12:23 pm, 12 Settembre 25 calendario

Ddl fine vita: la nuova legge ribadisce il No al diritto di morire

Di: Redazione Metrotoday
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l disegno di legge sul fine vita, attualmente in esame al Senato, ha subito un significativo aggiornamento con la presentazione di sette nuovi emendamenti da parte dei relatori Pierantonio Zanettin (Forza Italia) e Ignazio Zullo (Fratelli d’Italia). Queste modifiche introducono restrizioni più severe sull’accesso al suicidio medicalmente assistito e precisano ulteriormente il ruolo del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) in tali procedure.

Esclusione del SSN: un passo verso la privatizzazione

Uno degli emendamenti più rilevanti stabilisce che “il personale in servizio, le strumentazioni e i farmaci di cui dispone a qualsiasi titolo il Servizio Sanitario Nazionale non possano essere impiegati per agevolare l’esecuzione del proposito suicidario“. In pratica, ciò significa che chi desidera ricorrere al suicidio assistito dovrà farlo a proprie spese, senza alcun supporto da parte delle strutture pubbliche. Secondo alcune stime, solo per la strumentazione necessaria, il costo potrebbe aggirarsi intorno ai 5.000 euro

Questa scelta ha suscitato preoccupazioni tra le associazioni per i diritti civili, che vedono in essa una forma di “privatizzazione” del diritto a una morte dignitosa, accessibile solo a chi può permetterselo. Critiche simili erano emerse in passato, quando si era discusso di escludere il SSN da queste pratiche, ma la proposta era stata bocciata. Ora, con l’introduzione di questi emendamenti, la questione è tornata al centro del dibattito politico e sociale

Il diritto a morire: un no esplicito

Un altro emendamento modifica il comma 1 dell’articolo 1 del disegno di legge, aggiungendo la frase: “In nessun caso la legge riconosce alla persona il diritto a ottenere aiuto a morire”. Questa precisazione intende chiarire che, sebbene la legge regolamenti il suicidio assistito in determinate condizioni, non si configura come un diritto soggettivo del cittadino. Il relatore Zanettin ha sottolineato che la legge non intende “promuovere” il suicidio, ma solo “regolamentare” una pratica che già esiste in contesti non ufficiali

Cambiamenti nel Comitato di valutazione

L’emendamento prevede anche una modifica nella struttura del Comitato nazionale di valutazione, che, nella versione precedente del disegno di legge, sarebbe stato di nomina governativa. La nuova proposta suggerisce la sostituzione con un Centro di coordinamento nazionale dei vari comitati etici territoriali già esistenti. Questa modifica mira a decentralizzare il processo decisionale e a coinvolgere maggiormente le realtà locali nella valutazione delle richieste di suicidio assistito

Reazioni politiche e sociali

Le nuove disposizioni hanno suscitato reazioni contrastanti. Le forze di maggioranza, tra cui Forza Italia e Fratelli d’Italia, difendono le modifiche come un passo necessario per garantire un equilibrio tra il rispetto della vita e la tutela delle persone in condizioni di sofferenza estrema. Dall’altro lato, le opposizioni e le associazioni per i diritti civili criticano le modifiche, ritenendole restrittive e potenzialmente incostituzionali, in quanto potrebbero limitare l’accesso a una morte dignitosa per chi ne ha bisogno

Il disegno di legge sul fine vita, con gli ultimi emendamenti, segna un punto di svolta nel dibattito italiano su questo tema delicato. Mentre da un lato si cerca di regolamentare una pratica controversa, dall’altro si pongono limiti che potrebbero escludere una parte della popolazione dall’accesso a questa possibilità. Il percorso legislativo è ancora in corso, e le prossime settimane saranno decisive per capire se e come queste modifiche verranno accolte e implementate.

12 Settembre 2025
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