10:12 am, 13 Settembre 25 calendario

Telemarketing selvaggio: l’industria delle chiamate illegali che vale miliardi e che aggira ogni blocco

Di: Redazione Metrotoday
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Nonostante i nuovi paletti dell’Agcom, le chiamate moleste non si fermano. I furbetti del telemarketing illegale si reinventano, aggirando i filtri tecnologici e sfruttando nuove tecniche di truffa. I cittadini sono esasperati, mentre il danno economico supera i 2 miliardi di euro annui solo nel settore luce e gas. Un fenomeno che appare sempre più come una vera emergenza sociale.

Un blocco che non blocca

Il 19 agosto scorso era stato salutato come una data spartiacque nella lotta contro il telemarketing selvaggio. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) aveva introdotto nuove disposizioni anti-spoofing, impedendo agli operatori illegali di utilizzare numeri fissi italiani fittizi per contattare gli utenti. L’obiettivo era semplice: ridurre drasticamente il numero di chiamate indesiderate e porre un argine alle truffe che da anni colpiscono milioni di famiglie.

Eppure, a poche settimane dall’entrata in vigore, il bilancio è già amaro: gli operatori illegali si sono adattati con rapidità sorprendente, spostando le loro attività su numerazioni mobili o sfruttando sistemi di clonazione delle SIM, rendendo inefficaci i blocchi pensati per difendere i cittadini

L’industria parallela delle chiamate

Parlare di “telefonate fastidiose” è ormai riduttivo. Negli ultimi anni il telemarketing illegale si è trasformato in una vera e propria industria parallela. Si tratta di un ecosistema composto da call center fantasma, intermediari senza scrupoli, reti informatiche offshore e, in alcuni casi, collegamenti con organizzazioni criminali transnazionali.

Il giro d’affari stimato è impressionante: oltre 2,1 miliardi di euro l’anno di danni ai consumatori nel solo settore energia (luce e gas). Una cifra che, se estesa ad altri comparti come telefonia, servizi finanziari e assicurazioni, potrebbe salire ben oltre i 4 miliardi.

Dietro ogni chiamata si cela una strategia ben precisa: generare confusione, sfruttare la buona fede degli utenti e indurli a dire un “sì” che diventa la base per attivare contratti mai richiesti.

Le nuove tecniche della frode

Con i blocchi dello spoofing, i truffatori hanno dovuto reinventarsi. Le segnalazioni raccolte dalle associazioni dei consumatori parlano di nuove modalità di aggiramento:

Utilizzo di numerazioni mobili non riconducibili ad alcun operatore ufficiale.

Clonazione dei numeri reali: gli utenti ricevono telefonate che sembrano provenire dal numero di un parente, di una banca o addirittura di enti pubblici.

Call center virtuali all’estero, che sfruttano tecnologie VoIP per camuffare la provenienza delle chiamate.

Strategia “mordi e fuggi”: una singola chiamata da un numero randomizzato, mai riutilizzato, che rende impossibile ogni tentativo di richiamo.

Questa evoluzione segna un salto di qualità rispetto alle vecchie chiamate con numerazioni fisse ripetitive, e mette in difficoltà anche gli strumenti di tutela tecnologica.

La voce dei cittadini

Maria, 62 anni, racconta di aver ricevuto in un solo giorno cinque chiamate da numeri cellulari sconosciuti. «Una voce gentile mi ha detto di chiamare per conto del mio fornitore di energia. Mi hanno proposto un nuovo contratto a condizioni migliori. Solo dopo mi sono accorta che non avevo mai autorizzato nulla e che il mio fornitore ufficiale non aveva mai contattato nessuno a mio nome».

Storie come quella di Maria sono ormai la norma. Pensionati, famiglie, ma anche giovani vengono presi di mira con insistenza. Spesso le vittime più fragili – anziani soli o persone poco avvezze alla tecnologia – cadono più facilmente nelle trappole, con conseguenze economiche pesanti.

Una lunga battaglia normativa

Il problema non è nuovo. Già negli anni 2010, in Italia come nel resto d’Europa, il telemarketing selvaggio era stato indicato come una delle principali cause di contenzioso tra cittadini e aziende. Negli anni successivi sono stati creati registri delle opposizioni, sistemi di blocco, campagne informative.

Ogni nuova norma ha portato sollievo temporaneo, ma mai una soluzione definitiva. I truffatori, sfruttando lacune regolatorie e tecnologie sempre più sofisticate, sono riusciti puntualmente a trovare nuove strade.

Il risultato è una spirale senza fine: più restrizioni vengono introdotte, più i criminali affinano i metodi.

Il danno economico e sociale

Le cifre parlano da sole. Oltre ai 2,1 miliardi di euro di danni annui nel settore luce e gas, si aggiungono:

Bollette maggiorate da contratti non richiesti.

Costi legali per contestare gli abusi.

Stress e tempo perso dai cittadini per difendersi.

Perdita di fiducia nei confronti degli operatori regolari.

Il fenomeno ha anche una dimensione sociale: milioni di persone dichiarano di vivere con ansia il momento in cui squilla il telefono. La linea domestica, un tempo strumento di sicurezza e comunicazione, è diventata fonte di disturbo e diffidenza.

Il fronte delle associazioni

Le associazioni dei consumatori hanno lanciato da tempo un grido d’allarme. La proposta più radicale è quella di rendere nulli i contratti conclusi via telefono con un semplice “sì”, introducendo l’obbligo di una doppia conferma scritta.

L’iniziativa “Stop al telestalking”, con una petizione che ha già raccolto circa 100mila firme, chiede al Governo di intervenire con una riforma drastica. L’obiettivo è semplice: impedire che le telefonate diventino un veicolo per attivare servizi non voluti.

Cosa fa lo Stato

Il Governo, sollecitato dalle denunce, ha annunciato nuove misure di rafforzamento:

Collaborazione con le compagnie telefoniche per bloccare in tempo reale i numeri sospetti.

Maggiori poteri di indagine alle autorità di polizia postale.

Possibilità di sanzioni più severe per chi sfrutta numerazioni false.

Ma i dubbi restano: basteranno queste armi contro un fenomeno che sembra sempre un passo avanti rispetto alle regole?

Una questione di fiducia

Oltre all’aspetto tecnico e legale, la battaglia contro il telemarketing illegale riguarda anche la fiducia dei cittadini. Il rischio è che l’intero settore delle comunicazioni commerciali venga screditato, penalizzando anche le aziende che operano correttamente.

In un mercato già fragile come quello dell’energia, dove i cambi di fornitore sono frequenti e la concorrenza spesso si basa su dettagli complessi, la trasparenza dovrebbe essere un valore imprescindibile.

Guardando al futuro

La sfida contro il telemarketing illegale richiederà:

Innovazione tecnologica: algoritmi di riconoscimento delle chiamate sospette e filtri più avanzati.

Educazione digitale: campagne di sensibilizzazione per insegnare ai cittadini a riconoscere e difendersi dalle truffe.

Norme più severe e uniformi a livello europeo, per evitare che i call center si spostino semplicemente da un Paese all’altro.

Finché queste tre direttrici non saranno pienamente sviluppate, la sensazione è che i cittadini resteranno in prima linea, soli a difendersi da un assalto che non conosce tregua.

Il telemarketing illegale non è solo un fastidio, ma un problema economico, sociale e culturale di proporzioni enormi. Ogni squillo del telefono è un possibile inganno, ogni contratto attivato un potenziale danno.

La tecnologia può aiutare, le norme possono limitare, ma senza un cambio radicale – che parta dalla nullità dei contratti stipulati per telefono – il fenomeno rischia di trasformarsi in una piaga permanente.

13 Settembre 2025
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