Italia a un bivio: con Gattuso serve vincere tutto

Un nuovo inizio sotto pressione
L’Italia inizia il ciclo di qualificazione ai Mondiali del 2026 con un nuovo allenatore, Gennaro Gattuso, chiamato a rimettere in moto una squadra che viene da delusioni pesanti, inclusa l’esclusione dalle ultime due fasi finali della Coppa del Mondo. La pesante sconfitta per 3-0 in Norvegia nella gara inaugurale ha lanciato l’allarme: i playoff — con precedenti amare esperienze — non sono più accettabili. Il destino degli Azzurri ora è chiarissimo: vincere tutto per non restare intrappolati in un percorso accidentato verso la qualificazione diretta.
Il tecnico, con il suo approccio di fuoco e intensità, è stato scelto per rilanciare una squadra stanca e psicologicamente provata, portando con sé il peso e l’orgoglio del titolo mondiale del 2006 da giocatore. Tanti occhi sono puntati su questa avventura che rappresenta una vera sfida personale e nazionale.
Perfetto o niente: il traguardo diretto
Il cammino verso Usa-Messico-Canada passa per un solo risultato possibile: essere primi nel gruppo. La regola è ferrea: solo la prima in graduatoria si qualifica direttamente, mentre le seconde affrontano la roulette dei playoff, con rischi ormai noti. Attualmente l’Italia si trova in terza posizione, dietro Norvegia e Israele, e un margine di errore inesistente. Ogni partita diventa dunque un esame di consapevolezza, organizzazione e carattere.
Gattuso ha ribadito più volte che tornare allo spirito che ha reso celebre il calcio italiano è cruciale: validità tecnica affiancata a passione, sacrificio e unità di gruppo. L’effetto domino tra atteggiamento e risultati è essenziale per restare in gioco.
Debutto convincente: cinque gol all’Estonia
Il battesimo di Gattuso in panchina ha coinciso con una reazione significativa: 5-0 all’Estonia con una ripresa travolgente. A sbloccare la partita è stato Moise Kean, seguito da una doppietta di Mateo Retegui. Poi ancora Raspadori e, nel finale, Bastoni. Una serata perfetta per restituire entusiasmo e compattezza alla squadra.
Gattuso ha esaltato la fame ritrovata, l’umiltà e la concentrazione: ingredienti fondamentali per densificare l’identità degli Azzurri in questa fase delicata. Non si tratta di rivoluzionare, ha suggerito, ma di restituire un’anima e continuità.
Israele, battaglia tattica in programma
Subito dopo il successo in casa, l’Italia è attesa da un confronto chiave contro Israele — match segnato non solo dal valore tecnico, ma anche da tensioni politiche globali. Gattuso ha sottolineato come la qualità non basti più: serve combattere ogni metro in campo.
Sul piano tattico, Gattuso sembra intenzionato a confermare lo schieramento proposto contro l’Estonia, aggiustandolo solo se necessario. Solo un ingresso in extremis di Zaccagni potrebbe cambiare qualcosa, ma l’assetto rimane sostanzialmente stabile. Bisognerà limitare le ripartenze avversarie e gestire la partita con lucidità e determinazione.
Qualificazione: dati e destino italiano
Nel girone europeo I, Italia affronta Estonia, Israele, Moldova e Norvegia. Si gioca andata e ritorno: una maratona di sei partite dove il minimo errore può trasformarsi in un vicolo cieco. Attualmente i norvegesi guidano la classifica con un vantaggio significativo, mentre gli Azzurri inseguono con una partita in meno ma già incapaci di sbagliare.
Un’analisi tecnico-sportiva e statistica mostra che il margine per sbagliare è nullo: serve il bottino pieno, sperando che almeno una diretta antagonista stecchi. Qualche anno fa, gli spareggi erano già costati vittorie mondiali: questa volta l’obiettivo è evitare quella porta stretta.
L’uomo Gattuso e la sfida dello spirito
Oltre alla tattica, è lo spirito la chiave: Gattuso punta a una “famiglia” dentro lo spogliatoio, rievocando quell’ambiente vincente del 2006. La sua nomina è stata salutata come una scelta identitaria: un figlio del calcio italiano che sa cosa significhi indossare la maglia azzurra. Anche personalità come Buffon hanno espresso sostegno, alimentando la speranza di una nuova rinascita sportiva.
Il suo passato da calciatore, contrapposto al suo percorso da tecnico, mostra luci e ombre: ha vinto la Coppa Italia con il Napoli nel 2020, ha guidato squadre in difficoltà. Il richiamo a una storica disciplina, un senso di appartenenza, è ciò di cui la Nazionale sembra avere bisogno più di qualsiasi schema tattico.
Per le nuove generazioni, un messaggio concreto
Gattuso sembra deciso a portare una rinascita che possa essere presa come esempio dalle generazioni emergenti: non solo il gioco, ma l’attitudine. L’Italia giovane – giovani volti chiamati come Leoni, Fabbian, Pio Esposito – potrebbe essere una scintilla per il futuro: un calcio che non ignora il valore del sacrificio, del gruppo, dell’umiltà.
Un percorso difficile e deciso, fatto di eroi quotidiani e visioni di squadra: il Gattuso rugby-style è quello che potrebbe rilanciare il sogno mondiale.
Il calendario della speranza
Settembre: Italia-Estonia (vittoria netta), poi Israele fuori in Ungheria.
Ottobre: ritorni contro Estonia e Israele.
Novembre: trasferta in Moldova, poi il confronto diretto al San Siro con la Norvegia.
In uno scenario dove nostalgie e attese si mescolano, la Nazionale di Gattuso ha tra le mani una stagione decisiva. Ridare anima, credere nel collettivo e lottare ogni giorno sembrano essere il mantra per rimettersi in corsa verso il Mondiale.
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