Banconote da 50 Euro e “messaggi satanici”: tutta la verità dietro la bufala

Ampia diffusione a una notizia che ha suscitato notevole scalpore: alcune persone sostengono che nelle banconote da 50 euro sarebbero nascosti “messaggi satanici” o riferimenti al diavolo. Reazioni in rete e nelle testate locali, generando dibattiti, timori e richieste di chiarimenti.
Ma cosa c’è di vero in questa storia? Esiste realmente un messaggio satanico ufficiale stampato sulle banconote? Oppure si tratta di una leggenda metropolitana digitale, alimentata dal web, da fake news e da interpretazioni arbitrarie di elementi grafici del design? Esploriamo la vicenda in dettaglio, partendo dalla cronaca, passando per storie simili in passato, per arrivare a spiegazioni ufficiali e alle implicazioni culturali del fenomeno.
La versione diffusa: cosa si sostiene
Sarebbe visibile sulla banconota da 50 euro – in particolare in alcune zone grafiche – un volto o un’immagine che richiama il diavolo o esseri satanici.
Alcuni commentatori insistono che elementi di design come la luce, le ombre, le forme architettoniche, linee decorative, o dettagli microscopici potrebbero formare un’immagine nascosta di tipo demoniaco.
Si parla di simboli occulti, riferimenti ermetici, complotti religiosi o massonici, con la moneta vista come veicolo di messaggi esoterici imposti dall’alto.
Queste affermazioni sono diventate popolari soprattutto tramite social media, video, meme e forum. Spesso accompagnate da immagini alterate o interpretazioni soggettive.
Cosa dicono le autorità e i fact-checker
Finora, nessuna fonte ufficiale della Banca Centrale Europea (BCE), delle banche centrali nazionali o di enti preposti al controllo della valuta ha confermato che vi sia alcun messaggio satanico intenzionale nelle banconote da 50 euro.
Gli elementi grafici presenti nella banconota – archi, finestre, ponti stilizzati, motivi ornamentali, filigrane, ologrammi – rispondono a criteri estetici e di sicurezza ben precisi. Non c’è alcuna documentazione che dichiari che tali elementi siano stati progettati per includere immagini sataniche.
Alcune testate giornalistiche hanno esaminato le immagini riportate, segnalando che:
Le presunte figure sataniche sono spesso il risultato di pareidolia: la tendenza umana a riconoscere forme familiari (volti, figure) in pattern casuali di luce, ombra, linee.
Alcune immagini sono state digitalmente modificate o ritagliate in modo da enfatizzare certe zone, rendendole più suggestive e prone a interpretazioni fuorvianti.
Precedenti analoghi
Questo tipo di accuse non è nuovo. Alcune storie parallele:
Già diversi anni fa, viralizzazioni affermavano che le monete da 1 o 2 euro avessero simboli satanici, collegati al numero 666 o a numeri occulti, basate su interpretazioni dei disegni delle stelle, delle linee, della forma geografica dei paesi membri.
Video sui social (YouTube, TikTok) hanno in passato mostrato la banconota da 50 euro con ombre o pieghe che, in certe angolazioni, evocano volti spettrali o demoniaci. Ma queste immagini spesso sono modificate, o comunque fortemente soggette all’interpretazione soggettiva.
In generale, ci sono numerosi casi in cui motivi architettonici stilizzati, decorazioni ornamentali o giochi di luci/ombre hanno stimolato l’immaginazione in senso esoterico o complottista, non solo per l’euro ma anche per altre valute, per francobolli, loghi aziendali, opere d’arte.
Criteri di sicurezza e design
Per capire quanto sia probabile che un elemento grafico involontario possa sembrare “satanico”, è utile sapere come vengono realizzate le banconote:
Le banconote della serie “Europa” (che include varie denominazioni da 5, 10, 20, 50, etc.) sono progettate con motivi architettonici (ponti, porte, finestre) che rappresentano stili dell’architettura europea. Tali motivi non si riferiscono a edifici specifici, ma sono elementi stilizzati.
Sono presenti elementi di sicurezza: filigrane, thread di sicurezza, ologrammi, numeri che cambiano colore, microstampe, rilievi tattili (per non vedenti), pattern di grafica avanzata per scongiurare la contraffazione.
Il design e la stampa sono supervisionati da commissioni specializzate, esperti di tipografia, sicurezza, arte grafica, non da ambienti esoterici.
Uno dei motivi per cui si vedono volti o forme “misteriose” è che la materia della banconota – carta speciale, inchiostri multisfaccettati – può produrre riflessi, pieghe o giochi di luce che, specie in fotografia o tramite scanner, accentuano certe ombre o linee.
Quando la percezione scavalca i fatti
Alcuni fattori che rendono virale e credibile per molte persone questo tipo di narrazione:
Pareidolia: è il fenomeno psicologico per cui la mente umana riconosce immagini familiari (volti, figure) in pattern casuali. È comune con nuvole, macchie, ombre, e, nel contesto delle banconote, con le pieghe, le fibre, le riflessioni.
Conspirazionismo: quando si sospetta che siano presenti messaggi nascosti o che ci sia un disegno occulto da parte delle istituzioni. È una narrativa potente, che si diffonde bene sui social.
Effetto digitale: immagini alterate (contrasto aumentato, scala di grigio, filtri) possono amplificare illusioni ottiche, ombre e contorni che normalmente non si percepiscono ad occhio nudo.
Mancanza di verifica: molti utenti condividono contenuti senza verificarli, spesso senza consultare fonti ufficiali o esperte.
Il ruolo delle istituzioni e possibili risposte
Cosa fare per chiarire definitivamente?
Le autorità (la BCE o le banche centrali dei vari Stati membri) potrebbero emettere comunicati espliciti, allegando immagini ad alta risoluzione e spiegazioni dei motivi grafici della banconota, mettendo in evidenza che non c’è alcuna intenzionalità esoterica.
I fact-checker giornalistici devono continuare a smontare le varianti più fantasiose, mostrando le evidenze e le prove che smentiscono le interpretazioni più ardite.
Occorre una maggiore alfabetizzazione visiva: insegnare come si interpretano grafica, design, luci e ombre può aiutare le persone a riconoscere illusioni ottiche e non cascarci.
Dubbi che restano e domande ancora aperte
Esistono immagini che sembrano “volti demoniaci” su banconote da 50 euro – ma quali esattamente? Le fotografie condivise sono sempre le stesse? Sono state modificate? È possibile risalire all’originale fotografico per confrontarlo?
Cosa ne pensa il pubblico reale, non solo sui social ma tra chi lavora ogni giorno con le banconote (cassieri, banchieri, designer, collezionisti)? Hanno rilevato elementi sospetti?
Che impatto ha questa storia culturalmente, specie in aree con forte sensibilità religiosa o con elevato uso dei social?
Alla luce delle indagini, delle verifiche e delle testimonianze disponibili fino ad ora, possiamo dire che non ci sono prove credibili che le banconote da 50 euro contengano messaggi satanici intenzionali.
Le immagini e le affermazioni circolate finora sembrano rientrare nel novero delle leggende metropolitane digitali, dove illusioni ottiche, interpretazioni creative e diffusione virale generano allarmismo.
Si tratta più di un fenomeno culturale interessante (rivelatore di come viviamo l’era della disinformazione e del sospetto) che di un rischio reale.
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