Meteo, torna il maltempo nel weekend: in arrivo nubifragi in sette regioni

L’Italia si prepara a fronteggiare un nuovo fronte instabile che colpirà diverse regioni già a partire da sabato e durante la domenica. Dopo una lieve tregua e il miglioramento generalizzato dovuto a una timida rimonta dell’alta pressione, le condizioni meteorologiche torneranno a farsi turbolente: temporali, rovesci improvvisi, nubifragi.
Che cosa sta succedendo
Il quadro è questo: la terza perturbazione di settembre, intensa, ha attraversato il Paese lasciando dietro di sé piogge fortissime, temporali e disagi. Al Nord e al Centro-Nord soprattutto, allagamenti, strade impraticabili, rischio idrogeologico segnalato più volte. Nel Sud, specie in aree come Campania e Puglia, gli effetti si sono fatti sentire nelle ultime ore, con fenomeni localmente intensi grazie a scirocco e libeccio che hanno fatto salire l’umidità e destabilizzato l’atmosfera.
L’attenuarsi di questa perturbazione e il ritorno di maggiore soleggiamento sono il risultato di una temporanea stabilizzazione legata all’avanzamento dell’alta pressione. Ma questo non sarà sufficiente a garantire continuità: un nuovo fronte instabile, collegato a un vortice depressionario situato sulle Isole Britanniche e all’Europa centro-settentrionale, è in marcia verso l’Italia. E lambirà il Nord, parte del Centro – portando con sé nubifragi e rischio temporali sparsi ma potenzialmente violenti.
Le regioni e le fasce più a rischio
La previsione di sabato 13 settembre è quella di una giornata caratterizzata da instabilità acuta al Nordovest già dal mattino, con nubi che si addenseranno rapidamente. Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia-Romagna sono quelle sotto osservazione. A queste si aggiunge la Toscana alta, dove si potrebbero formare temporali anche forti, a tratti intensi. I fenomeni dovrebbero estendersi nel pomeriggio verso il Nordest.
Domenica, mentre la perturbazione inizia a spostarsi verso levante, l’instabilità si concentrerà lungo i rilievi appenninici centrali e potrà sconfinare lungo la costa adriatica, soprattutto tra Marche e Abruzzo, con rovesci locali e temporali nel pomeriggio-sera. Nel resto del Sud e sulle Isole Maggiori il tempo tenderà a essere più stabile: soleggiato o con velature, ma senza fenomeni intensi.
Temperature e atmosfera: instabilità che si risveglia
Le temperature nei prossimi giorni avranno oscillazioni interessanti. Sabato il caldo sarà moderato al Nord ma più sensibile al Centro-Sud, specie nelle zone interne; domenica l’aria calda riporterà massime più vivaci, specialmente al Nord, dove ci si può aspettare punte di 26-27 °C, mentre al Sud comfort termico elevato, clima pienamente estivo, con valori vicini ai 30 °C in molte località.
Una componente fondamentale di questa instabilità sarà l’umidità, elevata per via dei venti meridionali – scirocco, libeccio – che spingono masse d’aria calda e umida dall’Africa verso il Mediterraneo centrale. Quando l’aria calda e ricca di vapore incontra correnti più fresche o sistemi frontali, la scintilla può scatenare temporali improvvisi, grandinate, nubifragi.
Un tuffo nel passato: lezioni apprese
Questo tipo di alternanza tra fasi di calma relativa e ondate di maltempo è ben conosciuto nel calendario meteorologico italiano, soprattutto nei primi due decenni di settembre. Negli ultimi anni – negli ultimi cinque in particolare – i mesi di settembre hanno presentato variazioni estreme: settimane calde, poi affondi perturbati violenti, con forti piogge al Nord e temporali localizzati nelle zone interne del Centro. Sono eventi che mettono a dura prova la preparazione del territorio, la protezione civile, la gestione idraulica e la sicurezza delle infrastrutture.
Due episodi recenti restano scolpiti nella memoria. Nel 2017, un nubifragio eccezionale colpì la Toscana, con Livorno nelle ore notturne e accumuli d’acqua tali da causare esondazioni, strade invase, danni gravi. Piogge che cadevano con intensità superiore ai 200 mm in poche ore, tormentando le città collinari e le coste. Altro esempio significativo è quello delle Marche nel 2022, quando perturbazioni intense causarono allagamenti, smottamenti e vittime; la combinazione di pioggia persistente, terreno ormai saturo e venti forti rese l’evento ancora più drammatico.
Non solo grandine e temporali: i record climatici evidenziano che settembre può essere impietoso, specialmente quando le condizioni sono favorevoli a rovesci intensi. Ma proprio queste esperienze passate servono da lezione per capire cosa evitare e come prepararsi.
Implicazioni sul territorio, infrastrutture e per le comunità
Quando il cielo si apre così, gli effetti si vedono subito. Le infrastrutture più vulnerabili sono quelle che già soffrono: impianti idraulici antiquati, reti fognarie inadeguate, sistemi di drenaggio dei comuni montani o collinari che non riescono a smaltire le acque in eccesso. Le piccole frazioni, le zone extraurbane, le strade laterali, i guadi diventano punti deboli.
Allerta meteo, anche della Protezione civile, sarà probabilmente innalzata sabato e domenica in varie aree. Sono previste criticità idrogeologiche laddove il terreno è già saturo. Alcune piogge intense nei giorni precedenti hanno aggravato la situazione: torrenti ingrossati, canali pieni, terreno smosso. In queste zone, anche temporali localizzati possono causare danni significativi, interruzioni stradali, blackout, rischio per le colture, per l’agricoltura in generale.
I cittadini sono invitati a prestare attenzione: evitare soste vicino a corsi d’acqua, fare attenzione ai tetti, controllare l’assetto idraulico nelle proprie proprietà, tenere sotto controllo gli allarmi meteo e le allerte locali. Le amministrazioni comunali devono attivarsi per la pulizia dei canali, per la verifica delle caditoie, per l’effettuazione di interventi di pronto intervento dove serve, specie in borghi e centri storici.
Scenari futuri: nuova instabilità?
Che cosa possiamo aspettarci oltre il weekend? Due scenari sembrano plausibili:
Alta pressione rafforzata: se il fronte instabile non riuscirà a penetrare con vigore dopo domenica, ci sarà un ritorno completo a condizioni anticicloniche, con tempo stabile, giornate calde e limitata instabilità residua solo su montagna e zone interne del Centro. Potrebbe essere l’inizio di una fase più stabile che durerà almeno fino alla fine di settembre.
Continua variabilità: se invece correnti atlantiche e fronti perturbati continueranno a interagire con l’aria più calda e umida presente sul Mediterraneo, si potrebbero verificare nuovi episodi di maltempo localizzato, anche violento, specie al Nord e lungo l’Appennino. In questo scenario, le precipitazioni intense rimarranno una costante, così come il rischio idrogeologico e della fragilità territoriale.
In termini climatici, stiamo assistendo a una stagione di transizione sempre più pronunciata. Settembre non è mai stato più un mese “di mezzo”: da un lato l’eredità dell’estate, con calore, umidità, residui di energia accumulata nel suolo e nei mari; dall’altro l’avanzare dell’autunno, con correnti più fresche, sistemi perturbati capaci di generare forti contrasti atmosferici.
Perché questi eventi sembrano più frequenti oggi
Al di là delle singole previsioni, è utile cogliere i fattori che rendono questi nubifragi e instabilità non solo più probabili, ma spesso più intensi rispetto al passato:
Temperature medie in aumento: l’aria calda trattiene più vapore, e ciò significa che quando avviene l’innesco (fronti freschi, correnti instabili), l’energia a disposizione per precipitazioni e temporali è maggiore.
Effetto dell’umidità: venti meridionali trasportano masse d’aria umida dal Mediterraneo o dal Nord Africa, che alimentano i fronti temporaleschi.
Territori fragili: boschi in stato di secca, terreni più aridi che non assorbono rapidamente l’acqua, sistemi di drenaggio che non sempre reggono; infrastrutture datate in molte aree montane o collinari.
Cambiamenti climatici: aumento dell’intensità degli eventi estremi, cicli stagionali che si modificano, frequenza di fenomeni intensi nei periodi di transizione – come la fine dell’estate / inizio autunno.
Come prepararsi: suggerimenti pratici
Consultare regolarmente le previsioni locali, non solo nazionali: i fenomeni saranno locali, “a macchia di leopardo”.
Verificare lo stato degli impianti di raccolta acqua piovana, delle grondaie, delle caditoie; liberare corsi d’acqua vicini e far piazzare adeguati canali di scolo dove necessario.
Evitare attività all’aperto nelle ore pomeridiane/serali in zone esposte a temporali. In caso di allerta, sapere dove rifugiarsi.
Agricoltori: protezione delle colture che possono subire danni da grandine, inclinazione del campo, drenaggio del suolo.
Autorità locali: monitoraggio continuo, possibilità di attivare sistemi di allerta, coordinamento con protezione civile, predisposizione di squadre di pronto intervento.
Sabato e domenica non saranno giorni normali per il meteo in Italia. Dopo una breve tregua, il maltempo torna a minacciare soprattutto il Nord e le regioni centrali montane/appenniniche. Nubifragi improvvisi, rovesci intensi, temporali violenti sono all’ordine del giorno: non fenomeni diffusi uniformemente, ma abbastanza localizzati da creare danni seri dove le condizioni fisiche del territorio sono peggiori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA