8:19 am, 14 Settembre 25 calendario

Chat Control: la sfida europea tra tutela dei minori, privacy e sorveglianza di massa

Di: Redazione Metrotoday
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Un regolamento che promette di proteggere, ma che molti vedono come un punto di rottura nella riservatezza digitale. Dove siamo ora con la proposta “Chat Control”, quali sono le ragioni a favore e quelle contro, quali i rischi tecnici, politici e sociali, e cosa potrebbe succedere nei prossimi mesi.

Nel tentativo di fermare abusi e pedopornografia online, l’UE propone obblighi per le piattaforme di messaggistica affinché scansionino automaticamente i contenuti degli utenti, anche se cifrati. Una misura controversa che mette in bilico privacy, sicurezza e diritti fondamentali.

Che cos’è il “Chat Control”

La proposta legislativa nota come Regolamento per la prevenzione e la lotta contro l’abuso sessuale su minori (o con acronimi come CSA/CSAR) mira a introdurre nell’ordinamento europeo una serie di obblighi per i provider di servizi digitali — dalle app di messaggistica ai servizi di hosting — affinché identifichino, segnalino, rimuovano o blocchino contenuti legati ad abusi sessuali su minori, adescamento e materiale pedopornografico.

Presentata dalla Commissione Europea l’11 maggio 2022, la norma prevede che tali obblighi si applichino indipendentemente dalla tecnologia di cifratura utilizzata nelle comunicazioni. In pratica, anche i servizi che offrono crittografia end-to-end dovrebbero trovare il modo di monitorare i messaggi per individuare materiale illegale.

Lo stato dell’iter legislativo

Entro il 12 settembre 2025, secondo l’ultima comunicazione, il Consiglio dell’Unione Europea avrebbe dovuto definire le posizioni degli Stati membri sul regolamento.

Ci sono ormai 15 Stati membri che appoggiano la proposta nella sua versione attuale. Altri sono contrari o “indecisi”. Alcuni Stati, come Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Finlandia, Paesi Bassi e Polonia, si oppongono esplicitamente.

Il Parlamento Europeo, già nell’autunno/inverno 2023, ha approvato una posizione che alleggerisce alcuni aspetti della proposta originale: in particolare, si è chiesto che il controllo non sia indiscriminato su tutti gli utenti, ma rivolto a soggetti sospetti o individuati tramite spunti concreti.

Le ragioni del sostegno

Chi sostiene il Chat Control invoca motivazioni fortissime:

La protezione dei minori da abuso e pedopornografia è considerata prioritaria. Le piattaforme digitali sono spesso vie attraverso cui i contenuti illegali circolano.

Avvocati della sicurezza digitale e forze dell’ordine sostengono che la crittografia end-to-end, se usata senza limiti, è diventata una copertura per attività criminali.

Il regolamento organizzerebbe un sistema europeo comune, coordinato, con autorità dedicate, per migliorare la cooperazione e la capacità di intervento contro reati gravissimi.

Privacy contro sorveglianza, falsi positivi e impatti incerti

Tuttavia, le opposizioni sono numerose e articolate. Ecco i punti più contestati:

a) Minaccia alla crittografia end-to-end

Molti esperti ritengono che la proposta, nel suo voler controllare (scansionare) messaggi privati anche se cifrati, comporti la necessità per le piattaforme di introdurre sistemi che indeboliscano la protezione di tali messaggi, o che bypassino la cifratura prima che il messaggio venga cifrato. Ciò può creare vulnerabilità sfruttabili da attacchi esterni.

b) Sorveglianza di massa e principio della proporzionalità

Un punto più contestato è che l’obbligo, così com’è formulato, potrebbe richiedere il monitoraggio di tutte le comunicazioni, senza che vi sia un sospetto concreto, una indagine avviata, o una richiesta motivata. Questo solleva problemi con la Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE, con la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, e con principi costituzionali in molti Stati membri.

c) Falsi positivi e affidabilità tecnologia

I sistemi automatici (algoritmi, intelligenza artificiale, sistemi di detection) non sono perfetti: possono generare falsi positivi (contenuti non illegali identificati come sospetti) o falsi negativi (contenuti illegali che sfuggono). Questo può comportare denunce ingiustificate, rimozioni, limitazioni della libertà di espressione.

d) Impatti sul segreto, sull’anonimato, sull’espressione

Per giornalisti, attivisti, whistleblower, minoranze e chi vive in contesti repressivi, garantire privatezza delle comunicazioni è fondamentale. Un obbligo di scansione preventiva potrebbe ridurre lo spazio di libertà, autenticità e fiducia nella comunicazione digitale.

Evoluzioni e modifiche

L’idea di regolare i contenuti online illegali non è nuova: nel 2022 l’Unione aveva già introdotto deroghe su privacy e comunicazioni elettroniche per la ricerca di materiale pedopornografico, ma in contesti controllati. Chat Control è una versione più ampia e strutturata.

Il Parlamento Europeo ha in passato bocciato alcuni passaggi, definendo la versione originaria troppo invasiva. Modifiche successive mirano a introdurre maggiori garanzie, limitare a soggetti sospetti, specificare meglio autorità e procedure.

Il servizio legale del Consiglio dell’UE ha già evidenziato che alcuni aspetti potrebbero violare diritti fondamentali, poiché il controllo indiscriminato su tutti gli utenti senza sospetti concreti appare sproporzionato.

La posizione italiana e degli altri Stati membri

In Italia il dibattito è acceso: molti soggetti istituzionali, accademici, organizzazioni per la privacy, associazioni consumatori esprimono preoccupazione per ciò che potrebbe significare in termini di diritto alla riservatezza.

Altri Stati membri sostengono la proposta integralmente, o con modifiche; alcuni propongono versioni più soft, altri sono contrari. Il panorama è frammentato.

Alcuni Stati “indecisi” stanno valutando come mediare: sostenere la protezione dei minori, ma salvaguardare la cifratura, la riservatezza, stabilire standard molto rigorosi di trasparenza e controllo sulle modalità operative.

I rischi tecnici e legali: cosa potrebbe andare storto

Vulnerabilità creati dai punti di scansione: ogni punto in cui un messaggio viene “decryptato” o analizzato prima della cifratura è potenzialmente attaccabile. Hacker, governi ostili, malintenzionati potrebbero sfruttare queste aperture.

Efficienza degli algoritmi: la detezione automatica di abusi su minori richiede dataset, modelli molto raffinati; problemi di bias e errori sono dietro l’angolo.

Abusi e mission creep: c’è il rischio che strumenti creati per un scopo (protezione dei minori) vengano estesi ad altri tipi di contenuti (disinformazione, opposizione politica, violazione del diritto alla libera espressione).

Sovraccarico burocratico: obblighi per le piattaforme, risorse da destinare, possibili controversie legali e richieste da parte degli utenti danneggiati da segnalazioni errate.

Litigi costituzionali: negli Stati con garanzie forti di privacy, le corti costituzionali potrebbero dichiarare incostituzionali alcune parti del regolamento, o applicarlo con riserve.

Le alternative e le proposte di compromesso

Tra le voci critiche si diffondono idee alternative per bilanciare la protezione dei minori e la tutela dei diritti:

Focalizzare il controllo su persone sospettate, non su tutti gli utenti.

Richiedere ordini giudiziari per l’accesso alle comunicazioni individuali, invece di obblighi generalizzati.

Rafforzare le autorità indipendenti e prevedere trasparenza, auditing esterno, garanzie di contenzioso per chi viene segnalato ingiustamente.

Sviluppare metodi tecnici che rispettino la crittografia end-to-end, come lo “hashing client-side” o l’ons-device scanning con elevata protezione, anche se molti esperti considerano ancora queste soluzioni imperfette.

Implicazioni sociali, culturali e politiche

Fiducia degli utenti: molte persone potrebbero ridurre l’uso di app di messaggistica o preferire piattaforme meno diffuse se percepiscono un rischio per la loro privacy.

Libertà di espressione: la consapevolezza di una sorveglianza potenziale può avere un effetto distorsivo sul comportamento online, autocensura, riduzione del dibattito libero.

Competitività delle imprese tecnologiche: piccoli provider, startup o servizi cifrati potrebbero subire costi elevati o essere costretti a modificare fortemente il proprio modello.

Bilanciamento tra sicurezza pubblica e diritti fondamentali: una delle questioni centrali, non solo tecnica ma filosofica e politica, sul tipo di società digitale che si vuol costruire.

Cosa aspettarsi

Il voto del Consiglio dell’UE  potrà determinare se la proposta avanza nella versione attuale o se gli Stati membri inseriscono modifiche significative.

Possibili modifiche richieste da paesi contrari o indecisi: limiti più stringenti, esclusioni, garanzie tecniche.

Eventuali sfide legali: tribunali nazionali o la Corte di Giustizia UE potrebbero venire chiamati a pronunciarsi su compatibilità con le carte dei diritti.

Reazione del settore tecnologico: provider di messaggistica, servizi cifrati, aziende tecnologiche stanno già valutando le ricadute, costi di adeguamento e resistenze possibili.

Storie umane: nomi, testimonianze, dubbi reali

Per capire cosa significa “Chat Control” nella vita quotidiana, ascoltiamo alcune voci:

Un attivista per la privacy digitale sottolinea: “Non si tratta solo di dati, ma di fiducia. Se ogni messaggio che scrivi può essere esaminato da un algoritmo, chi garantisce che non sarà usato contro di te?”

Un genitore, preoccupato per la sicurezza dei figli online, riconosce che i pericoli esistono ma teme che la proposta possa generare più danni che benefici se le misure non sono calibrate.

Un rappresentante di una piattaforma di messaggistica cifrata racconta che gli sviluppatori stanno già esplorando come rispettare le leggi esistenti, salvaguardare la cifratura e al contempo collaborare con le autorità, ma molti strumenti non sono pronti, e il quadro normativo è utile ma insicuro.

Un bilanciamento possibile

Protezione minori, abusi Forte motivazione sociale, percepita come urgente e non negoziabile Possibile sorveglianza generalizzata, abusi, violazioni dei diritti digitali

Coordinamento europeo Omogeneità normativa, cooperazione transnazionale, risposta unificata a fenomeni globali Stati con visioni diverse, resistenze legali, problemi tecnici

Tecnologia e innovazione Stimolo per sviluppo di tecnologie di detection automatica, collaborazione P-D-T Falsi positivi, errori, vulnerabilità, oneri per provider

Impatto sui cittadini Maggiore sicurezza, potenzialmente meno abusi invisibili Perdita di privacy, possibilità di abuso, erosione della riservatezza, senso di “controllo”

Il “Regolamento Chat Control” rappresenta uno dei nodi più delicati della regolazione digitale moderna: da un lato, la legittima esigenza di proteggere i minori da abusi terribili, dall’altro il rischio che le soluzioni proposte compromettano principi fondamentali di privacy, riservatezza, crittografia.

La posta in gioco non è solo tecnica o normativa, ma civica: quale equilibrio costruire tra sicurezza e libertà, quanto spazio lasciare alla fiducia, quanto alla trasparenza, e quali garanzie reali mettere in campo per evitare che una misura “giusta” diventi strumento di sorveglianza generalizzata.

Nei prossimi mesi, le decisioni dei legislatori europei, il voto del Consiglio UE, le opinioni delle Corti, le pressioni della società civile e del mondo tecnologico definiranno molto non solo dello spirito ma della forma concreta del regolamento. Perché, alla fine, più che la legge, conta l’effetto che abbiamo ogni volta che inviamo un messaggio, una foto, una parola privata.

14 Settembre 2025 ( modificato il 13 Settembre 2025 | 1:30 )
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