10:00 am, 11 Settembre 25 calendario

L’escalation che scuote il Medio Oriente

Di: Redazione Metrotoday
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Il Medio Oriente continua a essere scosso da una serie di eventi drammatici che hanno coinvolto Israele, Yemen e Qatar, segnando un ulteriore deterioramento delle già fragili dinamiche regionali. Israele ha effettuato raid aerei sulla capitale yemenita Sana’a e sulla provincia di al-Jawf, mentre un attacco mirato ha colpito Doha, capitale del Qatar. Queste azioni hanno provocato vittime, condanne internazionali e una crescente preoccupazione per la stabilità della regione.

Israele colpisce Sana’a: un bilancio tragico

Secondo fonti locali, tra cui il ministero della Salute controllato dagli Houthi, almeno 35 persone sono state uccise e 131 ferite durante i raid aerei israeliani su Sana’a e al-Jawf. Gli obiettivi colpiti includevano il quartier generale della Guida Morale vicino a Piazza Tahrir e diverse abitazioni civili. Il generale di brigata Yahya Saree ha dichiarato che la difesa aerea yemenita ha intercettato attivamente i velivoli israeliani, con decine di missili lanciati e numerose esplosioni riportate nella capitale.

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha giustificato l’operazione come una risposta agli attacchi dei gruppi filo-iraniani, in particolare gli Houthi, che hanno lanciato missili e droni contro Israele. Netanyahu ha dichiarato: “Continueremo a colpire. Chiunque ci colpisca, chiunque ci attacchi, lo raggiungeremo”.

L’attacco su Doha: una mossa controversa

Il giorno precedente, Israele ha effettuato un raid aereo su Doha, colpendo un complesso dove erano presenti membri di Hamas coinvolti in negoziati per un cessate il fuoco. Secondo fonti di Hamas, due alti funzionari sono rimasti feriti, uno dei quali in condizioni critiche. Il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, ha condannato l’attacco come un “atto ostile che mostra barbarie”, accusando Netanyahu di aver “ucciso ogni speranza per gli ostaggi”.

Il Qatar ha annunciato la costituzione di un team legale per rispondere all’attacco e ha chiesto che Netanyahu venga “assicurato alla giustizia”. Inoltre, il governo qatariota ha dichiarato di riservarsi il diritto di rispondere a questo palese attacco e di adottare tutte le misure necessarie per proteggere la sua sovranità.

Condanne e preoccupazioni

L’attacco israeliano su Doha ha suscitato una vasta condanna internazionale. Russia ha definito l’azione una “violazione grossolana” della Carta delle Nazioni Unite, mentre gli Stati Uniti, pur non approvando l’attacco, hanno espresso disappunto per la mancanza di coordinamento con le autorità qatariote. Il presidente Donald Trump ha dichiarato di essere “molto scontento” dell’incidente e ha annunciato l’intenzione di rilasciare una dichiarazione completa più tardi nella giornata. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha convocato una riunione d’emergenza per discutere le implicazioni dell’attacco e le possibili risposte internazionali.

Un conflitto in espansione

Gli attacchi di Israele in Yemen e Qatar si inseriscono in un contesto di crescente tensione regionale. Il conflitto in Gaza, iniziato nell’ottobre 2023, ha visto un coinvolgimento sempre maggiore di attori regionali, tra cui gli Houthi, che hanno lanciato missili e droni contro Israele in solidarietà con i palestinesi. Israele ha risposto con raid aerei su obiettivi legati agli Houthi, tra cui il porto di Hodeidah e strutture militari a Sana’a.

La recente escalation evidenzia la fragilità degli sforzi diplomatici per raggiungere una pace duratura nella regione e solleva interrogativi sul futuro ruolo di mediatori come il Qatar, che ha cercato di facilitare i negoziati tra le parti coinvolte.

Gli attacchi israeliani su Sana’a e Doha rappresentano un punto di svolta nel conflitto che coinvolge Israele, gli Houthi e Hamas. Le azioni militari unilaterali e le risposte internazionali contrastanti evidenziano la complessità della situazione e la difficoltà di raggiungere una soluzione pacifica. Mentre le potenze mondiali si preparano a discutere le implicazioni di questi eventi, la popolazione civile continua a soffrire le conseguenze di un conflitto che sembra lontano dalla fine.

11 Settembre 2025
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