Val di Rabbi: da terra di emigrazione a modello di rinascita montana

La Val di Rabbi, una delle valli più suggestive del Trentino, ha vissuto negli ultimi decenni un progressivo spopolamento che ha messo a rischio la sua identità culturale e sociale. Tuttavia, grazie a un’iniziativa innovativa promossa dalla Provincia Autonoma di Trento, la valle sta vivendo una nuova stagione di vitalità. Il bando provinciale contro lo spopolamento ha suscitato un interesse senza precedenti, con quasi 300 domande presentate per trasferirsi in uno dei 33 comuni trentini coinvolti nel progetto. In particolare, la Val di Rabbi si è distinta come la località più gettonata, con 30 richieste su 291 totali. Questo successo ha attirato l’attenzione dei media nazionali e internazionali, facendo della valle un simbolo della rinascita dei borghi montani italiani.
Il contesto: una valle in difficoltà
La Val di Rabbi è situata nella parte occidentale del Trentino, all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio. Con una popolazione di circa 1.360 abitanti, la valle ha subito negli ultimi decenni un progressivo spopolamento dovuto a diversi fattori, tra cui la mancanza di opportunità lavorative, la difficoltà di accesso ai servizi e l’emigrazione verso le città. Questa tendenza ha portato alla chiusura di scuole, negozi e attività economiche, con un conseguente impoverimento del tessuto sociale e culturale.
Nonostante la bellezza paesaggistica e la ricchezza naturale, la valle rischiava di diventare un museo a cielo aperto, privo di vita e di prospettive future. In questo contesto, l’amministrazione comunale ha deciso di intraprendere un percorso di valorizzazione e rilancio, puntando su un modello di sviluppo sostenibile e partecipato.
Il bando provinciale: un’opportunità concreta
Nel maggio 2025, la Provincia Autonoma di Trento ha lanciato un bando destinato ai residenti e ai nuovi abitanti di 33 comuni montani, tra cui la Val di Rabbi, per contrastare lo spopolamento e favorire la riqualificazione del patrimonio abitativo. Il bando prevede contributi a fondo perduto fino a 100.000 euro, suddivisi in due componenti: 80.000 euro per lavori di ristrutturazione e 20.000 euro per l’acquisto dell’immobile. L’obiettivo è incentivare il recupero di case disabitate e destinarle a residenza principale o a locazione a canone moderato.
La risposta al bando è stata straordinaria: sono state presentate 291 domande, di cui 30 provenienti dalla Val di Rabbi. Questo dato evidenzia un forte interesse per la valle e una volontà di investire nel suo futuro. Il sindaco di Rabbi, Lorenzo Cicolini, ha sottolineato l’importanza di questo risultato, definendolo “un segnale di vitalità” per la comunità. Ha inoltre annunciato che a novembre si aprirà una nuova finestra per le domande, offrendo ulteriori opportunità per chi desidera trasferirsi in valle.
I beneficiari: chi sono i nuovi abitanti
Le domande per il bando provengono principalmente da residenti trentini, con oltre il 90% dei richiedenti originari della regione. Inoltre, circa l’80% delle domande è stato presentato da persone con meno di 45 anni, indicando un interesse significativo da parte delle giovani generazioni. Molti richiedenti sono originari di altre valli del Trentino, come la Val di Non e la Valsugana, e desiderano tornare alle proprie radici o avviare una nuova vita in un contesto montano.
Tra i richiedenti ci sono anche famiglie con bambini, coppie di professionisti e pensionati in cerca di tranquillità. Alcuni hanno già legami familiari con la valle, come nel caso di giovani che desiderano ristrutturare le case dei nonni. Questo fenomeno evidenzia un ritorno alle origini e un desiderio di recuperare tradizioni e legami affettivi.
Il modello di sviluppo sostenibile
La Val di Rabbi ha scelto di puntare su un modello di sviluppo che rispetti l’ambiente, preservi il paesaggio e valorizzi le tradizioni locali. L’amministrazione comunale ha adottato politiche di contenimento del turismo di massa, promuovendo un’accoglienza diffusa e rispettosa dell’ambiente. Sono stati introdotti limiti alla costruzione di strutture turistiche invasive, come serre e pali di cemento, e sono state valorizzate le antiche consortèle che regolano l’uso dei boschi e dei pascoli.
Inoltre, la valle ha investito in infrastrutture sostenibili, come sentieri escursionistici, ponti tibetani e aree di sosta, per attrarre un turismo responsabile e appassionato di natura. Queste iniziative hanno contribuito a migliorare la qualità della vita dei residenti e a rendere la valle più attrattiva per i nuovi abitanti.
Le prospettive future
Il successo del bando provinciale rappresenta solo l’inizio di un percorso di rinascita per la Val di Rabbi. L’amministrazione comunale sta lavorando per creare una rete di servizi e opportunità per i nuovi residenti, tra cui scuole, attività culturali, spazi di coworking e servizi sanitari. Inoltre, si stanno promuovendo iniziative di partecipazione attiva, coinvolgendo i cittadini nella gestione del territorio e nella definizione delle politiche locali.
Il modello di Rabbi potrebbe fungere da esempio per altre valli e comuni montani del Trentino e dell’arco alpino, dimostrando che è possibile invertire la tendenza allo spopolamento attraverso politiche mirate, investimenti sostenibili e una forte coesione sociale.
La Val di Rabbi sta vivendo una trasformazione significativa, passando da terra di emigrazione a modello di rinascita montana. Grazie a un bando innovativo e a una comunità coesa e proattiva, la valle sta recuperando la sua vitalità e il suo ruolo nel panorama trentino. Il successo di questa iniziativa dimostra che è possibile coniugare sviluppo, sostenibilità e qualità della vita, offrendo un’alternativa concreta alla vita urbana e contribuendo alla preservazione del patrimonio culturale e ambientale delle nostre montagne.
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