Pet Economy in Italia: tra coccole e conti, una realtà che pesa 900 € all’anno

Negli ultimi anni l’Italia si è confermata tra le nazioni europee più pet-friendly: quasi metà delle famiglie convive con un cane o un gatto. Il costo medio annuale stimato per un pet in termini complessivi è pari a circa 900 €, una cifra che ridefinisce il concetto stesso di investimento affettivo ed economico nella cura degli animali domestici. Questo dato riflette una crescita significativa rispetto al passato, con costi cresciuti soprattutto nelle aree della nutrizione, della salute e del benessere accessorio.
Un mercato in continua espansione
Il comparto pet in Italia si muove ormai su volumi preoccupanti: complessivamente, nel 2022, si sono raggiunti i 6,8 miliardi di euro spesi per il benessere degli animali. Oltre la metà di queste risorse sono state destinate all’alimentazione, circa un quarto alla cura medica, il resto ad accessori, giochi, prodotti igienico-sanitari e integratori funzionali.
I proprietari mostrano un’attenzione crescente verso canali non solo tradizionali: gli store fisici restano fondamentali, ma l’online ha registrato una crescita straordinaria, favorita in parte dal lockdown, e oggi rappresenta un’importante fetta del mercato, soprattutto per chi cerca maggiore varietà e convenienza.
Il veterinario come figura centrale
Tra le spese più rilevanti, quelle veterinarie continuano a pesare: nel 2021, gli italiani hanno speso circa 693 milioni di euro in cliniche veterinarie, una cifra che ha superato i dati precedenti alla pandemia. La spesa farmaceutica per animali è anch’essa salita, quasi del 26%, confermando come salute e farmaci siano ormai voci imprescindibili nel bilancio annuale di ogni pet parent.
Oggi quasi il 90% degli intervistati dichiara di seguire le indicazioni del veterinario non solo per la salute, ma anche per temi di nutrizione, toelettatura e comportamento, facendo del medico di fiducia una sorta di consulente a 360°.
I numeri del settore veterinario: un comparto in crescita
L’offerta di servizi veterinari si è espansa: nel 2025, il settore varrà 1,5 miliardi di euro e sarà composto da oltre 36.000 strutture atte a fornire assistenza, emergenza e prevenzione. Una crescita media annua di oltre 5%, che riflette la domanda crescente e una sempre più variegata richiesta di servizi, inclusa la telemedicina.
Trend e cambiamenti nelle spese familiari
Il profilo medio del proprietario italiano di pet è adulto – oltre i 45 anni – spesso con figli e una casa con spazio esterno. In particolare, il 30–45 % della popolazione riferisce di essere un “big spender”, spesso orientato verso brand riconosciuti, sostenibilità e qualità. Spese per dispositivi elettronici pet-related superano spesso i 300 € all’anno, una cifra significativa rispetto ai tradizionali consumi per collari o giochi.
La figura del pet si è evoluta: da essere un compagno a pieno titolo della famiglia, e le ambizioni in termini di cura riflettono questo cambio culturale. Si assiste a un trend che spinge verso prodotti premium e servizi ad alto valore.
I costi concreti: quanto pesa un pet sulla famiglia?
Alimentazione: fino al 57% del budget annuo.
Cure veterinarie e farmaci: tra il 20–26%.
Accessori e igiene: circa 17%, con spese variabili per giocattoli, lettiere, integratori.
Visite e trattamenti vari: fino a 185 € all’anno per pet.
In base alla composizione familiare (un solo pet o più), le cifre possono oscillare: in media tra 780 € e 1.200 € l’anno per due animali. Cani e gatti costano comunque cifre diverse: circa 600 € per i cani, 390 € per i gatti, secondo alcune stime.
Origini storiche: perché l’Italia ama tanto i pet
Il fenomeno ha radici più profonde del lockdown. L’Italia ha storicamente mostrato affinità verso la convivenza uomo–animale. Tuttavia, la pandemia ha innalzato la soglia di cura: molti hanno adottato o comprato animali. Il boom è arrivato con il lockdown, trasformando pet e pet care in un vero settore accudito, non più trascurato.
Online e phygital: il futuro del settore
Il consumatore italiano sta diventando ‘phygital’: ricerca online per confrontare prezzi e caratteristiche, ma spesso acquista in negozio facilitato da consigli e prove. Il futuro del settore sembra orientato verso modelli omnichannel, dove store fisici e virtuali convivono e cooperano.
Innovazioni e app: il mondo digitale pet-friendly
Dalla rete nasce un nuovo ecosistema: app come Dogalize (350.000 utenti) permettono di socializzare, trovare servizi pet-friendly o fare telemedicina. Il digitale si affianca alla cura, offrendo supporto ai pet parent anche fuori dall’ambiente clinico.
Inflazione, sostenibilità e tutela
L’inflazione colpisce anche il mercato pet: l’aumento del prezzo delle materie prime fa lievitare alimenti, farmaci, prodotti di cura. I pet parent si muovono verso offerte promozionali e più attenzione al rapporto qualità-prezzo. E la sostenibilità diventa elemento discriminante: 46% dichiara di considerare importante la sostenibilità nei prossimi anni.
Il mercato pet economy in Italia è una realtà matura, articolata, emotiva e in crescita. Oggi non si tratta solo di animali, ma di vere scelte familiari, economiche e sentimentali. Il mondo pet vale miliardi: tra cibo premium, visite veterinarie, comodità digitali e benessere, gli italiani non risparmiano—e nemmeno si risparmiano.
Il comfort di un pet si paga, ma si vive anche con più cura, consapevolezza e dedizione. Il ritratto è chiaro: il pet è parte della famiglia, e la pet economy ne è la riprova tangibile.
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