la diplomazia appare bloccata.

Le condizioni poste da Mosca

Le richieste avanzate dal Cremlino sono numerose e difficili da accogliere per Kiev:

Un’agenda precisa e condivisa, che includa i punti considerati fondamentali da Mosca.

Neutralità ucraina e rinuncia formale a ogni prospettiva di ingresso nella NATO.

Riconoscimento delle aree contese, in particolare Donbass e territori occupati dopo l’invasione del 2022.

Revisione della legge sulla lingua russa, considerata discriminatoria da parte russa.

Per Kiev, accettare simili condizioni equivarrebbe a rinunciare a una parte essenziale della propria sovranità.

Le ragioni dell’improbabilità

Diversi fattori rendono oggi l’incontro quasi impossibile:

Assenza di fiducia reciproca: Kiev teme che Mosca usi i negoziati per guadagnare tempo, mentre il Cremlino accusa l’Ucraina di non voler cedere nulla.

Pressioni interne: Zelensky non può permettersi concessioni territoriali senza rischiare una frattura interna.

Condizioni preliminari inconciliabili: Kiev pretende il ritiro delle truppe prima di discutere; Mosca chiede riconoscimenti che Kiev non è disposta a concedere.

Ambiguità diplomatica: Mosca si dice disponibile, ma solo a condizioni che di fatto rendono l’incontro impossibile.

Ruolo degli Stati Uniti e dell’Europa: gli alleati spingono per un compromesso, ma le loro proposte non convincono pienamente nessuna delle due parti.

I precedenti tentativi falliti

Per capire il presente occorre ricordare il passato.

2019: nel “formato Normandia”, con la mediazione di Francia e Germania, Putin e Zelensky si incontrarono a Parigi. Allora si parlava del conflitto nel Donbass, ma senza risultati duraturi.

2022-2023: dopo l’invasione, ci furono tentativi di negoziato in Turchia e altrove. Le trattative si arenarono rapidamente sulle questioni territoriali e sulle garanzie di sicurezza.

2025: gli Stati Uniti hanno tentato di rilanciare un summit a Istanbul, ma le condizioni di partenza si sono rivelate troppo distanti. Per alcuni osservatori, oggi è lo stesso Putin a rappresentare il principale ostacolo a un accordo.

Gli scenari

Nonostante l’attuale stallo, esistono scenari che potrebbero riaprire la strada a un incontro:

Una mediazione internazionale forte, con garanzie vincolanti e monitoraggi indipendenti.

Flessibilità reciproca, con concessioni parziali e progressi graduali.

Pressioni internazionali coordinate, che rendano troppo costoso per Mosca continuare il conflitto.

Evoluzioni sul campo di battaglia, che possano spostare gli equilibri militari a favore di una delle parti.

Un’agenda a tappe, che preveda incontri preliminari e progressivi prima di un faccia a faccia presidenziale.

I rischi di un incontro prematuro

Un summit affrettato potrebbe avere conseguenze controproducenti:

Legittimazione internazionale per Putin, che potrebbe presentarsi come parte attiva del processo di pace senza rinunciare alle sue ambizioni.

Pressioni politiche interne su Kiev, che rischierebbe di apparire troppo concessiva.

Uso propagandistico da parte russa, con un incontro trasformato in arma mediatica.

Fragilità degli accordi, se non accompagnati da strumenti di controllo e garanzie effettive.

Il contesto internazionale

La cornice geopolitica influisce fortemente sulle possibilità di dialogo:

La NATO e l’Unione Europea restano al fianco di Kiev, ma la questione dell’adesione rimane una linea rossa per Mosca.

Gli Stati Uniti si propongono come mediatori, ma la loro credibilità è messa alla prova dalle diverse percezioni di Kiev e Mosca.

L’opinione pubblica ucraina pretende resistenza e nessuna concessione territoriale, mentre in Russia Putin deve mostrare forza e risultati.

Le sanzioni economiche colpiscono Mosca, ma non hanno ancora prodotto cambiamenti sostanziali nella sua strategia.

Definire “improbabile” un incontro tra Zelensky e Putin è oggi una constatazione realistica. Le condizioni poste da Mosca sono troppo rigide, quelle richieste da Kiev troppo fondamentali per essere abbandonate.

Eppure, la storia insegna che nei conflitti più complessi la diplomazia riesce talvolta a creare spazi inattesi. Perché ciò accada serviranno:

Un’agenda chiara e condivisa.

Garanzie internazionali reali.

Un contesto politico interno favorevole.

La pressione coordinata della comunità internazionale.

Solo allora, forse, i due leader potranno sedersi allo stesso tavolo non per un gesto simbolico, ma per costruire una prospettiva di pace concreta.

16 Settembre 2025 ( modificato il 15 Settembre 2025 | 22:52 )
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